mercoledì 26 agosto 2020

La vera vita di Sebastian Knight - Vladimir Nabokov

 

Sebastian Knight, un geniale scrittore nato a Pietroburgo nel 1899 ed educato in Inghilterra, muore in giovane età lasciando alcuni romanzi, una serie di racconti e un fratellastro, V., che decide di scriverne la «vera vita» ritornando nei luoghi frequentati dal defunto e rintracciandone le donne e gli amici.


Normalmente non amo i libri meta, scrittori che parlano di scrittori e di libri. Sono involuti e spesso scadono nell'autocompiacimento, in una lunga masturbazione di parole che mi sbrodola addosso creandomi un senso di disagio.

All'inizio questo romanzo minaccia questo effetto, resta sul confine del buon gusto e ci presenta una storia quasi investigativa, l'inseguimento di questo fratello lontano e quasi mitologico, uno scritto di un successo quasi indescrivibile e oltre ogni livello umanamente raggiungibile. Lo segue nella giovinezza, negli studi, nell'allontanamento reciproco.

Il romanzo decolla nella metanarrativa, si sente tutto il divertimento del descrivere e accennare a trame e romanzi improbabili che nessuno scriverebbe mai, di cui lodare stile e idee senza doverle davvero approfondire. Nabokov ci fa innamorare del suo Sebastian Knight come ci si innamora di un concept per un romanzo nelle due settimane prima di iniziare a scriverlo scontrandosi con i problemi reali di trama, di personaggi. Prima di sporcarsi le mani. Ci mette l'anima nei capitoli in cui parla dei romanzi.

A quel punto, innamorato ormai del personaggio, arrivo alla fine nell'ultimo inseguimento dell'amore segreto di Sebastian, legato a doppio filo con l'ultimo romanzo scritto prima della morte. Qua tutto degenera in trenta pagine di viaggi pindarici, immagini, balzi logici, flussi di coscienza che ben poco hanno a che fare con la storia credibile di un romanzo. Le parole si confondono, le righe si mischiano. Dov'è finito quello stile magnifico dei capitoli di mezzo? Perché hai smesso?

E' arrivato lo sbrodolamento, quanto sono intellettuale, come danzano le mie parole.

Resisto fino alla fine solo per chiudere il cerchio, il viaggio del narratore per rivedere il fratello moribondo prima di iniziare la ricerca per scriverne la biografia.

Nessun commento:

Posta un commento