domenica 21 ottobre 2018

La pietra sincronica - Jonathan Fast




Una signora stava raccontando a C. G. Jung, il grande psicologo dell'inconscio, di aver sognato uno scarabeo d'oro; nello stesso momento un grande scarabeo dorato venne a sbattere contro i vetri della finestra. Su questa e altre manifestazioni di misteriosa "sincronicità" Jung fonda una sua astrusa (astrusa?) teoria, connessa per un verso con lo Yoga e le filosofie orientali, per un altro con la "pietra filosofale" degli alchimisti, e per un altro ancora con le idee di un suo illustre paziente ed amico, il Premio Nobel per la fisica Wolfgang Pauli. Jonathan Fast - un astro nascente della FS americana - ha ristudiato per conto suo i fenomeni della "sincronicità" e ne ha tratto un romanzo sorprendente, tutto spettacolare e d'azione, che porta la teoria di Jung alle sue ultime e fantastiche (fantastiche?) conseguenze.


Urania 742, 12 febbraio 1978

Premetto che Jung non c'entra molto con questo romanzo, e come sempre le quarte di copertina di Urania si dimostrano solo vagamente attinenti al contenuto.
La storia si legge bene, scorre, le avventure sono tante e molto variegate nello stile di una fantascienza decisamente più vecchia e che apprezzo, dove appena uscito da un problema il protagonista si trova calato in una complicazione completamente diversa, con esperienza, equipaggiamento e amicizie che aumentano e si accumulano col passare delle pagine. Fast ci aggiunge una linea conduttrice che però non fa completamente il suo dovere.
Il protagonista, auto-vendutosi in schiavitù su un asteroide minerario dove deve ripagarsi la libertà fugge, e il suo primo scalo nella fuga è un pianeta di alieni-serpente che hanno scelto la spiritualità alla tecnologia. Sono stati ovviamente schiacciati e distrutti dall'ordine economico che regge la galassia, l'ultracapitalismo. Da quel momento una mano invisibile del destino lo spinge verso la realizzazione di una profezia, guidandolo verso un'antica religione di cui lui è il profeta. Questo destino riesce a legare insieme tutte le avventure dall'aria sconnessa, ma è comunque un modo per barare e non creare una storia coesa. Tutto può succedere, e quel che non ha senso in realtà ha senso perché era destino, perché era stato predetto.
Il messaggio è buono, la tecnologia schiaccia l'animo umano, viaggiate per il cosmo su scale d'oro, ma alla fine del libro resta una brutta sensazione per come ogni pezzo del puzzle torna insieme non perché si incastra graziosamente ma perché viene martellato al suo posto.

Nessun commento:

Posta un commento