domenica 3 luglio 2016

Notte eterna - Guillermo del Toro, Chuck Hogan - rilettura

Urania Horror 5, Marzo 2014
Sono trascorsi due anni da quando il virus diffuso dai vampiri ha invaso il mondo, che è ormai sull'orlo della distruzione. Il Padrone, il potentissimo capo degli strigoi, dopo aver annientato qualunque forma di resistenza da parte degli umani, ha rinchiuso in vasti campi di prigionia i sopravvissuti. A guidare i ribelli è una banda improvvisata di combattenti: Ephraim Goodweather, capo dell'Ente controllo e prevenzione malattie infettive, la dottoressa Nora Martinez, il disinfestatore russo Vasiliy Fet e il misterioso signor Quinlan. Le creature del male sembrano avere vinto su tutti i fronti, ma anche il Padrone ha un punto debole e solo un uomo è in grado di approfittarne. Ci si potrà fidare di lui?

Epica conclusione della trilogia "Nocturna", Notte eterna è una storia di pura adrenalina, tra scenari cupi e spiazzanti, in cui pochi eroi di tragica grandezza tengono alta la fiamma della speranza per aggiudicarsi l'ultima, imprevedibile mano di una partita decisiva.
 Avevo giò recensito Notte Eterna, avendolo letto come libro singolo e senza conoscere la trilogia nel suo complesso.
Ne avevo apprezzato la sua struttura di romanzo a sé stante, complice un salto temporale dai primi due romanzi. Questi si concentravano sullo scoppiare dell'epidemia e su come viene gestita dalla società umana, Notte Eterna invece è ambientato due anni dopo, in una atmosfera post atomica di buio, con una struttura sociale completamente ristrutturata attorno ai vampiri, con gli umani allevati nelle fabbriche del sangue.
Confermata questa impressione positiva, ho apprezzato di più i personaggi e la loro evoluzione, che si percepisce in maniera molto intensa. Eph che precipita nell'alcolismo e nell'abuso da antidolorifici dopo aver perso Zack, Zack stesso che viene allevato dal Padrone e plasmato per prepararlo al suo ruolo, la relazione tra Nora e Fet, inattesa.
Soffre invece il confronto con i ritmi e la complessità precedenti. Nella più classica struttura da trilogia, l'ultimo terzo è dedicato alla "grande battaglia", tutto deve concretizzarsi in uno scontro, deve esserci chiusura, il lettore sa benissimo qual è il punto di arrivo, quindi è impossibile avere troppi colpi di scena. Si può solo far aumentare la tensione, mettere il maggior numero di variabili in gioco e puntare sull'azione. La sofisticatezza si perde in favore dei muscoli.

Spero che la trilogia Nocturna abbia un revival, magari con la complicità della serie tv The Strain che ne è stata tratta, e diventi più popolare. La sua reinterpretazione del mito di creazione dei vampiri è uno dei più belli ed eleganti che abbia mai letto e merita il suo posto tra i classici del genere.

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