mercoledì 13 marzo 2019

La casa sulle sabbie mobili - Carlton Mellick III

Tick e Polly non hanno mai incontrato i loro genitori. Sono confinati nell’appartamento dei bambini dove crescono sotto le cure dell’anziana Tata Warbourogh, nell’attesa di poter incontrare mamma e papà e andare a vivere nel resto della casa. Dopo anni di attesa ormai Polly è diventata troppo grande per i vestiti che ha nell’armadio e dei genitori non c’è ancora nessuna traccia.

CMIII non delude.
In questo romando breve ci sono così tante idee e novità che sembrano quasi sprecate, compresse come dettagli di un mondo così complesso e da usare una sola volta. Sono sicuro che altri autori meno generosi avrebbero munto questa vacca per saghe intere, prima di lasciarla andare, e ammetto che sarei stati tra quelli desiderosi di bersi ogni singola goccia.
Siamo in un mondo futuro, lontano. Non tanto per la tecnologia ma per i costumi e le norme sociali. Gli adulti non si curano più dei bambini, li schifano e lasciano che siano droidi, macchine e ologrammi a crescerli e istruirli. I bambini di conseguenza hanno perso le loro caratteristiche neoteniche, sono piccole sanguisughe che si nutrono del sangue dei fratelli e sorelle maggiori, unici altri umani con cui hanno contatti.
Tick e Polly aspettano i loro genitori, hanno sempre vissuto nella loro attesa, chiusi nei loro alloggi e assediati a creature misteriose. Ovviamente dovranno uscire e scoprire un mondo cadente e in rovina, rimasto in funzione ma abbandonato. Dovranno sopravvivere in una casa-metropoli popolata di fantasmi reali e metaforici.

Non importa se non avete mai letto bizarro fiction. Questa non è *solo* bizarro fiction, è fantascienza delle migliori che abbia mai letto. What if mai sentiti né pensati, situazioni estreme, personaggi complessi nonostante la loro distanza.

venerdì 1 marzo 2019

Puttana da guerra - Carlton Mellick III

In un futuro in cui tutti sono stati arruolati fin dalla nascita, cinque soldati esausti attendono tra i ghiacci artici che accada qualcosa. Non sanno perché si trovano lì né cosa devono fare.

I loro superiori hanno smesso di dare ordini, il cibo sta finendo e forse non esiste nemmeno un nemico da combattere. Quando la loro puttana da guerra (un essere geneticamente modificato per soddisfare i desideri dei soldati) sparisce nella tormenta, decidono di lasciare il campo per andarla a salvare e ciò che trovano nella città di ghiaccio è ben al di là di ciò che avevano immaginato.
Un classico della letteratura bizarro. Ma un classico che mi delude ogni volta e che impallidisce al confronto di altri racconti lunghi o romanzi di Carlton Mellick III. Mi spiace quasi che l'autore sia così legato a un racconto che non spicca davvero.
Intanto c'è poco di bizarro. I mondi distopici sono così sdoganati da inserirsi tranquillamente nei filoni più tradizionali della fantascienza. I mondi distopici e militarizzati ancora di più. Certo, è estremizzato, ma non lo è forse ogni tratto che si desidera criticare o ridicolizzare, nella fantascienza?

Poi c'è l'aspetto sessuale della storia, che è caratteristico delle storie bizarro. Uno dei personaggi è una puttana da guerra, come da titolo, una "macchina biologica" il cui compito, oltre che combattere come gli altri soldati, è di trasformarsi secondo i desideri dei suoi commilitoni per soddisfarli in ogni modo possibile, dal più semplice al più perverso.
Dovrebbe colpirmi o shockarmi? Mi ha fatto pensare che fosse una trovata umana e decente, rispetto ai crimini di molti eserciti, passati e presenti. Mi ha fatto pensare che fosse un modo per incanalare tutti gli aspetti peggiori e più aggressivi della sessualità in modo che non si ripercuotessero su vittime innocenti. Non sono sicuro se l'intento fosse di indignare, di farmi empatizzare con la puttana da guerra costretta a subire abusi di ogni sorta nonostante stesse sviluppando una personalità, ma appena iniziato a empatizzare, scompare dalla scena per riapparire solo in un finale fiacco che lascia più domande che risposte.

Insomma, un racconto di fantascienza decente, poco bizarro, poco Carlton Mellick III.