lunedì 23 giugno 2014

Morti viventi (a Dallas) - Charlaine Harris

Continuo a leggere la saga di The Southern Vampire Mysteries, dopo il primo volume, Finché non cala il buio.

La storia diventa più complessa, perde quell'aria di innocenza, ma ancora le diverse trame non riescono ad integrarsi.
Ci sono due storie nettamente separate, pigiate un po' a forza nello stesso arco narrativo.
L'omicidio di Lafayette, i festini segreti, la menade attirata da sesso, alcol e violenza.
Il rapimento di un vampiro dal nido di Dallas da parte della Confraternita del Sole (l'equivalente del KKK, ma con la fissa per i vampiri), e la successiva indagine e tentativo di infiltrarsi nella setta.

L'unico punto deludente rispetto al telefilm: Lafayette muore! Mai scelta di uno sceneggiatore è stata più azzeccata che tenerlo in gioco come personaggio principale. Lafayette è uno dei pilastri su cui si regge True Blood.
Il personaggio di Godric è sottotono e sprecato, tanto nella serie quanto nel romanzo. Un vampiro davvero antico, davvero potente, davvero distaccato dal mondo, descritto in maniera incredibilmente suggestiva, che poteva avere un ruolo importante nell'evoluzione di tutti i personaggi, viene (letteralmente) bruciato in pochi paragrafi. Sigh.

Si inizia ad intravedere un quadro più globale della situazione "super", un gruppo di mutaforma a Dallas, dei mannari, esploriamo un po' la gerarchia dei vampiri e quali sono le loro convenzioni mediate dal dover restare nella legalità. Sam è un personaggio più complesso, meno fraterno/amorevole e più libero e selvaggio grazie alla sua natura di mutaforma. Lo preferisco in questa versione.

Nessun commento:

Posta un commento