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lunedì 24 agosto 2020

L'orrore di Gow Island - Murray Leinster

Urania 425, 27 Febbraio 1966
Urania 782, 6 Maggio 1979
Un'isola di pochi chilometri quadrati. Una stretta pista di atterraggio e di decollo. Alcune baracche per l'alloggio del personale, un capannone a uso di magazzino, la stazione radio e radar. Un aereo schiantato in mezzo alla pista. La semplicità di questo impianto scenico contrasta violentemente con la macchinosità di certi romanzi dai mille e uno personaggi; ma trattandosi di Leinster, il lettore sa bene che la semplicità non andrà a scapito dell'interesse, anzi. E' proprio quando, con la distruzione del generatore elettrico, i pochi elementi visibili scompaiono, che l'orrore di Gow Island assume tutta la sua potenza di suggestione.

Un'isola, ultimo avamposto prima dell'artico. Isolata, una pista di atterraggio, una stazione di ricerca, condizioni difficili.

Atterra un aereo con tutti morti o scoparsi a bordo, di ritorno da una zona inesplorata con a bordo campioni vegetali. E' successo qualcosa ma non è chiaro cosa.

Una creatura misteriosa inizia a cacciare sull'isola, persone, uccelli, cani. E' inarrestabile e misteriosa, nessuno riesce a vederla, pensano che sia invisibile.

Ora, siccome abbiamo letto molti libri di fantascienza, sappiamo bene che le creature invisibili non sono mai davvero invisibili, e le creature misteriose in realtà sono normali creature con delle caratteristiche scientificamente ragionevoli ancora da spiegare grazie a indizi nella storia. La creatura misteriosa, viste le scomparse sull'aereo, può solo essere uno dei passeggeri mutato oppure una creatura mimetica, quasi sempre una pianta semovente e molto affamata.

Arrivano inaspettatamente delle piccole creature aggressive, lunghe un palmo e attirate dalla carne. Coincidenza? Non credo proprio, ma i protagonisti credono nelle coincidenze e non collegano i due fenomeni.

Il romanzo è una storia estremamente trascinata, con relazioni umane quasi caricaturali. L'esaltato complottista, la storia d'amore clandestina tra il capitano e una giovane sottoposta, l'amore non corrisposto. Se non ci fosse una storia simil-horror alle spalle, questa impalcatura sarebbe estremamente traballante, mi avrebbe fatto ridere al primo capitolo, sorridere al secondo e rinunciare la terzo. Se per caso fossi arrivato al fondo, sarei stato deluso dal finale estremamente blando in cui tutti se ne vanno dall'isola e "ci penserà il governo a sistemare tutto, visto che non hanno creduto ai nostri rapporti".

L'autore è uno dei grandi nomi della fantascienza americana, ma questo non è uno dei suoi romanzi migliori.


mercoledì 28 dicembre 2016

Gioie e sapori - Sergio Oricci

Gioie e Sapori è un racconto lungo con grandi potenzialità, ma che si schianta molto rapidamente perdendo ogni fascino, forse anche per colpa della quarta di copertina che promette molto più splatter e orrore di quanto possa offrire davvero.

L'idea di partenza è classica e molto apprezzabile. Nel piccolo paese di Boccamare di Sotto apre una nuova pasticceria, con un cuoco inquietante che soddisfa i bisogni di ogni suo cliente, specialmente i bambini. Adesca gli abitanti uno a uno, li attira coinvolgendoli in un progetto globale in cui lui, carnefice, userò ognuno di essi e i suoi sentimenti e memorie in una ricetta epica.
Purtroppo lo sviluppo è troppo rapido, non c'è tempo di vivere l'avvicinamento del pasticcere al cuore del paese, non c'è modo di vederne i tentacoli allargarsi poco alla volta. I tempi del racconto sono troppo stretti per essere credibili.

I bambini poi, voce principale nella storia, non si comportano né parlano da bambini. Hanno otto anni ma scrivono lettere complesse ed elaborate sui loro sentimenti. Quando sono in pericolo non reagiscono da bambini. Se un loro compagno è ferito, non piangono in un angolo, gli danno degli antibiotici. Sono una parodia malriuscita degli adulti che potrebbero essere.
Se fossero bambini che agiscono da bambini, l'orrore sarebbe ancora più grande. Così rendono la narrazione così irreale da rendere persino lo splatter delle scene finali insulso.

Peccato, ci sono tante belle idee, ma servirebbe una riscrittura completa per renderle godibili e leggibili da un pubblico avvezzo al genere.

domenica 25 dicembre 2016

Necroniricon - Andrea Berneschi

“Necroniricon” è una raccolta di racconti inquadrabile nel genere horror, ma ricchissima di sfaccettature. Si va dal thrilling allo splatter umoristico, dal fantastico puro al fantahorror, dal dark fantasy al post-apocalittico, fino a raggiungere i territori cari all’horror concettuale. I racconti sono ambientati nel passato (specie nel Medioevo), nel presente (specie in Italia) e in un futuro che vi augurerete di non conoscere mai (specie quello di “Zona arida” e “Social Killer”).
Sul sito della casa editrice.

Finalmente posso attaccare gli acquisti fatti a Stranimondi, con il giusto ritardo.
Ho iniziato da questa raccolta di racconti, perché ormai sono assuefatto al formato e curiosando l'indice c'erano tanti titoli che mi attiravano e tanta microfiction.
I generi sono estremamente vari, non c'è una linea conduttrice nella raccolta. Niente macrotesto quindi ma ha il vantaggio di poter essere letto in ordine casuale seguendo l'ispirazione e il tempo a disposizione.
Ho adorato i racconti a tema zombie, con varie reinterpretazioni della classica apocalisse, tutte viste dal punto di vista dello zombie-vittima, in una società distopica senza umani, schiavo in fabbrica, tutte idee fresche.
I racconti storici non sono all'altezza e mancano di spessore, si sente che non sono completamente documentati.

Mi ha stupito moltissimo l'editing curato, quasi incriticabile oserei dire. Normalmente nelle piccole case editrici ho visto la tendenza a saltare la fase di editing come superflua e la qualità ne risente fortemente. I Sognatori sembrano aver trovato un compromesso a questa necessità di tagliare sui costi di produzione, coinvolgendo i loro autori in un sistema di editing alla pari. Il risultato è eccellente e (da lettore) non posso che esserne felice.

domenica 3 luglio 2016

Notte eterna - Guillermo del Toro, Chuck Hogan - rilettura

Urania Horror 5, Marzo 2014
Sono trascorsi due anni da quando il virus diffuso dai vampiri ha invaso il mondo, che è ormai sull'orlo della distruzione. Il Padrone, il potentissimo capo degli strigoi, dopo aver annientato qualunque forma di resistenza da parte degli umani, ha rinchiuso in vasti campi di prigionia i sopravvissuti. A guidare i ribelli è una banda improvvisata di combattenti: Ephraim Goodweather, capo dell'Ente controllo e prevenzione malattie infettive, la dottoressa Nora Martinez, il disinfestatore russo Vasiliy Fet e il misterioso signor Quinlan. Le creature del male sembrano avere vinto su tutti i fronti, ma anche il Padrone ha un punto debole e solo un uomo è in grado di approfittarne. Ci si potrà fidare di lui?

Epica conclusione della trilogia "Nocturna", Notte eterna è una storia di pura adrenalina, tra scenari cupi e spiazzanti, in cui pochi eroi di tragica grandezza tengono alta la fiamma della speranza per aggiudicarsi l'ultima, imprevedibile mano di una partita decisiva.
 Avevo giò recensito Notte Eterna, avendolo letto come libro singolo e senza conoscere la trilogia nel suo complesso.
Ne avevo apprezzato la sua struttura di romanzo a sé stante, complice un salto temporale dai primi due romanzi. Questi si concentravano sullo scoppiare dell'epidemia e su come viene gestita dalla società umana, Notte Eterna invece è ambientato due anni dopo, in una atmosfera post atomica di buio, con una struttura sociale completamente ristrutturata attorno ai vampiri, con gli umani allevati nelle fabbriche del sangue.
Confermata questa impressione positiva, ho apprezzato di più i personaggi e la loro evoluzione, che si percepisce in maniera molto intensa. Eph che precipita nell'alcolismo e nell'abuso da antidolorifici dopo aver perso Zack, Zack stesso che viene allevato dal Padrone e plasmato per prepararlo al suo ruolo, la relazione tra Nora e Fet, inattesa.
Soffre invece il confronto con i ritmi e la complessità precedenti. Nella più classica struttura da trilogia, l'ultimo terzo è dedicato alla "grande battaglia", tutto deve concretizzarsi in uno scontro, deve esserci chiusura, il lettore sa benissimo qual è il punto di arrivo, quindi è impossibile avere troppi colpi di scena. Si può solo far aumentare la tensione, mettere il maggior numero di variabili in gioco e puntare sull'azione. La sofisticatezza si perde in favore dei muscoli.

Spero che la trilogia Nocturna abbia un revival, magari con la complicità della serie tv The Strain che ne è stata tratta, e diventi più popolare. La sua reinterpretazione del mito di creazione dei vampiri è uno dei più belli ed eleganti che abbia mai letto e merita il suo posto tra i classici del genere.

lunedì 23 maggio 2016

La caduta - Guillermo del Toro, Chuck Hogan

Urania Horror 4, Dicembre 2013
Dopo il ritrovamento dei cadaveri infettati da un misterioso virus letale, a New York regna il caos: le persone spariscono, i negozi vengono saccheggiati e l'esodo di massa dalla città sembra inarrestabile, mentre il sottosuolo brulica di creature assetate di sangue. E' scoppiata la guerra tra vampiri del vecchio e del nuovo mondo per il controllo totale degli esseri umani, che risultano ancora più deboli e vulnerabili. Abraham Setrakian, l'anziano professore sopravvissuto allo scontro con il capo dei vampiri, continua a guidare il piccolo gruppo di resistenza composto dagli scienziati Ephraim Goodweather e Nora Martinez, oltre al disinfestatore Vasiliy Fet. Ma potrebbe essere troppo tardi...
Secondo episodio della trilogia "Nocturna" dopo La progenie, La caduta è un thriller avvincente e cinematografico, ricco di azione e suspense, che conferma le notevoli doti dei suoi autori.
Un classico "secondo libro di una trilogia" in cui qualcosa (poco) va bene ai protagonisti e i piani dei cattivi vengono alla luce poco alla volta, creando la vera crisi, ancora più crisi della prima crisi, passando dal microscopico dell'epidemia a New York a una vera pandemia.
La caduta è un romanzo di raccordo, non vivrebbe bene autonomamente, anche se introduce alcune nuove linee narrative, non si sofferma abbastanza sui personaggi principali da permettere di seguirne agevolemente le motivazioni.

Arrivano dei personaggi nuovi che purtroppo sono stati grandiosi nella serie tv e per contrasto sono sottotono e un po' sciapi. L'angelo d'argento, luchador messicano zoppo e star di innumerevoli film in cui lotta contro i vampiri. Il personaggio trash perfetto da inserire in una storia di vampiri seria, non come spalla comica ma come vero combattente, sembra così vuoto e privo di speranze da avere un effetto deprimente su chi gli sta attorno.

Confermo la mia opinione sullo stile di del Toro e Hogan congiunti: troppo dettaglio, troppo rimuginare, troppa descrittività involuta che mentre in piccole dosi potrebbe aiutare l'ambientazione, quando invece l'ambientazione c'è già ben solidificata nella mente del lettore, lo fa solo irritare.
Le scene di inseguimento e combattimento stancano.

Setrakian, il vecchio ebreo del banco dei pegni, si conferma il più grande cacciatore di vampiri della letteratura recente. Van Helsing è un dilettante privo spessore e di spina dorsale al confronto.

Ora posso ri-leggere alla luce dei primi due volumi il terzo libro della trilogia che avevo letto (per caso) in maniera indipendente. Penso sia un esperimento interessante, valutare due volte lo stesso romanzo singolarmente o inserito in un arco narrativo più grande, che non avrei fatto volontariamente.

venerdì 6 maggio 2016

La progenie - Guillermo del Toro, Chuck Hogan

Urania Horror 3, Ottobre 2013

Un Boeing 777 atterra all'aeroporto di New York e rimane immobile sulla pista. Si sospetta un attentato terroristico, ma quando le forze speciali salgono a bordo si trovano invece di fronte a una scena agghiacciante: sembra che tutti gli occupanti dell'aereo siano morti senza una ragione comprensibile. Eph Goodweather, dell'Ente prevenzione malattie infettive, e la sua collega Nora Martinez esaminano i cadaveri; qualunque ne sia stata la causa, la morte deve averli colti di sorpresa. La notizia dell'accaduto arriva fino ad Abraham Setrakian, un anziano ex professore, l'unico in grado di capire la situazione. L'uomo riconosce in quel fatto inspiegabile l'evento a cui si è preparata per tutta la vita... Si tratta di un morbo dagli effetti letali, la cui diffusione nelle strade di Manhattan dà inizio a uno scontro in cui gli umani diventano il cibo di misteriosi esseri soprannaturali. Con l'aiuto di Setrakian, Eph dovrà cercare di fermare il contagio e salvare la città prima che sia troppo tardi...
Guillermo Del Toro e Chuck Hogan rinnovano gli schemi del genere horror, facendo della Progenie un romanzo ad alta tensione visionaria che ci trascina nel cuore di un'epica battaglia tra bene e male, vita e morte, umano e disumano.

Questo volume di apertura della trilogia di Notte Eterna sembra quasi un manuale introduttivo per libri horror pensato per chi è digiuno del genere. Prende per mano lentamente ed esplora una serie di cliché e elementi ricorrenti dei vampiri delle varie tradizioni, spiega quasi esplicitamente in cosa differiscono quelli in gioco, aiuta un lettore abituato alle ambientazioni realistiche a rimettere in modo la sua sospensione dell'incredulità.
La trama per chiunque abbia anche solo una vaga infarinatura horror è chiarissima e lineare. Arriva un aereo con una misteriosa creatura a bordo che uccide tutti. C'è una bara piena di terriccio. Misteriosa epidemia, cadaveri scomparsi, solo uno strano vecchio con un'antica saggezza sa come affrontare la minaccia.
La storia si sviluppa a ritmo terribilmente lento nelle storie dei vari infetti e delle rispettive famiglie e situazioni, spesso senza abbastanza varietà da rendere interessanti una serie di trasformazioni identiche. Questa abbondanza di punti di vista per la narrazione che normalmente considereei positivamente, funziona abbastanza male appena si entra nel vivo dell'azione e spezza il ritmo delle storie principali, Ephram l'epidemiologo, Vasiliy Fet lo sterminatore e Gus Elizalde l'ispanico sfigato.

La serie tv The strain, basata sulla trilogia di Notte Eterna, ha fatto un ottimo lavoro nel ripulire la storia dai rami morti e nell'aggiungere a quelli spogli, come la giovinezza di Abraham Setrakian, integrandola meglio con il passato del Padrone, aggiungendo un minion nazista proveniente dal suo campo di concentramento per rendere più personale la sua crociata.

mercoledì 17 febbraio 2016

Mutazioni - Stefano Fantelli, Michael Laimo





Mutazioni è una miniraccolta di due racconti della Nero Press, a tema, appunto, Mutazioni.

E' la seconda raccolta della serie che leggo, dopo Zombie History, anche se questa volta è l'autore americano, Michael Laimo, ad avermi convinto di più e di cui cercherò sicuramente qualche romanzo o raccolta di racconti per approfondirlo.
Lo stile di Stefano Fantelli, per quanto pulito e piacevole, ha dei ritmi davvero troppo lenti per un racconto basato su suspance e rivelazioni.

Cinque minuti di video racconta una storia molto semplice e d'impatto, un fotografo con un sito particolare in cui pubblica e "vende" l'accesso ai suoi clienti. Gira l'America alla ricerca di soggetti adatti (adatti a cosa? Purtroppo il titolo della raccolta è un grosso spoiler, ma non guasta troppo l'atmosfera), e un giorno finisce in una città dove i soggetti adatti alla sua arte proliferano e sono presenti in percentuali molto superiori al normale.
Il visto/non visto di questo racconto viene usato in maniera abile per assetare il lettore di dettagli cruciali e sommergerlo di immagini sbagliate e disturbanti. Sono invidioso di questa capacità di aprire e chiudere i rubinetti dell'immaginario e usarli per torturare il lettore!

Incantevole, dopo un inizio lento e difficile da seguire, è una classica storia di Justice Porn. Con mostro aggiunto. Se ci fosse stata solo quella scena, con un protagonista più abbozzato e meno psicanalizzato, sarei stato molto più convinto.

Segnalo anche questo divertente blog dedicato alla versione LibroGame di Mutazioni! Personalmente vi consiglio di giocarci quando avrete già letto i racconti, per non rovinarvi l'effetto, ma se non potete aspettare...

lunedì 30 novembre 2015

Morto e spacciato - Charlaine Harris

Dopo qualche volume un po' fiacco la serie si riprende.
Il bisnonno Fae diventa rilevante e si spiegano una serie di conflitti e di problemi mostrati in precedenza con le sue interazioni con Jason.
I mutaforme fanno outing, ma non ci sono troppi problemi, sembra più un espediente narrativo per confondere le acque sull'omicidio di Crystal, la pantera mannara, attorno a cui si struttura la storia di questo romanzo.

La macrostoria non avanza molto, Sookie ancora offesa con Bill per averla spiata, Sookie sposata con Erik, Quinn Alcide e Sam si vedono ma restano in pausa. I pretendenti sono troppi per farli muovere tutti in ogni libro.
Per fortuna si scava molto nel passato, si scopre la verità sulla morte dei genitori di Sookie e si tirano le fila di diverse trame rimaste aperte dalla grande catastrofe dell'uragano Katrina e dell'attentato in cui era morta la regina Sophie-Anne.

Un libro di transizione ma molto solido, con dei colpi di scena ragionevoli e logici, per cambiare.

mercoledì 11 novembre 2015

Zombie History - Livio Gambarini, Scott Kenemore

Zombie History è una mini raccolta di racconti a tema edita dalla Nero Press. Il tema è molto particolare e specifico: epidemie zombie "nella storia".
La Nero Press è sempre una garanzia.

Contiene due racconti.

Il primo racconto è dell'italico Livio Gambarini, di gran moda di recente, "La grande moria". Ci presenta una insolita epidemia zombie nella Firenze del 1300, vista da un (giovane) Boccaccio che si rifugia in un campanile per nascondersi e sopravvivere.
Ammetto che è la prima volta che vedo la peste bubbonica reinterpretata in chiave zombie, ed è un accostamento davvero affascinante per l'affinità naturale tra le due epidemie.
Buttiamoci in mezzo riferimenti letterari e reinterpretazzioni della storia boccacesca, ed il risultato è un racconto che merita di essere letto e consigliato.

Il secondo racconto, dell'americano Kenemore, "La battaglia di Harlem Heights", piazza invece i nostri zombie durante la guerra di indipendenza americana. Il generale Washington incontra in segreto il generale delle truppe inglesi per discutere di strane creature incontrate in una caverna nei boschi di Harlem. Indiani morti da tempo risorti per difendere il loro territorio.
Purtroppo la mia mente non può fare a meno di saltare alle trame di Sleepy Hollow e il suo approccio per cui "tutto ciò che riguarda i padri fondatori in realtà è una copertura per trame sovrannaturali", che un po' mi guasta il racconto.
Kenemore insiste molto sul citare casualmente i luoghi attorno ad Harlem con i nomi del tempo, indiani e olandesi, per il piacere intellettuale di dirci "guarda come somigliano ai nomi attuali dei quartieri di New York", che sarebbe divertente come gioco, se non fosse ripetuto davvero troppe volte.

Gambarini, ottimo, anche per via dell'ambientazione nostrana che è piacevole da leggere e ritrovare nei nostri ricordi di letteratura.
Kenemore, divertente ma molto più forzato, con solo il finale profetico a salvare il racconto.

mercoledì 8 luglio 2015

Di morto in peggio - Charlaine Harris

Di morto in peggio è un libro della saga un po' sottotono.
Succedono tante cose, ma senza un filo conduttore (o due, da tradizione) che crei della tensione o un vero desiderio di continuare a leggere.

Tra i mannari Alcide diventa capobranco in maniera complicata, scontri interni del branco.

I vampiri sono sottosopra e dopo la caduta di Sophie-Ann, la Louisiana viene invasa e conquistata. Il nuovo re è Felipe de Castro, lo stereotipo dell'immigrante cubano in versione vampiro. La scusa con cui Sookie viene legata anche a lui è un po' patetica e probabilmente sarebbe bastato anche solo renderlo interessato ai poteri telepatici, senza sminuire un vampiro (re di un suo stato quindi probabilmente potente) facendolo legare e quasi morire nella prima scena in cui compare...

Finalmente la famiglia di Sookie si espande, conosciamo Niall Brigant, bisnonno e re delle fate, dall'atteggiamento ambiguo ma bendisposto, e proprio alla fine il figlio della cugina morta di Sookie, anche lui telepatico, che promette molto bene per il futuro della serie.

Amelia è il personaggio chiave, che mi stupisco sempre di più non sia stata inserita nella serie tv. Ha carattere, fa magie sceniche. Probabilmente la scelta di fonderla con LaFayette è stata dettata dal bisogno di avere la maggior parte del cast corale in ogni episodio, senza diluirlo ulteriormente.

venerdì 9 gennaio 2015

Morti tutti insieme - Charlaine Harris

Il primo libro della saga fatto come un vero romanzo!

Una sola storia, ben articolata e strutturata, con delle premesse, uno svolgimento, degli ostacoli più o meno sequenziali ed una risoluzione chiara e ben spiegata, con degli elementi del giallo classico, tutti presenti e solo da mettere insieme. Una crescita dei personaggi non brusca e poco credibile. C'è tutto!

Sookie accompagna la regina della Louisiana ad un convegno di vampiri, dove deve sottoporsi ad un processo per l'uccisione di suo marito, il re del Arkansas, per decidere se è stata una violazione del contratto matrimoniale e se ha diritto ad ereditare lo stato del marito.

Ovviamente i vampiri tramano e complottano, si uccidono a vicenda e la Confraternita del Sole ci tiene ad aiutarli a morire.

Quinn diventa meno epico e fenomenale, scopriamo la sua storia pre-Sookie e smette di essere un mastrolindo tigre belloccio lucido muscoloso ma ancora bidimensionale. Riesce persino ad essere geloso in maniera non stereotipica.

sabato 1 novembre 2014

Decisamente morto - Charlaine Harris

Un libro faticoso da iniziare.
Eredità?
Cugina morta?
Convocazione dalla regina?
Avvocato Cataliades?

Presto arriva la consapevolezza di aver saltato un libro. Deve essere quello per forza, perché lo stile della Harris non è quello di iniziare ad azione iniziata, ed anche se fosse sta chiaramente dando per scontato che sappiamo di avvenimenti e personaggi mai visti prima.

Invece no, nessun libro saltato, solo un racconto, che "siccome siamo italiani e non ce ne accorgiamo" non è stato aggiunto per cortesia prima del romanzo, o anche in una raccolta di racconti, se proprio volevano farci faticare, si sarebbe sopportato.

Un bambino rapito viene recuperato grazie ai poteri telepatici di Sookie. Sookie frequenta Quinn la tigre mannara, sempre minacciosa e pronta a toglierla dai casini periodici. Lo svuotamento dell'appartamento della cugina vampiro (nonché amante della regina) si complica quando un mannaro vampirizzato si sveglia nello sgabuzzino della casa da liberare.

Finalmente scopriamo che Sookie ha sangue di fata, aprendo nuovi entusiasmanti orizzonti narrativi.

domenica 28 settembre 2014

Morto stecchito - Charlaine Harris

Apprezzo sempre di più questa serie, man mano che diverge dalla serie TV ed acquista un suo spessore indipendente (che mancava nei primi romanzi, bisogna ammetterlo).

I personaggi diventano più complessi in maniera naturale, anche se in ogni singolo volume agiscono pochissimo o in maniera selettiva.

Qualcuno sta sparando ai mutaforma, ci sono due personaggi nuovi in circolazione, quindi uno dei due è il colpevole, poca suspance ma la trama regge bene fino alla fine. Forse sarebbe l'ora di cambiare il format "muoiono o sono cattivi il barista del Fangtasia e il cuoco di Merlotte", perché anche se sono personaggi simpatici e nuovi ogni volta, sono sicuro che ci sono altri modi per introdurre qualche nuovo attore in scena.

La selezione del nuovo capobranco dei mannari di Shreveport è la prima "grande scena" completamente nuova e di grande impatto.
La vita di Jason da pantera mannara invece è un po' sottotono e poco sfruttata, ed un peccato, essendo uno dei cambiamenti maggiori in un personaggio principale.

martedì 9 settembre 2014

Morto per il mondo - Charlaine Harris

Bill è in Perù per il suo censimento dei vampiri.

Eric ha perso la memoria e va a vivere da Sookie.
Jason è sparito.
Una frazione di Bon Temps è abitata da pantere mannare incestuose.
Le prime fate si fanno vedere per il paese.

Shreveport è invaso da streghe mannare drogate di sangue di vampiro.
Bubba-Elvis vampiro torna in azione.

Una ricetta perfetta per il primo libro della saga davvero trash senza ritegno, che ha adottato lo spirito che abbiamo davvero amato in True Blood.

La storia è sempre divisa in due in maniera molto netta, la lotta contro le streghe mannare e il rapimento di Jason, e come nei libri precedenti le due storie sono completamente scorrelate tra loro in maniera del tutto casuale, creando l'effetto CSI in cui due casi contemporanei non interagiscono mai tra loro.

Molto apprezzabile l'amnesia di Eric che permette di sviluppare in maniera molto originale l'esplorazione del personaggio, mostrandoci come sia "ripulito" da mille anni di diffidenza verso gli umani e verso il mondo, nel suo stato originale ed ingenuo.

lunedì 4 agosto 2014

I vermi conquistatori - Brian Keene

Urania Horror 6, Luglio 2014

Un mondo sommerso da piogge incessanti, dove la terraferma assume l'aspetto di isole nella corrente; una landa d'incubo già semidevastata dall'emersione di creature gigantesche che si sono risvegliate dopo un sonno di eoni nel cuore della terra... Ecco lo scenario in cui Teddy Garnett e il suo amico Carl si trovano a tentare di sopravvivere. Ciechi, colossali e affamati, i vermi conquistatori non hanno altro scopo che divorare gli uomini e distruggerne case e villaggi con spietata determinazione. Come conseguenza della loro uscita dalle voragini, terremoti e inondazioni hanno rinnovato la maledizione del Diluvio. Una tesa vicenda horror per un grande romanzo apocalittico.

Keene ci ripropone il tema biblico del diluvio universale in chiave horror.
Piove, piove da giorni e la terra si sta allagando. Le coste vengono colpite da onde anomale e divorate poco alla volta. I pochi sopravvissuti si ritirano sulle montagne rimaste allo scoperto come isole in attesa di essere divorate.

La storia è divisa in due linee.
Una terrestre, con i due vecchi Ted e Carl rimasti sulla loro montagna, rifiutando l'evacuazione, che lottano per sopravvivere in un clima sempre più ostile e braccati da una razza di vermi giganti che è venuta in superficie spinta dall'acqua che è filtrata nel sottosuolo.
L'altra linea è quella di sopravvissuti in una metropoli, in cima ai grattacieli, che affrontano invece creature mitologiche e sanguinarie riemerse dagli abissi e strani culti nati col diluvio.


Il finale è un po' atteso ed in linea con il mito biblico, ma senza cori di angeli e raggi di luce dal cielo, per fortuna. L'atmosfera cupa e rovinosa del romanzo non l'avrebbe permesso!

L'unica pecca di questa reinterpretazione è il terzo mistero mai spiegato. Vermoni? Check. Kraken? Check. Muffa assassina pervasiva? Dimenticata per strada. Eppure di tutte le minacce sembrava essere l'unica a cui non si potesse sparare addosso (i protagonisti sono pur sempre redneck americani), e quindi davvero pericolosa!

I vermi conquistatori è l'estensione di una storia breve di Brian Keene "Earthworm Gods", fusa e reinterpretata con "The Garden Where My Rain Grows", entrambe poco recuperabili in Italia.

venerdì 25 luglio 2014

Il club dei morti - Charlaine Harris

Bill è stato rapito, Sookie va a cercarlo in Mississipi con l'aiuto di Alcide, al suo debutto nella serie di libri.

In questo romanzo vediamo un Bill anomalo, vapiro ultrasecolare ma geek dei computer, intento a compilare un database/censumento dei vampiri americani, che diventa merce preziosa tanto da mettere in pericolo la sua vita.

Pur poco credibile come caratterizzazione, rende Bill estremamente più umano e ancora più improbabile del vampiro Bill che conosciamo da True Blood.

Eric e Alcide che duettano per le attenzioni di Sookie, finendo per riportarla tra le braccia di Bill, sono l'attrattiva principale, una continua vena comica ben integrata nella trama.

Per la prima volta viene introdotta Tara come personaggio di rilievo, anche se non l'amica di lunga data di Sookie che ci si aspetta, con il suo compagno vampiro che immagino giocherà un ruolo più avanti nella serie.

Sono contento che Charlaine Harris abbia abbandonato lo stile multitrama (che non gestiva benissimo) per tornare ad una storia lineare, un solo problema su cui concentrarsi e da raccontare.

lunedì 23 giugno 2014

Morti viventi (a Dallas) - Charlaine Harris

Continuo a leggere la saga di The Southern Vampire Mysteries, dopo il primo volume, Finché non cala il buio.

La storia diventa più complessa, perde quell'aria di innocenza, ma ancora le diverse trame non riescono ad integrarsi.
Ci sono due storie nettamente separate, pigiate un po' a forza nello stesso arco narrativo.
L'omicidio di Lafayette, i festini segreti, la menade attirata da sesso, alcol e violenza.
Il rapimento di un vampiro dal nido di Dallas da parte della Confraternita del Sole (l'equivalente del KKK, ma con la fissa per i vampiri), e la successiva indagine e tentativo di infiltrarsi nella setta.

L'unico punto deludente rispetto al telefilm: Lafayette muore! Mai scelta di uno sceneggiatore è stata più azzeccata che tenerlo in gioco come personaggio principale. Lafayette è uno dei pilastri su cui si regge True Blood.
Il personaggio di Godric è sottotono e sprecato, tanto nella serie quanto nel romanzo. Un vampiro davvero antico, davvero potente, davvero distaccato dal mondo, descritto in maniera incredibilmente suggestiva, che poteva avere un ruolo importante nell'evoluzione di tutti i personaggi, viene (letteralmente) bruciato in pochi paragrafi. Sigh.

Si inizia ad intravedere un quadro più globale della situazione "super", un gruppo di mutaforma a Dallas, dei mannari, esploriamo un po' la gerarchia dei vampiri e quali sono le loro convenzioni mediate dal dover restare nella legalità. Sam è un personaggio più complesso, meno fraterno/amorevole e più libero e selvaggio grazie alla sua natura di mutaforma. Lo preferisco in questa versione.

domenica 8 giugno 2014

Finché non cala il buio - Charlaine Harris

Ammetto di non essere imparziale, per quanto riguarda The Southern Vampire Mysteries. Potrebbero essere i libri peggiori del mondo, e penso che li affronterei comunque con entusiasmo ottimistico, condizionato dalla trashosità contagiosa di True Blood, la serie che hanno generato.

Un po' del piacere si perde dal sapere già come si svilupperanno diverse linee narrative e quali saranno i colpi di scena principali, ma si intravede già dal primo volume (di tredici) una netta divergenza rispetto alla serie TV. Questo fa ben sperare in qualcosa di nuovo da leggere, per espandere l'universo di Sookie.

La storia e lo stile sono semplici come la protagonista, è lei che ci fa da filtro e tutto diventa semplice ed un po' in bianco e nero, spaventoso o rilassante, noioso o eccitante. Le sue abilità telepatiche le permettono di rendere il suo ruolo di narratore molto potente e versatile, nelle mani di una buona scrittrice.

Fan della serie, forse sarete delusi dalla semplicità di questo primo volume, meno personaggi, meno azione, meno LaFayette, ma è comunque un'esperienza da fare!

(Perché, perché, perché non hanno tenuto Bubba, Elvis Presley vampirizzato male e diventato un vampiro tonto che mangia gatti per passione? Sarebbe stato così terribilmente adatto ed avrebbe reso ancora più fenomenale True Blood. È la miglior idea mai vista in un libro di vampiri moderno!)

martedì 13 maggio 2014

Notte eterna - Guillermo del Toro, Chuck Hogan

Urania Horror 5, Marzo 2014

Sono trascorsi due anni da quando il virus diffuso dai vampiri ha invaso il mondo, che è ormai sull'orlo della distruzione. Il Padrone, il potentissimo capo degli strigoi, dopo aver annientato qualunque forma di resistenza da parte degli umani, ha rinchiuso in vasti campi di prigionia i sopravvissuti. A guidare i ribelli è una banda improvvisata di combattenti: Ephraim Goodweather, capo dell'Ente controllo e prevenzione malattie infettive, la dottoressa Nora Martinez, il disinfestatore russo Vasiliy Fet e il misterioso signor Quinlan. Le creature del male sembrano avere vinto su tutti i fronti, ma anche il Padrone ha un punto debole e solo un uomo è in grado di approfittarne. Ci si potrà fidare di lui?
Epica conclusione della trilogia "Nocturna", Notte eterna è una storia di pura adrenalina, tra scenari cupi e spiazzanti, in cui pochi eroi di tragica grandezza tengono alta la fiamma della speranza per aggiudicarsi l'ultima, imprevedibile mano di una partita decisiva.

Stazione, a Milano. Tanta gente che mi confonde. Volevo l'ultimo Urania che a Pisa sembrava non arrivare anche se era già metà mese. "Figuriamoci se a Milano non l'hanno già distribuito!" e lo chiedo fiducioso all'edicolante. Mi porge questo volume, senza esitare, ed io sciocco mi fido.

Mi trovo in mano un Urania Horror, fuori collana, uscito da un po', ma che non avevo mai letto. Un terzo volume di una serie di tre. Sigh. Ma ero senza libri da leggere e con l'ebook reader semivuoto e triste, quindi l'ho provato comunque, ed a posteriori... è stato un buon errore!

La storia di Notte Eterna si regge bene da sola, non si fa alcun riferimento ai due libri precedenti (che comunque mi procurerò), che diventano semplicemente l'ambientazione di questa storia, già statica ed appurata. Allo stesso modo i personaggi e la loro storia vengono ripresentati con garbo e senza l'effetto "nelle puntate precedenti".

Un vampiro, il Padrone, ha preso il controllo di tutta la terra, in modo sistematico e matematico. Dopo aver aspettato per anni aspettando le condizioni propizie e calcolando il giusto rapporto tra vampiri, umani, umani da sangue e milizia. Un vampiro intelligente e pianificatore è molto più spaventoso del vampiro bestiale interessato a nutrirsi e riprodursi, ciecamente e senza un piano, ed è ancor più difficile da combattere e anticipare.
(Niente vampiri luccicanti, in caso ve lo chiedeste. Vampiri brutti, morti e repellenti, con un lungo pungiglione stile zanzara che esce dal collo per iniettare i parassiti vermiformi che trasmettono l'infezione. Una delle rappresentazioni/interpretazioni meno invitati che io abbia mai letto riguardo ai vampiri.)

I protagonisti sono umani, deboli, il Padrone ha delle leve su di loro, per trattenerli e limitarli. L'uomo è senza speranze in questo mondo, può essere schiavo o morire. L'unica ancora di salvezza è un mezzo vampiro leggendario che aiuta la resistenza, in cambio del più classico testo sacro antichissimo, che un po' alla volta viene tradotto e ci svela la nascita della stirpe di vampiri, con precisi riferimenti e reinterpretazioni bibliche.
Ammetto di apprezzare molto le mitologie ben costruite nei romanzi fantasy, e trovarne una di un buon livello in un libro horror è davvero raro. Sono sicuramente tra i capitoli di qualità migliore, intelligenti e ben architettati.

Se riuscite a procurarvi la trilogia, merita un pensiero!

mercoledì 7 maggio 2014

Doctor Sleep - Stephen King

Ci sono tre King.
Il primo, che adoro, scrive storie naturali, che scorrono piacevolmente, si fanno divorare, senza neppure lasciare un senso di vuoto o incompiutezza quando sono finite.
Il secondo è il King che vuole scrivere ad ogni costo, con trame studiate a tavolino, un po' artificiose. I romanzo che sono intimamente convinto essere opera di ghostwriter, anche se non si può insistere a riguardo.
Il terzo è quello giovane e con delle idee ancora confuse su cosa crei le giuste atmosfere. Shining è di questo genere, esasperante lento ed eccessivo. I tomi fantasy (esclusi Gli occhi del drago, che è più favoleggiante) sono in questa categoria, per una sorta di immaturità tardiva dovuta al cambio di genere.

Da molto tempo non mi capitava di leggere un romanzo di King del primo tipo, e neppure me lo aspettavo, essendo un seguito (poco ispirato?) ed avendo visto commenti mediamente negativi.

Invece c'è tutto. Il mondo di Shining si amplia in maniera naturale (le piccole incongruenze si possono giustificare senza danni con un narratore non affidabile in Shining, in fondo era un bambino), non è più il bambino contro degli orrori del passato, ma contro gli orrori del presente, con un ruolo attivo anziché da ombre-trappola che si limitano ad aspettare e chiamare a sé le loro vittime.

Dan, sopravvissuto all'Overlook Hotel, è diventato un alcolizzato nomade come il padre, per soffocare la luccicanza. Ma proprio la luccicanza nella sua incarnazione classica, l'amico immaginario Tony, lo spinge a fermarsi in uno specifico paese e ad impegnarsi per rimettere in sesto la sua vita.

I nuovi personaggi sono Abra, una ragazza dotata di una fortissima luccicanza. Dan diventa il suo mentore, in una nuova incarnazione morale di Dick Hallorann, cuoco dell'Overlook che lo era stato per lui al tempo, e gli aveva anticipato che prima o poi sarebbe stato il suo turno.

Il nuovo cattivo è il Vero Nodo, una compagnia nomade di "vampiri di luccicanza", che vive sulla strada sempre a caccia di stragi di cui nutrirsi o di bambini da torturare e rapire.

La storia è un gioco ad incastri perfetto. Non c'è nulla di horror, niente dell'atmosfera frenetica e fuori controllo che caratterizzava Shining. Dan e Abra sono più potenti, più organizzati e sempre un passo avanti al Vero Nodo, anche nei momenti più disperati. Di solito questa supremazia dei personaggi con cui ci si immedesima leggendo, è indice di un libro noioso ed un po' scontato. In questo caso è solo un costante senso di esaltazione che non scende mai di livello.

Capisco le critiche degli amanti di Stephen King horror ad ogni costo, sarà stato una delusione enorme, ma io posso solo ammirare una tecnica perfetta, che fa impallidire i suoi romanzi più "spontanei" degli esordi.