Tradotta per la prima volta in italiano, l’antologia “Festa di primavera” rappresenta un’ottima occasione per scoprire una delle migliori autrici di fantascienza contemporanea cinese.
Nella raccolta sono contenuti "L’estate di Tongtong", incentrato su una questione di grande attualità: l’uso di androidi come supporto a una popolazione che invecchia rapidamente; "Festa di primavera" che racconta spaccati di vita quotidiana del popolo cinese in un futuro prossimo; "Stanotte sfilano cento fantasmi", ambientato nel contesto della mitologia cinese, dove una specie di Pinocchio al contrario – unico ragazzo vero in mezzo a tanti fantasmi – deve confrontarsi con le regole di una città popolata da esseri immaginari. Completano l’antologia i racconti, "Anna", storia di un amore travagliato ai tempi dei social network, "Paradiso", delicata favola fantascientifica su un’isola che sta sprofondando e il saggio "Allegoria nazionale dell’era della globalizzazione" sulla fantascienza cinese e le politiche culturali dagli anni ’90.
L'autrice era al Pisa Book Festival di Novembre 2019, le letture precedenti proposte da Future Fiction non mi hanno deluso, gli incontri sono sempre interessanti, quindi è stato uno dei libri con cui me ne sono tornato a casa sconfitto (nonostante lo sciopero dei bancomat che non ha aiutato la fiera).
Xia Jia è effettivamente una brava autrice, ma lo svantaggio di una raccolta così breve è che vuole spaziare in tutto il suo range creativo, mostrare un po' di questo e un po' di quello senza mai andare completamente a fondo. Quindi finisce per mischiare stili diversissimi, da "L'estate di Tongtong", un racconto familiare toccante e sentito dall'autrice, quasi intimo, in cui parla di nonni che si curano a vicenda grazie a corpi robotici, riscoprendo il piacere di vivere e il contatto umano in tarda età, a "Sfilano cento fantasmi", una fiaba intrisa di leggende e folklore su cui mi sono schiantato senza riuscire ad andare avanti, per quanto era terribile da leggere. È fantascienza? Sì, tecnicamente, ci arriva, ma quelle quindici pagine di non senso, bizzarrie sconnesse e caos mi hanno fatto posare il libro più e più e più volte.
Sono felice di aver superato lo scoglio, per leggere quell'ultimo "Festa di primavera" da cui giustamente la raccolta prende il titolo, che è un piccolo capolavoro composto da microracconti, in cui parla con delicatezza di una Cina proiettata al futuro reinventando a ogni passo la sua storia e le sue tradizioni, che non si perdono mai ma si fondono sempre di più con tecnologia, mezzi di comunicazione e i problemi dell'era digitale.
Cercherò altri romanzi di Xia Jia per leggere qualcosa di più articolato, facendo ben attenzione ad evitare quel filone di racconti fanta-popolari per cui non sono proprio portato come lettore.
Nella raccolta sono contenuti "L’estate di Tongtong", incentrato su una questione di grande attualità: l’uso di androidi come supporto a una popolazione che invecchia rapidamente; "Festa di primavera" che racconta spaccati di vita quotidiana del popolo cinese in un futuro prossimo; "Stanotte sfilano cento fantasmi", ambientato nel contesto della mitologia cinese, dove una specie di Pinocchio al contrario – unico ragazzo vero in mezzo a tanti fantasmi – deve confrontarsi con le regole di una città popolata da esseri immaginari. Completano l’antologia i racconti, "Anna", storia di un amore travagliato ai tempi dei social network, "Paradiso", delicata favola fantascientifica su un’isola che sta sprofondando e il saggio "Allegoria nazionale dell’era della globalizzazione" sulla fantascienza cinese e le politiche culturali dagli anni ’90.