lunedì 29 maggio 2017

Baby Boomers - Mario Pacchiarotti

Anni Venti del terzo millennio.
L’Italia è dominata dalla Fratellanza, un partito con pericolose tendenze assolutiste che ha ottenuto incredibili risultati elettorali. Vengono approvati provvedimenti iniqui, eppure popolari, come la legge che priva gli ultraottantenni del diritto di voto.

In questo clima autoritario e distopico, dove la corruzione è ormai pervasiva, c’è qualcuno che decide di ribellarsi. Si tratta dei Baby Boomers, sei affiatati vegliardi che decidono di sferrare un colpo al sistema di governo.
 Ho letto questo romanzo in due sessioni di lettura, metà andando verso Torino al Salone del Libro, metà tornando. E questo dovrebbe già essere un grande punto a favore, perché dal Salone si torna sempre con tante letture da fare che distraggono facilmente da quelle in corso!

Mi ha stupito molto la struttura di Baby Boomer, niente tre atti, niente archi classici, ci ho visto delle scelte molto coraggiose, quasi idealistiche quanto quelle di cui racconta.
La partenza lenta dedicata a costruire i tanti personaggi funziona perché tutti sono costruiti con cautela, dandogli il giusto spessore, trovando spesso modi di riprendere il moderno di ora come un vintage del futuro, sia nell'estetica che nei modi. Ho persino avuto il sospetto che tutto il libro fosse un lungo esperimento di caratterizzazione e sarebbe stato così fino alla fine, un personaggio dopo l'altro, ognuno con la sua storia che parla di una società futura e distopica presentandola da un punto di vista alla volta fino a esaurirla.

Invece poi la storia decolla e il puzzle di cui si sono visti i pezzi sparsi nei vari personaggi torna insieme, a volte nel modo atteso e rassicurante, a volte no.
Saltiamo rapidamente dalla mente degli ostaggi, a quella della polizia a quella dei rapitori, e stranamente empatizziamo con tutti, persino con i cattivi che forse non sono completamente cattivi, per prepararci allo scioglimento finale.

Un'ottima lettura che mi sento davvero di suggerire, andate a scaricare l'anteprima di Baby Boomers su Amazon e decidete da voi!

Uccelli di rovo - Colleen McCllough

Sì, l'ho fatto.
Ho letto Uccelli di Rovo, il libro che porta con sé più pregiudizi di qualunque altro.
Il libro presente in più e più copie polverose nella casa di ogni vecchina. Il libro con il rapporto copie stampate su copie lette più basse nella storia dell'editoria italiana.

Ed è stata un'esperienza fantastica.
Nessuna delle vecchine che l'ha comprato allegato a Gente o Novella 2000 dopo l'uscita della miniserie deve averlo mai letto, perché è un libro di grande profondità. Un'epopea familiare degna del Wilbur Smith dei tempi migliori, con più preti nudi sotto la pioggia, più dramma, più ambiguità.
Colleen McCllough ama i suoi personaggi, ma li odia anche nelle loro sfaccettature peggiori, li uccide in modo reale, crudele, inaspettato. Come nella vita vera dove un incendio devastante non salva per gentilezza i personaggi principali della tua vita, miete a caso.

Uccelli di Rovo seziona la società australiana di inizio secolo, la analizza in un dettaglio morboso appassionandoci a questioni inspiegabilmente lontane da noi. Il tutto per poi precipitarci nell'Europa della seconda guerra mondiale, così vicina a noi, negli intrighi del Vaticano, resi anch'essi umani, pieni di sangue e peccato, per l'occasione.

La famiglia Cleary non si scorda facilmente. È una famiglia di donne forti nonostante le fragilità: Mary Carson, Fee, Maggie. Gli uomini sono tanti ma ciechi alle sottiliezze della vita, del mondo. Padre Ralph de Bricassart ci avvicina a una classe di uomini diversi, ma ancora deboli nella loro ignoranza.

Non voglio parlare della storia, wikipedia la copre a sufficienza e non è quella il pregio di questo libro raffinato e delicato, che riesce a capire ed empatizzare così a fondo con epoche e luoghi lontanissimi tra loro.