domenica 28 settembre 2014

Morto stecchito - Charlaine Harris

Apprezzo sempre di più questa serie, man mano che diverge dalla serie TV ed acquista un suo spessore indipendente (che mancava nei primi romanzi, bisogna ammetterlo).

I personaggi diventano più complessi in maniera naturale, anche se in ogni singolo volume agiscono pochissimo o in maniera selettiva.

Qualcuno sta sparando ai mutaforma, ci sono due personaggi nuovi in circolazione, quindi uno dei due è il colpevole, poca suspance ma la trama regge bene fino alla fine. Forse sarebbe l'ora di cambiare il format "muoiono o sono cattivi il barista del Fangtasia e il cuoco di Merlotte", perché anche se sono personaggi simpatici e nuovi ogni volta, sono sicuro che ci sono altri modi per introdurre qualche nuovo attore in scena.

La selezione del nuovo capobranco dei mannari di Shreveport è la prima "grande scena" completamente nuova e di grande impatto.
La vita di Jason da pantera mannara invece è un po' sottotono e poco sfruttata, ed un peccato, essendo uno dei cambiamenti maggiori in un personaggio principale.

mercoledì 24 settembre 2014

Focolari di pietra - Jean M. Auel

Al contrario dell'ultimo libro, tanto campeggio e poca sostanza, che spingeva il lettore ad andare avanti a spinte di forza di volontà ed affetto verso i personaggi, il quinto della serie recupera e si fa adorare.

Ayla e Giondalar sono tornati alla nona caverna degli Zelandoni e si devono unire al raduno d'estate.

Il format è sempre lo stesso, hanno tante novità, l'allevamento, le pietre da fuoco, il propulsore, tante cose imparate lungo la strada, e devono stupire tutti con queste novità, impressionandoli nel modo più opportuno per la storia. Stranamente non è fastidioso vedere questa struttura ripetersi più e più volte, forse grazie ad un attento lavoro di editing per rimuovere ogni situazione in cui sarebbe sembrato fastidioso.

Non ci sono personaggi negativi esagerati e sgradevoli, Zolena/Zelandonai che era stata suggerita come il grande antagonista, nei racconti sulla giovinezza di Giondalar, si rivela essere una buona persona, interessata ad Ayla e alla sua storia, mai in contrasto con lei.

La ricostruzione storica accurata e dettagliata inzia a traballare, ma è un pregio. Sono sicuro che la vita quotidiana degli umani di 25mila anni e le loro interazioni sociali descritte realisticamente fa non potessero essere così interessante da giustificare 600 pagine di storia.

venerdì 19 settembre 2014

Le pianure del passaggio - Jean M. Auel

Ayla e Giondolar lasciano i Mamutoi, finalmente felici, e questo libro ci racconta il lungo estenuante viaggio attraverso tutta l'Europa per tornare alla nona caverna degli Zelandoni.

Si tratta sicuramente del più noioso della saga, gli avvenimenti sono più o meno ripetitivi, si reincontrano popolazioni già viste, grande sorpresa per cavalli e lupo, grandi innovazioni tecnologiche col propulsore, la pietra focaia, il tirafili, quant'altro. Tutti si scandalizzano più o meno appena scoprono che i Testapiatta sono umani. Ayla si affeziona alle persone del posto, Giondolar ha fretta e devono ripartire, strazio e saluti.
 Poi si ripete tutto da capo con la popolazione successiva.

Le scene di maggior interesse sono la lotta contro la società allo sbando di proto-amazzoni che tengono i loro uomini in un recinto, dove finalmente la minacciosità di Lupo si concretizza in maniera scenica per impressionare i primi veri cattivi (per scelta e non per cultura) della saga; l'incontro con l'uomo ferito del Clan (un Testapiatta) e il tentativo di mediazione culturale che ha grandi potenzialità per i volumi seguenti.

Le pianure del passaggio è da leggere con animo leggero e pronto a saltare le scene troppo ripetitive con descrizioni compulsivamente complete e accurate di flora, fauna, abitudini migratorie, geologia, quant'altro si possa inserire che sia stato studiato dell'epoca. Leggete alla leggera e se vi interessa esistono saggi con tutte queste informazioni presentate in maniera sistematica e più gradevole che non tentando di spacciarle per intrattenimento.

sabato 13 settembre 2014

Animorphs #4, The message - K. A. Applegate

Animorphs #4, Il Messaggio

Abbiamo un nuovo giocatore, su questa vicenda globale in cui tutto si combatte nel ristrettissimo territorio urbano di 5 ragazzini.

Ax, n altro sopravvissuto della nave Andalite, rimasto intrappolato su un pezzo della nave in fondo all'oceano e che è riuscito a contattare gli Animorphs sulla superficie, gli unici a poter ricevere i suoi messaggi mentali. Ovviamente, per non rendere troppo facile la vita ai nostri protagonisti non è uno dei guerrieri di bordo. È l'unico adolescente di età-Andalite paragonabile a loro, oltre che fratello del defunto Elfangor.

Ci sarà da creare nuovi legami e da gestire un alieno che può trasformarsi in umano (in un mix dei nostri 5 umani preferiti) solo per un paio d'ore alla volta.

Per una volta sono interessanti i capitoli obbligatori di adattamento alla mente di un nuovo animale, con i cetacei che permettono di giocare un po' sull'intelligenza superiore alla norma dell'animale in cui si trasformano.

La grande domanda di questo volume: perché gli Animorphs non assorbono il DNA di tutti gli animali con cui entrano in contatto, per avere una scelta più ampia? Sembra che vadano a cercare animali nuovi solo quando hanno bisogno di una abilità specifica. Se stai viaggiando sul dorso di una balena mi sembra davvero davvero stupido non approfittarne per acquisire quella trasformazione! Una balena po' essere incredibilmente utile se ricapitasse di dover viaggiare per mare, o combattere contro la pseudo-balena a propulsione di Visser Three!

martedì 9 settembre 2014

Morto per il mondo - Charlaine Harris

Bill è in Perù per il suo censimento dei vampiri.

Eric ha perso la memoria e va a vivere da Sookie.
Jason è sparito.
Una frazione di Bon Temps è abitata da pantere mannare incestuose.
Le prime fate si fanno vedere per il paese.

Shreveport è invaso da streghe mannare drogate di sangue di vampiro.
Bubba-Elvis vampiro torna in azione.

Una ricetta perfetta per il primo libro della saga davvero trash senza ritegno, che ha adottato lo spirito che abbiamo davvero amato in True Blood.

La storia è sempre divisa in due in maniera molto netta, la lotta contro le streghe mannare e il rapimento di Jason, e come nei libri precedenti le due storie sono completamente scorrelate tra loro in maniera del tutto casuale, creando l'effetto CSI in cui due casi contemporanei non interagiscono mai tra loro.

Molto apprezzabile l'amnesia di Eric che permette di sviluppare in maniera molto originale l'esplorazione del personaggio, mostrandoci come sia "ripulito" da mille anni di diffidenza verso gli umani e verso il mondo, nel suo stato originale ed ingenuo.

lunedì 1 settembre 2014

Il nostro caro Dexter - Jeff Lindsay

Il secondo volume della saga di Dexter.

Sto leggendo questa saga reduce -deluso- dalla fine della serie tv. Essendo una delle poche serie in cui mi sarebbe spiaciuto avere troppi spoiler, li evitavo con cura, anche se mi rendo conto di quanto siano divergenti le storie che raccontano e di quanto fosse inutile questa precauzione.

Morta La Guerta nel volume precedente, Dexter si trova pedinato da Doakes, che sospetta di lui e sente l'affinità "da psicopatici".

Mentre Doakes insegue Dexter, un altro killer sbuca dal passato di Doakes ed inizia a dare la caccia a tutta la loro compagnia militare coinvolta in operazioni di dubbia moralità in Centro America.

La linea della storia della caccia al cattivo è abbastanza lineare e non particolarmente eccitante.
È invece molto apprezzabile il lato più famigliare ed umano di Dexter, sviluppato in maniera molto delicata con la promessa di matrimonio accidentale e l'avvicinamento a Rita ed ai suoi figli. Sono curioso di leggere come Lindsay abbia sviluppato questo legame tra Dexter ed il figlio, in cui ha notato i primi sintomi del suo "passeggero oscuro" e che si ripromettere di guidare verso degli omicidi sicuri ed etici così come è stato guidato lui da giovane.

Capodanno in giallo - AAVV

Capodanno in giallo, journal.

Mi piacciono molto i racconti gialli, specialmente le raccolte a tema, quindi ero felice di questo tema festivo.

Purtroppo costringere gli autori della scuderia Sellerio a scrivere anziché raccogliere racconti già pronti, non si è rivelata una grande idea, con risultati meno che soddisfacenti.

Camilleri l'ho appena provato, le due pagine necessarie a ricordarmi perché l'avevo trovato intollerabile. Se mai lo tradurranno in italiano ci riproverò, per ora non mi vanno letture etniche in lingue diverse dall'italiano e dall'inglese.

Recami mi era nuovo come autore, ed è stata una delle due scoperte della raccolta. Non scrive propriamente un giallo, ma di una sfortunata serie di eventi che si incastrano in una complicata notte di festa nella Casa di Ringhiera che intuisco essere l'ambientazione usuale per le sue storie.

Manzini scrive l'unico vero giallo, in senso classico, di questa raccolta. Morto, testimoni, indagini, scoperte, piste false e piste reali con colpo di scena. Sarà anche incredibilmente tecnico e meno umano degli altri, ma scrive bene e appassiona.

Aykol. Non ho parole, non c'è mistero, non c'è storia. C'è un vagare confuso in un susseguirsi senza speranza di pagine riempite senza sapere dove andare a parare.

Costa è come Camilleri, ma scrive in italiano. Purtroppo scrive di temi e dinamiche che mi sono completamente ignote e che vengono date per scontate (la Sicilia andrà vissuta in prima persona, per capirla). Una volta superato l'impatto iniziale, la storia è divertente, i personaggi hanno un grande spessore e Costa riesce a creare molto rapidamente un passato a tutti gli attori coinvolti, per giustificarne le azioni in scena.

Malvaldi lo apprezzo sempre di più. Nonostante la storia di (simil)goliardia pisana, il racconto sul capodanno pisano è molto godibile e divertente. L'omicidio e la sua soluzione sono di un banale disarmante, quel banale che ti fa pensare "perché non si sono guardati attorno capendo subito chi era il copevole?", ma lo si perdona facilmente, a Malvaldi e alla Loggia del Cinghiale (di cui - non ne sono orgoglioso - avevo sentito parlare e ne avevo letto lo statuto online, diversi anni fa).
Il racconto di Malvaldi sta in fondo alla raccolta per lasciare un buon ricordo globale e lasciare l'impulso a leggere anche la prossima Pasqua in Giallo, o Compleanno in Giallo, quale che sia!

Per riassumere.
Malvaldi: sempre ottimo, anzi, nei racconti si esprime meglio che nei romanzi.
Recami: cercherò dei sui romanzi, ha vinto un nuovo lettore.
Costa e Manzini: medi, probabilmente erano inibiti dal dover scrivere a tema, ma se la sono cavata dignitosamente.
Aykol: anche no.
Camilleri: disapprovo la sua diffusione come scrittore.