martedì 20 ottobre 2015

Il ponte spezzato - Philip Pullman

Philip Pullman rende al meglio nelle ambientazioni fantastiche, di qualsiasi genere. Il suo stile stride con la modernità, specie se prova disperatamente a trasmettere un messaggio in maniera diretta e non metaforica.

Il ponte spezzato è stato un successo? Forse, o forse i critici si sentono in dovere di recensire positivamente un libro che affronta temi moderni e scottanti, come il razzismo, l'integrazione, etc. Sono felice che Pullman li abbia affrontati e in maniera così positiva e diretta, ma il risultato non è un buon libro.

Si parla di Ginny,  di una ragazza nera che vive col padre bianco. La madre di Ginny è morta quando era molto piccola lasciandoli soli. Con loro va a vivere Robert, il fratellastro bianco di Ginny, di cui il padre non aveva mai neppure parlato finché sua madre non è morta lasciandoglielo.


I tempi sono pessimi, i capitoli sono pieni di fuffa, non succede nulla per pagine e pagine e pagine. C'è un mistero nella vita passata del padre a cui si allude nel corso della storia, dandoci spizzichi e bocconi, Ginny indaga ma non scopre mai nulla di sostanziale e utile, si limita a fare fantasie su un episodio (circa mitico) riguardante il ponte spezzato del titolo, ma completamente scorrelato dalla realtà. Certo, è realistico che una ragazzina non riesca a portare avanti delle indagini complesse, ma da lettore non mi soddisfa. Tutto viene rivelato di colpo in un capitolo finale "a la Conan Doyle" in cui si racconta tutto il passato e come si sono create le circostanze attuali. Meglio di niente.

Un Pullman non al suo meglio, probabilmente da evitare se già non si sono affrontati i suoi cicli più celebri. Purtroppo il mischione di perbenismo, sociale, sovrannaturale, giallo, thriller, è troppo da digerire in un'unica storia.

sabato 17 ottobre 2015

Il mostro della montagna - Alfred Hitchcock

Il giallo dei ragazzi #89

Ah, che bello rivisitare i miti letterari d'infanzia.

Spero di aver iniziato dal caso peggiore dei Tre Investigatori, perché ci ho ritrovato ben poco dell'arguzia geniale che ricordo, anzi, ad essere buoni sembrano essere sotto la media in quanto a capacità investigative.

Hans e Konrad vanno a trovare con i tre investigatori la cugina Anna che non vedono da molti anni.
Anna si è sposata, di colpo. Anziché essere felice di vederli è agitata. Non vuole parlare in tedesco con loro. Non trova la chiave dalla sua cassetta di sicurezza. Si allena a firmare col suo nome. Vedete bene dove si va a parare.
E tutto questo insospettisce appena i nostri protagonisti, distratti da un mostro della montagna e da un improbabile piano per prenderlo.

Ah, il mostro, altro punto dolente. Il mostro torna a mettere KO personaggi vari, è un orso, non è un orso, non c'azzecca con la trama ma torna sempre, ci si aspetta una grande rivelazione. Essendo le storie in stile Scooby Doo, tutti gli elementi paranormali o inspiegabili alla fine si rivelano essere logici e razionali. Invece no, il mostro della montagna è proprio un mostro della montagna, misterioso, che alla fine viene fatto fuggire nonostante l'ovvio interesse scientifico che poteva avere un grande mammifero bipede ed intelligente sconosciuto.

Non è sicuramente la migliore delle avventure, la prossima sarà più fortunata.

mercoledì 7 ottobre 2015

Animorphs #18, The decision - K. A. Applegate

Animorphs #18, La decisione

Questo volume segna la prima interazione diretta Umani-Andaliti in un contesto ragionevole!
La scusa è un po' tirata, mentre i corpi degli Animorphs sono nello spazio Z durante una trasformazione, viene trascinato via da una nave Andalita di passaggio (fenomeno di cui si era già parlato considerandolo molto improbabile), e ancora per caso la nave è proprio diretta verso il pianeta dei telepatici Leeran che abbiamo conosciuto da poco come nuovo obiettivo Yeerk.
La trama terrestre si risolve frettolosamente in un paio di pagine a fine libro, improvvisamente irrilevante.

Del volume ho apprezzato molto il crollo definitivo dell'aria perfettina Andalite, non più paladini incorruttibili e ineccepibili, ma anche loro disponibili a tradire, essere meschini, spaventati e in definitiva più "umani". Aggiunge delle dinamiche più interessanti e meno stereotipate.