domenica 22 giugno 2014

Ameni inganni - Giuseppe Culicchia

Ameni inganni, journal.

Giuseppe Culicchia è appena entrato nella mia lista di autori da esplorare. Ho letto Ameni Inganni in una notte, in albergo al caldo e dell'umore sbagliato per questo racconto, ma nonostante questo è finito in un attimo.

Alberto ha quarant'anni, non lavora, vive nella soffitta della casa della madre e divide il suo tempo tra le sue uniche due passioni, costruire e collezionare modelli di astronavi e le riviste pornografiche americane.

La morte della madre che apre il romanzo sconvolge questo suo mondo di solitudine costringendolo ad affrontare la vita, ad imparare a cucinare, a prendersi cura di sé, a fare dei piani a lungo termine per sopravvivere.

A questo punto pensavo "Ah, beh, è un racconto ottimistico, di rinascita e riscoperta delle proprie potenzialità, niente di nuovo", in realtà è tutt'altro, è brutalmente reale nella sua discesa nella paranoia e nell'ossessione. I tentativi di uscire nel mondo si trasformano in goffi espedienti destinati a fallire. Un rapporto riallacciato per caso con una fidanzata del liceo degenera rapidamente in stalking. Le menzogne si moltiplicano. I piani vanno a pezzi.

Lo stile è "a la Chuck Palahniuk", seguendo il flusso di pensieri, più o meno frammentati e caotici in base alla situazione. La ripetizione fa un grande lavoro nel creare l'atmosfera giusta, le ricette dei sofficini, i nomi delle playmate, lunghi elenchi.

È un libro che fa paura per quanto sia vicino a molte realtà che vedo e vivo. Forse arriva più come un monito che come una storia di cui sorridere amaramente, ma è questo che lo rende così avvincente.

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