lunedì 25 gennaio 2016

Animorphs #20, The discovery - K. A. Applegate

Animorphs #20, La Scoperta

Il primo volume di una sotto-trilogia, in cui si introduce un nuovo animorphs (temporaneo?), David.
David è un ragazzino spocchioso, con un cobra domestico, un padre nell'FBI e manie di grandezza. Ed ha trovato il cubo Andalite che dona il potere di morph a chi lo usa. Ovviamente è stupido e prova a venderlo su internet, facendosi piombare in casa i soliti Yeerk, Visser compreso, portando alla cattura della sua famiglia e a rovinarsi la vita.
Siccome tutti sono buoni e fiduciosi, anziché abbandonarlo in un bosco, gli permettono di unirsi al gruppo per una delle missioni più urgenti viste fin'ora nella serie. Visser Three vuole piombare su una riunione del G8 (che per caso, come sempre, viene organizzata a due passi da dove abitano) e prendere controllo dei più importanti leader mondiali.
Quale momento migliore per portare allo sbaraglio un nuovo animorphs, non abituato a trasformarsi e con soli morph mai provati e pronti ad impazzire? Già.
Ovviamente tutto quel che può andare storto va storto, per aumentare la tensione prima dei seguiti.
Visser acquisisce il presidente degli Stati Uniti e poi lo libera, senza che si possa fare nulla per ostacolarlo, e metà del gruppo di Animorphs è trasformata in scarafaggio e in caduta libera verso il suolo, espulsi dalla Blade Ship di Visser Three.
Non c'è davvero suspance perché abbiamo visto scene molto simili, basta tornare umani e trasformarsi in rapaci prima di colpire il suolo, o semplicemente atterrare, visto che uno scarafaggio è molto leggero e a prova di caduta.
Globalmente un capitolo molto debole della saga, con un personaggio molto poco empatizzabile che dovrà diventare cattivo molto rapidamente oppure morire in maniera eroica per riprendersi, e una trama che perde acqua e credibilità da ogni parte.

I diari delle streghe - L'iniziazione - Lisa J. Smith

A volte non mi voglio bene e decido di superare la repulsione per l'aspetto di una serie e leggere comunque il primo volume, per carpirne i segreti.
Non c'erano segreti.
Il primo volume de I Diari delle Streghe è brutto e deludente quanto promette dall'esterno, la storia è superficiale, i personaggi sono superficiali, l'ambientazione è superficiale.

La classica adolescente con cui immedesimarsi si trasferisce a casa della nonna, che vive in un apposito quartiere delle streghe di New Salem, con 12 abitazioni, una per ognuna delle famiglie originali. 12 abitazioni come le 12 streghe di una congrega. E toh, si è appena liberato un posto.

In parallelo abbiamo l'arrivo in questo nuovo liceo con "il club" (le streghe) che fanno danni e si comportano da bulli, con altri studenti, coi professori, con chiunque. E tutti tollerano in silenzio. Il tentativo di far passare da personaggi positivi una parte dei bulli riesce solo a metà.

Non manca la storia d'amore proibita, con un ragazzo della congrega incontrato "per caso" prima del trasferimento a New Salem e che, per caso, è proprio il ragazzo, promesso, per sempre, destino, etc, all'unica del gruppo ad aver accolto la protagonista. Conflitto!

Cassie Blake, la protagonista, è il primo personaggio più lento e ottuso di Bella di Twilight. Non riesce a mettere insieme i pezzi di quel che succede attorno a lei neppure con delle insegne al neon lampeggianti a indicarle la soluzione.

Depressione.

lunedì 11 gennaio 2016

Trilogia del ritorno - Fred Uhlman

Ero scettico, iniziando a leggere questa trilogia di racconti lunghi. Non amo particolarmente le testimonianze storiche romanzate e Uhlman mi è capitato in mano un po' per caso.

Mi ha sorpreso, perché riesce a evitare tutti gli angoli più "banali" e visti della seconda guerra mondiale vista e raccontata da un ebreo in Germania, dando un taglio intimo e particolare ai racconti.

L'amico ritrovato parla di un ragazzo ebreo che fa amicizia con un compagno di classe, di nobile famiglia tedesca. La famiglia dell'amico sviluppa nel giro di poco più di un anno simpatie verso Hitler e la sua nuova politica, forzandoli ad allontanarsi, fino all'espatrio preventivo del protagonista.

Un'anima non vile racconta la stessa storia ma a ruoli invertiti, dal punto di vista del ragazzo tedesco, questa volta manipolato dalla famiglia e messo sotto costante pressione. Rivive gli anni della scuola in un'ultima lettera prima di essere giustiziato per l'attentato alla vita di Hitler del '44.

Niente resurrezioni, per favore fatico ad inserirlo nello stesso filone dei primi racconti, mi sembra estraneo. Parla di un ritorno in Germania vent'anni dalla fine della guerra, ritrovando per caso dei compagni di quello stesso ginnasio che lega la trilogia. Purtroppo ogni tedesco nasconde l'ombra del nazismo e non riesce a fidarsi di nessuno, finendo per accettare ed abbracciare la sua estraneità alla Germania che per i primi vent'anni di vita l'ha cresciuto.

Lo stile di Uhlman è sparso, velocissimo e quasi ipnotico. È difficile staccarsi da uno dei racconti prima di averlo finito. Le storie che racconta, per quanto semplici, sono intrecciate con se stesse, divagano quando c'è della tensione, accelerano quando non c'è tensione, impedendo di allontanarsi. Sono quasi costretto ad ammettere di aver apprezzato questa trilogia più per lo stile e la maestria nello scrivere che per i (pur giusti e buoni) messaggi che ci trasmette.

martedì 5 gennaio 2016

Animorphs #19, The departure - K. A. Applegate

Animorphs #19, La Partenza

Una ventata d'aria fresca nella serie. Sarà l'influsso di un nuovo ghostwriter ad aver risollevato lo stile?

Un atto di ribellione all'interno degli Animorphs mette in moto questo breve arco narrativo. Cassie non vuole più uccidere, era da inizio serie che rimuginava sui problemi etici del trasformarsi e combattere, e il tema era già venuto a galla prepotentemente durante la lotta sotto forma di formica.

Lasciato il gruppo promette di non usare più il suo potere, e ovviamente tutto degenera molto rapidamente quando incontra Afran, uno Yeerk in difficoltà, attaccato da un orso, e durante il salvataggio è costretta a rivelare per la prima volta che il gruppo di ribelli sulla Terra non è un gruppo di Andaliti ma di ragazzi umani. Pur di far breccia nell'animo Yeerk, decide di farsi possedere, condividendo ogni suo ricordo, per mostrare le sue buone intenzioni e come non desideri davvero uccidere e scontrarsi. Durante questo scambio abbiamo anche un primo spaccato su come gli Yeerk vivono nel loro stadio primordiale di "lumache", senza luce, colori e gioia.

Cassie accetta di sacrificare i suoi colori lasciandosi intrappolare in un morph, in cambio della libertà dell'ospite umano di Afran. Ne esce grazie a un (ingegnoso e credibile) tecnicismo del processo di morphing.

La Partenza è una storia molto anomala, riflessiva, senza combattimenti, inseguimenti e i problemi affrontati solitamente, ma per la prima volta i cattivi vengono mostrati in una scala di grigi, con una loro moralità individuale e in cui semplicemente sono i più spietati a fare carriera e decidere le azioni dell'intera razza.

domenica 3 gennaio 2016

Nuova grammatica finlandese - Diego Marani

Sampo viene trovato a Trieste con una contusione al capo, incapace di parlare, leggere o capire discorsi altrui. Sugli abiti porta scritto quello che sembra essere il suo nome, Sampo Karjalainen.

Un medico finlandese, riconosciuta l'origine di questo nome, lo prende sotto la sua ala e inizia a rieducarlo al linguaggio senza troppe speranze, prima in Italia e poi rimandandolo in Finlandia per immergersi nella cultura locale per sbloccare i suoi ricordi e la sua identità perduta.

La storia è originale e davvero appassionante da seguire, anche se per il fatto stesso di non poter sentire e capire i dialoghi altrui, quasi tutto il libro è narrato, il mondo viene osservato senza le parole per descriverlo, tutto suona ostile e sconosciuto. L'effetto è pesante e opprimente.

Sampo ascolta le parole, le disseziona, non riesce mai veramente ad assaporarne il meccanismo. Ogni suo rapporto umano viene assorbito dalla sua ossessione per il linguaggio. Il prete ortodosso che gli narra leggende della mitologia nordica, l'infermiera che prima l'aveva accolto e da cui riceve lettere a cui non riesce mai a rispondere. Tutti finiscono per allontanarsi e perdersi.

I brani mitoloci narrati da Koskela, il cappellano militare, sono dei piccoli capolavori in sé, narrati in uno stile incredibilmente evocativo, pieno di immagini e di energia grezza.

Nuova grammatica finlandese è un grande libro. Non è una lettura leggera ed è facile sentirsi quasi sommersi dalla mancanza di parole e di comunicazione nel testo, ma merita lo sforzo di resistere.