martedì 25 aprile 2017

Il pifferaio magico - danza macabra in undici quadri - Michael Ende

Il pifferaio magico di Ende è un pifferaio anticapitalista. Ende scrive il libretto di questa opera pochi anni prima di morire, nel 1993.
I cattivi sono i ricchi - preti, giudici, politici -, che vendono le loro anime e il loro paese per il denaro. Adorano un ributtante idolo topo che caca monete in un calice, e per ogni moneta produce un nuovo ratto portatore di malattie e pestilenza.
Così i ratti divorano il cibo di Hamelin, costringendo i ricchi a comprarne dall'esterno e rendendoli ancora più dipendenti dall'idolo ratto, in un circolo vizioso.

Il pifferaio che può allontanare i ratti è la loro salvezza da questa impasse, ma provano comunque a ingannarlo, non disposti a rinunciare alle infinite ricchezze dell'idolo.

Il pifferaio non rapisce i bambini in questa versione della storia: li porta lontani per salvarli dagli adulti del paese, incapaci di cambiare. Dona loro il suo flauto e la capacità di difendersi dai pericoli del denaro, prima di essere ucciso dalle milizie di Hamelin.

La storia è stupenda, piena di colori, di miseria e di emozioni. La traduzione italiana mi ha stupito moltissimo, rime, metrica, suoni, tutto è estremamente naturale negli undici quadri che raccontano questa storia.

Resterà con me a lungo l'immagine dell'idolo ratto dal corpo flaccido e marcio, coperto di piaghe e pustole e impiccato alla sua stessa coda, che ruota lentamente e caca a ogni giro uno zecchino d'oro in un calice.

martedì 4 aprile 2017

Il vestito dei libri - Jhumpa Lahiri

Jhumpa Lahiri ci immerge con grande tatto nella sua vita, dall'infanzia al periodo d'oro della scrittura, usando come filo conduttore della sua storia le copertine dei libri.
Le copertine anonime e vuote dei classici, che lasciano parlare il loro contenuto senza distrarre il lettore, fino alle copertine dei suoi libri, quelle stridenti e fastidiose e quelle in perfetta armonia con il pensiero del lettore.
L'autrice conosce l'Italia, ed è interessante la sua riflessione sulle collane li libri, un fenomeno tutto nostro, in cui non si veste il libro, ma lo si integra in una grafica già stabilita e condivisa. Nelle collane straniere vivono autori morti e classici, in Italia convivono allegramente passato, presente e avanguardia, finendo per nobilitare i nuovi autori e per tenere in vita quelli antichi. È una prospettiva veramente bella e ottimista sullo stile editoriale italiano.

Il vestito dei libri è una lettura "agile", si divora in meno di un'ora e vale ogni minuto investito di questa ora.