Un ascolto, questo, non una lettura. Ad Alta Voce mi delude raramente e la mia prima lettura del mago di Oz era molto datata, quindi era un'ottima occasione.
Ho apprezzato la nuova traduzione di Sara Sollors. Rispetto a quelle tradizionali il libro sembra molto svecchiato, non richiama più alla mente immagini in bianco e nero di Judy Garland che saltella su una strada di mattoni gialli costruita in uno studios. È più reale e vivida. Buttiamo via alcuni dei nomi tradizionali e che magari abbiamo già impiantati in mente anche senza aver mai letto il romanzo, ma il senso di straniamento passa in fretta mentre ci si cala nel mondo di Oz.
Penso che si recuperi la dimensione infantile del racconto, badando meno a simbolismi, interpretazioni, messaggi nascosti e da mantenere, in favore della leggibilità e della leggerezza. La trovo più in linea con lo spirito originale di Baum, spogliato di tutto uno strato di critica accumulata nell'ultimo secolo.
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