mercoledì 28 dicembre 2016

Conversazione in Sicilia - Elio Vittorini

Un romanzo spiazzante, stilisticamente, come contenuti, come logica.
Inizia come una storia di viaggio e di osservazione, realistica. Letteralmente un viaggio in treno con interazioni dettagliate con gli altri viaggiatori. Silvestro torna nella natia Sicilia senza un piano preciso e con pochi soldi in tasca e decide di andare in visita dalla madre che non vede da quindici anni, rimasta sola dopo che il padre se n'è andato.

Dal racconto di viaggio passa a una descrizione accurata e metodica della povertà locale, presente e passata, grazie ai ricordi di giovinezza e agli aneddoti sulla vita del padre e del nonno, quasi confusi in un'unica entità mitica del passato.

Lo spiazzamento inizia con l'apparizione del fratello morto, forse allucinazione etilica, forse reale, che fa scendere a spirale la narrazione fino alla baraonda finale in cui tutti i personaggi del romanzo, presenti o meno, fanno sentire la loro voce e parlano, commentano, ridono.

Sono andato a cercarmi i commenti autorevoli su questo romanzo, e ci ho trovato di tutto. Dal semplice racconto onirico fino alla complessa metafora antifascista per aggirare la censura. Io ci ho visto principalmente il desiderio di raccontare una Sicilia dai toni epici, colti e profondi, nonostante la situazione economica precaria. Il desiderio di mostrare come ogni suo abitante vivesse con dignità e calore la sua povertà, senza lottare ma neppure arrendersi.

La versione in audiolibro di Ad Alta Voce, per quanto ben narrata, si adatta male alla storia, già difficile da seguire così com'è, senza poter sfogliare avanti e indietro le pagine per ritrovare personaggi, espressioni ripetute e martellanti.

Gioie e sapori - Sergio Oricci

Gioie e Sapori è un racconto lungo con grandi potenzialità, ma che si schianta molto rapidamente perdendo ogni fascino, forse anche per colpa della quarta di copertina che promette molto più splatter e orrore di quanto possa offrire davvero.

L'idea di partenza è classica e molto apprezzabile. Nel piccolo paese di Boccamare di Sotto apre una nuova pasticceria, con un cuoco inquietante che soddisfa i bisogni di ogni suo cliente, specialmente i bambini. Adesca gli abitanti uno a uno, li attira coinvolgendoli in un progetto globale in cui lui, carnefice, userò ognuno di essi e i suoi sentimenti e memorie in una ricetta epica.
Purtroppo lo sviluppo è troppo rapido, non c'è tempo di vivere l'avvicinamento del pasticcere al cuore del paese, non c'è modo di vederne i tentacoli allargarsi poco alla volta. I tempi del racconto sono troppo stretti per essere credibili.

I bambini poi, voce principale nella storia, non si comportano né parlano da bambini. Hanno otto anni ma scrivono lettere complesse ed elaborate sui loro sentimenti. Quando sono in pericolo non reagiscono da bambini. Se un loro compagno è ferito, non piangono in un angolo, gli danno degli antibiotici. Sono una parodia malriuscita degli adulti che potrebbero essere.
Se fossero bambini che agiscono da bambini, l'orrore sarebbe ancora più grande. Così rendono la narrazione così irreale da rendere persino lo splatter delle scene finali insulso.

Peccato, ci sono tante belle idee, ma servirebbe una riscrittura completa per renderle godibili e leggibili da un pubblico avvezzo al genere.

martedì 27 dicembre 2016

Una stanza chiusa a chiave - Yukio Mishima

Un racconto strano, inquietante.
Kazuo è un burattino in una Tokyo postbellica confusa e caotica, dove le vite di tutti sono instradate su binari precisi e fissati dal proprio status, dalla propria famiglia, dal governo.
Non trova se stesso nelle persone che frequenta, nel lavoro. L'unico barlume di sé lo ritrova con una donna sposata con cui ha una relazione, nella stanza chiusa a chiave del titolo. Lei chiude a chiave la stanza e la trappola simbolica in cui lo chiude diventa la sua unica liberazione. Finché lei non muore, lasciandolo a gestire una strana relazione con la figlia di nove anni verso cui sviluppa un attaccamento e un'attrazione morbosa. La figlia vuole prendere il posto della madre, attivamente, vuole essere lei a chiudere a chiave quella porta.
Questa attrazione viene sublimata in una serie di sogni, o incubi, in cui nascono in città dei Bar dei Giuramenti dove i sadici possono esplorare le proprie perversioni peggiori, descritte in un dettaglio disturbante.

Questo racconto è di una brutalita e schiettezza sconcertante. Sono sicuro di aver perso almeno un paio di livelli di lettura, sicuramente quello di critica sociale alla società giapponese (il tema di inflazione e deflazione che tornano ossessivamente ogni paio di pagine), la "decomposizione" delle persone già da vive, ma il poco che mi è arrivato è sufficiente a farmi invidiare Mishima e il suo stile.

domenica 25 dicembre 2016

Necroniricon - Andrea Berneschi

“Necroniricon” è una raccolta di racconti inquadrabile nel genere horror, ma ricchissima di sfaccettature. Si va dal thrilling allo splatter umoristico, dal fantastico puro al fantahorror, dal dark fantasy al post-apocalittico, fino a raggiungere i territori cari all’horror concettuale. I racconti sono ambientati nel passato (specie nel Medioevo), nel presente (specie in Italia) e in un futuro che vi augurerete di non conoscere mai (specie quello di “Zona arida” e “Social Killer”).
Sul sito della casa editrice.

Finalmente posso attaccare gli acquisti fatti a Stranimondi, con il giusto ritardo.
Ho iniziato da questa raccolta di racconti, perché ormai sono assuefatto al formato e curiosando l'indice c'erano tanti titoli che mi attiravano e tanta microfiction.
I generi sono estremamente vari, non c'è una linea conduttrice nella raccolta. Niente macrotesto quindi ma ha il vantaggio di poter essere letto in ordine casuale seguendo l'ispirazione e il tempo a disposizione.
Ho adorato i racconti a tema zombie, con varie reinterpretazioni della classica apocalisse, tutte viste dal punto di vista dello zombie-vittima, in una società distopica senza umani, schiavo in fabbrica, tutte idee fresche.
I racconti storici non sono all'altezza e mancano di spessore, si sente che non sono completamente documentati.

Mi ha stupito moltissimo l'editing curato, quasi incriticabile oserei dire. Normalmente nelle piccole case editrici ho visto la tendenza a saltare la fase di editing come superflua e la qualità ne risente fortemente. I Sognatori sembrano aver trovato un compromesso a questa necessità di tagliare sui costi di produzione, coinvolgendo i loro autori in un sistema di editing alla pari. Il risultato è eccellente e (da lettore) non posso che esserne felice.

sabato 17 dicembre 2016

La lettrice scomparsa - Fabio Stassi

Sul catalogo Sellerio.

Ah, le premesse di questo romanzo sono fantastiche.
Come ripiego, Vince, letterato per vocazione, decide di aprire un piccolo studio di biblioterapia. Ascolta i problemi delle persone che hanno bisogno di supporto e aiuto e consiglia loro cosa leggere per superare questi problemi.
Il cuore del libro è la biblioterapia, ogni capitolo con una cliente particolare il cui problema viene analizzato e (forse) curato in maniera letteraria, è in sé una piccola gemma che meriterebbe di essere estrapolata e letta individualmente.

C'è anche il giallo, ovviamente, la lettrice scomparsa del titolo. La vicina di sotto di Vince non si trova e forse è morta. L'unica cosa che resta è una lista dei libri che aveva in prestito e che finisce in mano al nostro protagonista.
Il giallo è pieno di simbolismi e cultura, ma non si regge, purtroppo. La linea di indagine è incredibilmente labile e guidata da intuizioni, casualità e una certa dose di confusione romana. Chiarisco, è splendido da leggere, ma come un racconto surreale in cui scopriamo nuovi dettagli, il portiere e il suo coinvolgimento con la santeria, il passato della vicina scomparsa, ma sempre in maniera non logica, non rigorosa, non "da giallo".
Spesso gli eventi sembrano un contenitore per le riflessioni dell'autore. Le riflessioni guidano gli eventi e non il viceversa. È scorretto? Forse, ma è bello da leggere.

mercoledì 14 dicembre 2016

La figlia di Medusa - Priscilla Galloway

La protagonista, Dusa, è un'adolescente americana che viene rapita da due sorelle greche e portata in un'isola dell'Egeo, custodita da un giovane bellissimo di nome Perse. Là Dusa vivrà un'incredibile avventura, scoprendo di essere una "figlia" dell'antica, mitica Medusa, che le sue sorelle Gorgoni vogliono riportare in vita, riunendo la testa dai capelli serpentini al corpo dal quale è stata spiccata.
Nel mondo sono sparse le Sognatrici di Serpenti. Sognano serpenti, li ascoltano, ne sono spaventate al punto di ammalarsi. Da sempre compaiono, ignorate o dimenticate dalla scienza ufficiale.
Dusa è una di loro, vive con sua madre ed è entusiasta di trovare due studiose, Teno e Yali, che riconoscono la sua malattia come reale e promettono una cura. Una cura lenta, difficile, che comporta un lungo isolamento in una clinica in Grecia, ma pur sempre una cura.
Dusa si trova a vivere in una Grecia ancora popolata da miti antichi, nascosti appena sotto la superficie.
Come abbiamo (facilmente) intuito, le sognatrici di serpenti sono mandate da Medusa stessa, sono i suoi serpenti che parlano nei sogni, mandando messaggi nel tentativo di farsi riportare in vita ricongiungendo la sua testa perduta al corpo sepolto sull'isola delle sorelle.
Dusa aiuta con il ricongiungimento, essendo molto più potente di tutte le ragazze venute prima di lei, e inizia a comunicare sempre più direttamente con Medusa, che la mette in guardia dai pericoli delle due sorelle che vogliono ancora una volta approfittare del potere per scopi personali.

La reinterpretazione del mito, con Medusa creatura pacifica che viene tormentata per abusare del suo potere di pietrificare (da Perseo, da Atena, dalle sorelle), è ben studiata e regge tutta la storia. Purtroppo i personaggi sono molto piatti, soprattutto quelli negativi, e spesso si comportano in maniera illogica e incoerente per far proseguire la trama.

Poteva essere un ottimo romanzo, con più pianificazione. Si ferma a mediocre.

lunedì 12 dicembre 2016

Animorphs #23, The pretender - K. A. Applegate


Animorphs #23, Il Tranello

Questo capitolo della saga si ricollega moralmente alle cronache degli Hork-Bajir. Prima abbiamo incontrato un Hork-Bajir figlio di un Andalite trasformato, ora Tobias scopre di essere figlio di quello stesso Elfangor che ha donato i poteri di animorph a lui e ai suoi amici, come se ci fosse un piano più ampio in azione.
Nel Tranello non c'è molta azione, un piccolo Hork-Bajir perso da recuperare, usato dagli Yeerk come esca e il testamento di Elfangor, ultima sua traccia della vita da umano non cancellata dalla linea temporale, che porta Visser Three a sospettare di Tobias. Ci si concentra più sugli aspetti morali della questione, con una riflessione su cosa significhi essere umano, quanto sia un fatto fisico, genetico, mentale. Tobias combatte contro la sua natura di predatore con cui dove convivere essendo bloccato nel corpo di un falco e impara ad accettarla, impara a uccidere, sapendo che è l'unico modo per poter continuare a lottare. Solo conoscere la sua ascendenza gli permette di superare questo blocco.

(Probabilmente, per quanto piacevole, è uno dei libri fin'ora più omettibili della serie, inserendo la rivelazione importante come sottotrama di un libro più importante.)

venerdì 9 dicembre 2016

Morbose fantasie - Jun'ichiro Tanizaki

L'eccentrico Sonomura spia una notte la misteriosa Eiko, femme fatale che soddisfa le proprie fantasie sessuali uccidendo gli uomini e fotografandone i volti senza vita. Da questa «visione» si dipana un magistrale racconto di suspence, che se da un lato dichiara i propri debiti nei confronti di un maestro del genere come Poe, dall'altro ci conduce nelle atmosfere e nelle tematiche che hanno reso celebre l'arte narrativa di Tanizaki: la minuziosa indagine psicologica degli impulsi erotici e la totale sottomissione dell'uomo all'irresistibilità del fascino femminile. In questo caso Sonomura, spinto dalla propria pulsione masochistica, deciderà di abbandonarsi completamente al fascino perverso di Eiko, fino al punto di desiderare di farsi uccidere da lei. Ma prima dell'inatteso finale il raffinato gioco di specchi attuato da Tanizaki riserverà ancora molte sorprese' 
Morbose Fantasie è un racconto alla Edgar Allan Poe, c'è un omicidio, c'è moltissima tensione, c'è un lavoro accuratissimo sui personaggi.
Un amico con problemi di stabilità mentale chiede al protagonista di accompagnarlo in una missione: un omicidio sta per avvenire e ha un biglietto in codice che rivela dove, vuole assistere all'evento perché si tratta di un'occasione rara. Riescono a trovare la casa a cui punta il messaggio e osservano una donna bellissima uccidere il suo amante e scioglierlo in una vasca di acido.
L'amico si infatua della donna, una moderna medusa che incanta e pietrifica gli uomini, la rintraccia e inizia a frequentarla assumento il ruolo (e i rischi) della precedente vittima, finendo per diventarne completamente schiavo, pronto a vivere e morire per lei senza alcuna paura o esitazione.

Si tratta di un racconto giovanile di Tanizaki, è imperfetto a volte, ma riesce comunque a trascinare con sé in una spirale di fantasie (morbose? no, secondo me) appena accennate e avvolte ordinatamente in uno strato di cultura e formalismo tipicamente giapponesi. La cura del dettaglio, lo studio di costumi, pettinature, usi tradizionali, è ancor più esasperato che nello stile giapponese "medio", c'è uno studio incredibile e ammirabile dietro a ogni frase e particolare della scena.

giovedì 8 dicembre 2016

Che cosa ci fa un morto nell'ascensore - Kim Yung-ha

I racconti sono ambientati a Seul, la città dell'ipertecnologia, una città di luci, grandi complessi residenziali e centri commerciali. I personaggi si muovono nella società urbana contemporanea, immersi in un convulso fluire di eventi, in situazioni paradossali e bizzarre, vivendo storie inquietanti con finali a sorpresa. Un filo comune unisce le cinque storie. Tutte raccontano la vita di persone in qualche modo “incastrate” in determinate situazioni, tutte lasciano avvolti nel dubbio. È semplice riconoscersi in personaggi e situazioni così sfacciatamente reali e trovare nel dubbio un quesito esistenziale.

Ci sono autori che sanno rappresentare il loro paese in modo speciale e quando si incontrano si sente a pelle, qualunque sia il tema del racconto, dovunque vadano i personaggi, qualsiasi sia la loro missione o il loro conflitto.
Kim Yung-ha è un autore di questo genere, che ci mette la Corea in ogni parola che scrive. I suoi personaggi sono incredibilmente isolati, fanno stare male per l'alienazione che trasmettono, chiusi in stanze oscurate per staccarsi dal mondo e aggrappati a delicati rapporti lavorativi, sprofondati in ritmi che per un occidentale lento come me sembrano intollerabili.
Anche un rapporto intimo è straniante e isola, nel mondo di cemento e vetro di Kim Yung-ha.
I racconti non sono recenti, ma si intravede perfettamente la svolta tecnologica in arrivo, con smartphone, social network e "connettività isolante" che preme ai bordi del campo visivo.

I generi sono molto sparsi e lo stile dell'autore cambia profondamente mentre si destreggia nel giallo, nel racconto erotico, nel racconto epistolare (quasi), ma i temi che li legano sono così forti da poterlo permettere.

sabato 3 dicembre 2016

Il venti di luglio - Alexander Lernet-Holenia

Il 20 luglio del 1944 fu il giorno del fallito attentato a Hitler. E nel clima torbido di quell’«ora fatale dell’umanità» si dipana uno dei più audaci intrecci di Lernet-Holenia. La scena è Vienna, degradata a periferia del Reich, dove una signora dell’alta società nasconde all’insaputa di tutti un’amica ebrea facendola ricoverare in ospedale sotto il proprio nome. Ma l’improvvisa morte di quest’ultima la getterà in una paradossale condizione di non esistenza: ufficialmente defunta, sarà dunque costretta a una fuga precipitosa, in un vortice di congiurati allo sbando, ambigui ufficiali dei servizi di sicurezza e feroci quanto maldestri agenti della Gestapo.
Ancora Vienna – quella del primo e secondo dopoguerra – fa da sfondo agli altri due pannelli di questo superbo trittico. Un mondo di reduci e déraciné: come l’invalido di guerra che, in un rapporto perverso con il suo cane-guida, diventa una sorta di crudele «dio cieco»; o come l’ex ufficiale imperialregio, nobile decaduto, che ritrova in circostanze drammatiche la bella giumenta che in passato era stata sua.
Maresi
L'uccisione di un cavallo in strada e l'arresto dell'aggressore, portano a un'interrogatorio in tribunale, in cui ci viene narrata la tragica storia di un nobile decaduto, del suo rapporto con la sua tenuta e i suoi cavalli, strettamente legati al suo amore per la vicina di casa, conosciuta durante la rocambolesca nascita di una giumenta.
Le sue sorti alterne, ma dirette verso la rovina, lo allontanano sempre di più dall'amata, fino a costringerlo persino alla vendita della cavalla, unico legame con la vita agiata del passato. Perse le tracce dell'animale durante la guerra, prova a ritrovarla facendo ricerche e indagando, senza alcun risultato. Deciso a suicidarsi, la rivede per caso legata a un carro, maltrattata dal suo conducente, e l'uomo ritrova la forza di vivere per provare a ricomprarla, a difenderla e in ultimo a ucciderla per risparmiarle tanta sofferenza.
Maresi è uno dei racconti più impeccabili come tempi e come ritmi che mi sia mai capitato di leggere. Il venti di luglio sembra essere il capolavoro dell'autore, ma non ha assolutamente nulla da invidiare. La struttura è classicissima, si parte dalla fine della vicenda provando disprezzo per il protagonista che uccide immotivatamente un animale, lo si disprezza ancora di più durante il racconto quando spiega il suo rapporto profondo con quel cavallo, e si finisce per empatizzare e capire il suo dolore e come quella scelta fosse l'unica possibile, così come capisce il giudice (il "companion" che fa le domande che vorrebbe fare il lettore) che senza indugio lo assolve.

Il venti di luglio
Un classico racconto del "what if". E se una donna rispettabile durante il regime nazista avesse prestato la sua identità a un'amica ebrea per permetterle di ricoverarsi in ospedale? E se fosse morta mentre era in ospedale lasciandola senza identità, costretta a seguire il piano dell'amica di fuga dalla Germania, pur non essendo ebrea?
Il tutto intessuto con il tentativo di attentato e colpo di stato contro Hitler in cui il marito della protagonista è coinvolto e da cui deve dissociarsi dopo il fallimento del piano.
Mi ricorda un po' i temi del più moderno Io non mi chiamo Miriam, di Majgull Axelsson dove una ragazza rom assume, per scelta questa volta, l'identità di una ragazza ebrea prima di entrare in un campo di concentramento, per evitare le discriminazioni verso i rom. Anche lo sviluppo dei personaggi è simile e approfondiscono (su lunghezze diverse) gli stessi comportamenti umani, seppure in fasi diverse della vita delle protagoniste rispetto allo scambio.

Il dio cieco
Un cane guida affidato a un padrone cattivo può perdere ogni traccia del suo addestramento, diventare instabile e impossibile da riaddestrare? Sì, e questo racconto ci parla del tentativo di fargli superare questo trauma e di riavvicinarlo agli essere umani, a ridargli fiducia.
Dei tre racconti è sicuramente il più fiacco, ma nell'essere fiacco è comunque uscito dalla penna di uno dei miei nuovi scrittori di racconti preferiti, per cui si legge d'un fiato e si soffre fino all'ultima riga.