domenica 15 dicembre 2019

La donna del Club 49 - Patrick Holland

A Saigon, Joseph, giovane reporter australiano, si guadagna da vivere scrivendo articoli, e soprattutto ricattando politici e uomini d’affari con fotografie compromettenti.
Mentre sta seguendo il caso di una ragazza trovata morta sulle rive del fiume, viene avvicinato da un uomo che gli parla del Club 49 e della “piccola stanza oscura” in cui ha visto una bellissima donna dagli occhi color nocciola coperta di ferite. Joseph si lancia subito nelle indagini, non solo per scoprire ciò che di losco accade nel locale, ma nella speranza di ritrovare finalmente una ragazza del suo passato che non riesce a dimenticare.
Un romanzo scritto (e tradotto da Giacomo Falconi) in maniera meravigliosa. Ti costringe a leggere, ti fa stare male e andare avanti pagina per pagina.
C'è tanto Vietnam in questa storia, ma un Vietnam che non ti aspetteresti, pieno di male e corruzione. Un male senza redenzione in cui tutti sono complici, nessuno si salva. Non c'è ristorante, bar, albergo senza che il traffico di donne e schiavi salti fuori in qualche forma. Nessuno è innocente, tutti ci guadagnano in qualche forma, dai più ricchi ai più poveri.
La storia è lineare e quasi piatta. Cerca una donna, la trova, la segue, gli scappa. C'è il mistero di una stanza dove giovani donne vengono torturate per il divertimento di ricchi clienti e della donna che cerca ferita dopo aver visitato la stanza, ma le cui ferite scompaiono. Mistero risolto col più trito e sconfortante cliché narrativo, dopo grandi promesse.
Non c'è redenzione in questa storia. Il "cattivo" della storia non viene punito per il male che ha fatto, ma per non averlo fatto nel modo giusto, per aver trovato un filo di umanità.
Il protagonista è ridicolo, idealista, insegue una donna di cui ha un vago ricordo e una foto, ma non è mai sicuro di averla trovata. Si dice innamorato, pronto a rischiare la vita, solo per inseguire questa ombra che esiste solo nella sua mente.
I motori di questa storia sono pessimi, lo stile è sublime. La media è un romanzo che fa gridare vendetta a chi non ha dato uno sceneggiatore a Patrick Holland per strutturargli una storia da scrivere.