Urania Classici 44, Novembre 1980
"L'ora dei Trifidi" scrive un illustre critico che lesse questo primo romanzo di Wyndham in manoscritto "è un libro del tipo di quelli che assicurarono la celebrità al giovane H. G. Wells, e che da allora sono sempre stati imitati senza successo. Il fallimento degli imitatori fu determinato da errori che John Wyndham è riuscito ad evitare." La storia che Wyndham ci racconta è, si, fantastica e immaginosa come tutte quelle che fanno parte del repertorio di Wells; il suo pregio però deriva non solo dal vivido potere di immaginazione dell'autore, ma soprattutto dalle sue alte doti di scrittore, dall'abilità con cui è riuscito a rendere scientificamente credibili le stranezze della sua storia e a popolare di caratteri vivi e reali l'assurdo sfondo su cui essa si svolge. I trifidi, strane piante malaugurate, originariamente sviluppate per le loro possibilità di fornire oli di prima qualità, erano un prezioso patrimonio per il genere umano; e tali rimasero fintanto che le condizioni permisero all'uomo di esercitare il loro primato. Ma quando un improvviso disastro privò gli esseri umani del solo dono che assicurava loro questo primato, la vista, i trifidi, in tenace agguato, divennero una vera e spaventosa minaccia. Quel che accadde allora è raccontato qui da uno dei pochi fortunati che scamparono al disastro. La sua storia è fantastica e paurosa, ma assolutamente plausibile e affascinante come solo una vera opera di immaginazione può essere. Benché l'autore abbia pubblicato un certo numero di racconti sotto vari pseudonimi, questa è la prima opera che compaia sotto il nome di John Wyndham e siamo sicuri che produrrà una viva impressione.
Il giorno dei trifidi è il prototipo di romanzo del What If nella fantascienza, una delle prime dissezioni analitiche di una situazione improbabile esplorata con tutto il realismo possibile, scientifico, sociale e psicologico.
Wyndham parte da premesse molto semplici. Supponiamo che quasi tutta l'umanità diventi cieca all'improvviso a parte pochissime eccezioni. Supponiamo che siano diffuse a livello globale coltivazioni di una pianta mobile, aggressiva e intelligente capace di predare questi uomini ciechi.
Come si evolverebbe la società a partire da questa situazione? Come crollerebbero le città, come si strutturerebbero le nuove comunità dopo al declino? Si riuscirebbe a non tornare a uno stato preindustrale?
Wyndham grazie al suo protagonista testimone, William Masen, che viene sballottato qua e là per una Londra cadente, alla ricerca della sua anima gemella incontrata proprio grazie alla crisi, ci parla di tutte queste ipotesi. Dell'attesa di soccorsi destinati a non arrivare in città, del tentativo di gruppi idealisti di salvare più ciechi possibili, delle inevitabili epidemie.
Il giorno dei trifidi è un romanzo datato, ma non è invecchiato. Poco cambierebbe se il What If fosse ambientato nel nostro decennio. I nemici della ricostruzione sono sempre e comune altre persone con ideali fuorviati e i primordiali e implacabili trifidi.
L'archepito degli zombie non era ancora diffuso quando Wyndham scrisse questo romanzo, ma penso che con un po' di elasticità mentale possa rientrare nel genere. I trifidi sono instancabili, attaccano gli umani uccidendoli in modo rapido e doloroso per nutrirsi del loro corpo. Costringono i sopravvissuti a vivere in piccole comunità rurali, fattorie, isolate e fortificate per impedire l'accesso ai trifidi attirati dai rumori e dalla presenza di persone. Molte delle conseguenze naturali di questo stile di vita sono esattamente quelle che abbiamo esplorato più e più volte nelle più classiche apocalissi zombie.