sabato 24 settembre 2016

Lo scontro dell'aura nera - Jennifer L. Barnes

Mi sono approcciato a questo romanzo per ragazzi (ragazze?) con un certo pregiudizio. Scritto da un'autrice diciannovenne, mi fa un po' storcere il naso per il timore di cliché triti mai incontrati prima di mettersi a scrivere.

Mi ha sorpreso positivamente per una certa freschezza di linguaggio e di temi. C'è il romance soprannaturale ma non è dominante. La sensazione che si ha leggendo è quella delle lunghe saghe per ragazzi, molto più brevi come mole, che svelano un mondo ampio un volume alla volta, creando dipendenza. Penso sia un effetto casuale, ma che unito a un'ambientazione relativamente innovativa, lasciano un'ottima sensazione dopo la lettura.

Lissy, sua sorella, sua madre e sua nonna si trasferiscono in un paesino dell'Oklahoma, fuggendo dalla California dove la madre non riesce più a vivere per non essere riuscita a salvare un ragazzo rapito. Tutte le donne della famiglia hanno dei poteri, eredità di un'antenata vaga. Lissy vede l'aura delle persone, e nel corso della storia impara a vedere molto di più, le connessioni, amicizie, amori, impara a modellarle e manipolarle.

Nel romanzo abbiamo una peculiare descrizione e visione del mondo, mediata quasi interamente da queste aure colorate, in continuo movimento, con forme, vibrazioni, movimenti, tutti indicativi di stati d'animo e umori. Queste informazioni alternative rendono unico questo libro.

Ovviamente ci sono i cattivi. Il colore dei cattivi è un non-colore, il garn, e ovviamente si presenta un personaggio interamente color garn, su cui indagare e da smascherare nella sua cattiveria.

Il titolo è pessimo e non ha nulla a che vedere col racconto. Non ci sono aure nere. Il titolo originale Golden, dorato, ha molto più senso (è il nome dei "ragazzi fichi" della scuola, reso con Super in italiano), è più d'impatto e non inganna il lettore.

Spero verranno pubblicati anche i seguiti, con poche speranze visto che sono passati dieci anni dal primo volume, ma in inglese saranno ancora in circolazione!

sabato 10 settembre 2016

Elly Penny - (Dis)avventure al campeggio - Ruth McNally Barshaw

Che fare quando ti costringono a partire per il campeggio con la combriccola di parenti più noiosa del mondo? Povera Elly, ci sono proprio tutti: zia Arg, zio Tristan, il suo fratellino scimmia Ben-Ben, e tre cugini insopportabili Ericretino, Deanna La Lagna e la piccola Prissy Schiffy. A Elly rimane solo una via di scampo: scrivere e disegnare tutto nel suo diario! Età di lettura: da 7 anni.

Vanno di gran moda i "diari illustrati" per ragazzi. Elly Penny mi sembrava dare una prospettiva diversa, meno personale e più sociale e di osservazione, quindi gli ho dato una speranza, e ne sono ben felice.

Elly Penny (o pre-traduzione Elly McDoodle) è una ragazzina che compila con grande assiduità un suo diario illustrato. Annota tutto quel che impara, scopre, osserva. Parla della sua famiglia, degli altri ragazzi, dei giochi e dei problemi che affronta.

Il grande tema di questo primo diario illustrato è il rapporto con "i parenti antipatici". Seguiamo Penny costretta ad andare in campeggio con gli zii e i cugini che non sopporta, che hanno abitudini diverse da quelle della sua famiglia che le sono care come sono care a qualsiasi ragazzo le sue consuetudini.
Senza mai parlarne esplicitamente, ci viene mostrato un avvicinamento progressivo ai cugini, per varie ragioni e quindi agli zii, man mano che li umanizza, scopre che anche loro hanno passioni, curiosità e interessi, a volte paralleli ai suoi, a volte no, ma pur sempre passioni forti e umane.

E' un tema che non mi è mai capitato di veder affrontare da un libro per ragazzi, e il risultato è ottimo, anche aiutato dalla mole di osservazioni sulla natura e sui giochi che funzionano benissimo nel diluire la vera storia e nel non "imporla", rendendola pesante.

sabato 3 settembre 2016

Valentino - Natalia Ginzburg

«Parte dal trito, dal logoro della vita quotidiana; e, mentre ne sottolinea l'assenza, vi costruisce sopra una stilizzata ed ironica favola. Ma codesta professione di ingenuità surreale non obbedisce, nelle sue intenzioni, a un partito preso dell'intelligenza. Ricorrendo alle sue dolci e incantate macchiette, la Ginzburg vuol identificarsi con il senso stesso, assurdo e doloroso, della vita».

Natalia Ginzburg affronta dei temi delicati in questo romanzo breve.

Valentino è la storia di una famiglia, come è caro all'autrice. Un padre devoto, due figlie e il figlio maggiore, Valentino appunto.

Valentino è destinato a grandi cose, a una brillante carriera di medico, e tutte le risorse familiari finiscono investite sul suo futuro, a costo di privare tutti anche dei beni di prima necessità.
Valentino è bello, biondo, vanesio, ama i begli abiti, la bella vita, le ragazzette giovani e superficiali, ma decide di sposare Maddalena, una donna ricca e brutta che si prodiga per lui e la sua famiglia.

Da qui la storia vira su temi insoliti, si allude a Kit, un suo amico intimo di lunga frequentazione, all'insoddisfazione della moglie Maddalena. La sorella minore Caterina, la voce narrante, viene fortemente spinta verso un matrimonio verso questo amico, per tenerlo legato alla famiglia, ma la promessa viene spezzata e Kit si suicida disperato.

L'omosessualità di Valentino, fonte del suo disagio, non viene mai affrontata apertamente, né discussa. E' sepolta in profondità nel racconto, così come è sepolta in profondità nella società di cui si parla.

Tutto torna insieme nella triste battuta finale di Maddalena, ormai separata: "Avrei sopportato qualunque cosa, qualunque storia con una donna. Ma non questa cosa qui", che svela il cuore del conflitto coniugale.

Valentino è uno dei racconti più anonimi di Natalia Ginzburg e allo stesso tempo tra i più significativi per il messaggio che prova a portare in un'epoca in cui pochi scrittori si esponevano così platealmente nel parlare dell'omosessualità nei suoi aspetti di dramma personale da vivere.