lunedì 29 dicembre 2014

Animorphs #9, The secret - K. A. Applegate

Animorphs #9, Il Segreto

Cassie è alle prese con i grandi dilemmi del vivere sotto forme animali diverse, sul rapporto tra prede e predatori nell'ambiente della terra e su quale sia la differenza tra questo rapporto naturale e quello tra gli Yeerk e le loro prede, gli umani.

Motore di questa riflessione è il salvataggio di una tenera puzzola e la successiva ricerca e accudimento dei suoi piccoli perduti, uniti ad una brutta esperienza in una colonia di termiti, dove Cassie deve uccidere la regina pur di mantenere il controllo sul suo morph.

La trama coi Yeerk è minima, i cattivoni vogliono disboscare tutto un parco naturale per stanare la banda di Andaliti ribelli, e non hanno ancora notato il fatto che vedono sempre lo stesso mentre gli altri sono in morph di animali terrestri. Guardacaso.

Ovviamente il piano viene sventato e si scopre quanto tutte le specie ospiti degli Yeerk patiscano una spruzzata di puzzola. Visser Three diventa una macchietta comica, immerso nel succo d'uva per togliersi l'odore fetido, perdendo due gradi di temibilità.

lunedì 22 dicembre 2014

Animorphs #8, The alien - K. A. Applegate

Animorphs #8, L'Alieno

Il primo libro della serie ad essere narrato dal punto di vista di Ax, il giovane andalite del gruppo.

La prospettiva diversa è interessante e più avvincente. Per un po' ci riporta alla sua caduta sulla terra, durante la primissima battaglia contro gli Yeerk, e alla sua prigionia forzata sul fondo dell'oceano, prima di essere salvato in Il Messaggio.

L'occasione è ottima per rendere gli Andaliti più vicini al lettore, dandogli motivazioni umane, sensi di colpa e aspirazioni. Si spiega la loro lotta contro gli Yeerk, a cui sono stati loro stessi a dare la tecnologia per conquistare lo spazio, e alla conseguente regola di non interferenza con le razze meno sviluppate, che impedisce però di aiutare troppo esplicitamente i terrestri.

Il rapporto tra Ax ed il (defunto) fratello Elfangor diventa più complesso. Ax spiega quanto sia stato difficile accettare che Elfangor abbia trasmesso la tecnologia andalite del morphing a dei terrestri, commettendo un crimine dei peggiori per la sua razza, ma allo stesso tempo ammira la sua decisione, e se ne prende la responsabilità, quando fa rapporto al suo pianeta madre, per non far perdere un grande eroe alla sua gente.

Per la prima volta conosciamo Alloran, l'andalite ospite di Visser Three, la cui coscienza risbuca dopo al tentativo di Ax di avvelenarlo.

sabato 20 dicembre 2014

Smith & Wesson - Alessandro Baricco

Smith & Wesson, journal.

Siamo nel 1902, sulle cascate del Niagara, luogo popolare, oltre che per i turisti, per gli aspiranti suicidi.

Smith è un inventore sgangherato con la passione per la metereologia storica. Viaggia chiedendo a chiunque incontri quale fosse il clima nei momenti topici della propria vita.

Wesson conosce il fiume e le cascate meglio di chiunque altro. Recupera i cadaveri dei suicidi.

Rachel Green è una aspirante giornalista, alla ricerca della grande notizia per essere finalmente presa sul serio in un mondo di uomini, e che ha deciso che l'unico modo per riuscirci sia diventare lei stessa la notizia, diventando la prima persona a lanciarsi dalle cascate del Niagara sopravvivendo.

E può riuscirci solo con l'aiuto di un inventore capace di costruirle tutto l'occorrente per il salto e di un grande conoscitore delle correnti e del fiume, per ripescarla indenne.

Smith & Wesson è una scenografia teatrale, molto libera ed interpretabile, e l'essere basato quasi completamente sui dialoghi, vagamente surreali, tra i personaggi, lo rende molto più spigliato e leggibile del previsto.
La storia è semplice, lineare. I personaggi sono altrettanto semplici, nella loro stravaganza, ma questo non toglie nulla alla loro interazione.
Mi ricorda molto il primissimo Baricco, senza pretese e senza l'aria e il tono dello "scrittore arrivato che può atteggiarsi".
Chi ha invece amato gli ultimi libri di Baricco probabilmente lo troverà un'aberrazione senza speranza e senza scopo di essere stampata, ma non si possono accontentare tutti i lettori.

venerdì 19 dicembre 2014

Il diario segreto di Phileas Fogg - Philip Josè Farmer

Urania 1140, 18 Novembre 1990

Tutti sanno che Phileas Fogg è il protagonista del Giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne, ma non tutti sanno che la versione raccontata in quel romanzo è quantomeno parziale: durante il suo viaggio, infatti, l'eccentrico signore inglese fece ben altre scoperte e visse ben più fantastiche avventure. Per decifrare e pubblicare Il diario segreto di Phileas Fogg occorreva un esperto del calibro di Philip Farmer, che in questo sorprendente romanzo ci aggiorna sulle minacce cosmiche, complotti spazio-temporali e i mille pericoli corsi non solo da Fogg ma da tutta la Terra, e che rendono ancora oggi il nostro pianeta un luogo... molto poco sicuro. Buon viaggio con Farmer!

Phileas Fogg è il protagonista di Il giro del mondo in 80 giorni.
Farmer inventa una mitologia "attorno" al giro del mondo, che spieghi le piccole incongruenze e imprecisioni sparse per il romanzo, inserendolo in una cornice più ampia con complotti e azioni che Verne avrebbe omesso.

L'idea è carina, il risultato è catastrofico.

Ci sono due razze aliene, Eridaniani e Cappelliani, che si nascondono sulla terra.
Ma sono uguali ai terrestri, e tutte le loro femmine sono morte perché se le sono uccise a vicenda.
E poi si sono circa estinti, ma hanno adottato dei bambini terrestri per continuare la loro lotta (per cosa? non si spiega.)
E i terrestri addestrati e condizionati a vivere e pensare come Eridaniani e Cappelliani lottano comportandosi in maniera paranoica e fingendo di essere umani normali per tutto il tempo, perché si sentono spiati. Quindi a tutti gli effetti sono persone normali (sigh), a parte comunicare con partite al solitario mescolate con abilità da bari provetti e con piccole variazioni della loro routine.

L'ambientazione extra-verne è estremamente debole e poco spiegata. Fogg parte per il suo viaggio, inseguito e inseguitore allo stesso tempo, con un capitano Nemo (nonché Moriarty, non chiedetevi perché) inserito a forza come antagonista astuto e feroce.
Farmer deve essersi accorto a metà dell'opera che c'erano molte meno incongruenze su cui lavorare di quanto avesse pronosticato, perché inizia ad inserire mini-quest improbabili ogni volta che i personaggi dormono o sono fuori scena del romanzo originale, tipicamente con loro che si teletrasportano in palazzi di emiri cattivi o su navi attaccate dai pirati.

La debolezza della trama unita ad una prosa estremamente pesante e sovradescrittiva nel tentativo di essere credibile, rendono Il diario segreto di Phileas Fogg un Urania brutto, una qualità di solito apprezzata nell'accezione di "improbabile e trashone", ma che in rari casi è una vera caratteristica negativa.

giovedì 18 dicembre 2014

Megamorphs #1, The andalite's gift - K. A. Applegate

Megamorphs #1: Il Dono dell'Andalite

Non tradotto in italiano. Perché la continuity è un pretesto da americani.

The Andalite's Gift è il primo dei libri "speciali", più voluminoso, senza un narratore preferenziale, inserito all'interno della serie regolare e come bonus finale, senza nulla di utile alla trama globale.

Il nostro gruppetto di animorphs è in vacanza, ognuno perde tempo a modo suo, ed una misteriosa creatura-uragano divoratutto inizia ad inseguirli, distruggendo qualsiasi cosa incontri.

Dopo essere stati inseguiti ogni volta che si trasformano per la prima metà del libro, facendo dubitare del loro senso logico, capiscono questo pattern, ma i tentativi di stancare la creatura si rivelano poco fruttuosi, e un po' di loro vengono prelevati (ma non divorati) e portati sulla nave di Visser 3, sempre al lavoro.

Per fare varietà Rachel prende un colpo in testa mentre è trasformata in aquila e perde la memoria, trovandosi con la creatura-uragano che la insegue senza sapere perché.

Visser Three si rivela essere un po' troppo ingenuo, non sospettando neppure che i nostri prigionieri possano trasformarsi in un animale piccino per uscire dalle loro gabbie (sigh), e riesce persino a rivelare la debolezza del Veleek (ora ha un nome), la sua avversione per l'acqua.

Da qui il piano è lineare, tornare a cercare una balena (ve l'avevo detto che dovevate iniziare a collezionare morph nei libri prima, non solo quando vi serve), trasformarsi in balena mentre si è a mezz'aria in modo da tirare a fondo il Veleek quando non può più scappare.

Tadah.

Se avesse avuto anche solo un piccolo minimo utile accenno alla trama globale non sarebbe stato terribile come libro.

mercoledì 17 dicembre 2014

L'allevatore di dinosauri - Yambo (aka Enrico Novelli)

o "L'uovo di pterodattilo"
o "Uno pterodattilo a Montecitorio"

Ebook su liberliber.

Romeo Gualandi, sindaco di un paesello toscano riceve la visita inaspettata di un vecchio amico, con al seguito un fedele servitore, una scimmia ed una storia incredibile con principesse, esplorazioni e scoperte esotiche.

Gli viene lasciato in custodia un cuore mummificato trovato nello stomaco di un dinosauro (che non avrà più alcuna rilevanza nella storia, disgrazie dei romanzi a puntate) e un uovo di pterodattilo.

L'animo di scienziato di Romeo non gli lascia altra scelta che mettersi al lavoro nella sua cantina-laboratorio per tentare di far nascere il piccolo pterodattilo, costruendo un'incubatrice capace di simulare le condizioni climatiche del Giurassico e preparandosi ad ogni eventualità.

Nato il piccolo dinosauro, Piri-Piri, iniziano le fughe, le cacce, gli incidenti diplomatici, in un inseguimento turbinoso attorno al modno, che sconvolge la politica internazionale che non può ignorare il nuovo fenomeno.

I capitoli a Montecitorio sono i più interessanti. Il tentativo di Romeo di far riconoscere a Mussolini i suoi successi scientifici, e il tentativo di Mussolini di non farsi ridicolizzare dall'opposizione (1923, c'era un'opposizione) con la storia dei dinosauri redivivi.
Epica la scena del Duce che ordina di liberare lo pterodattilo a Montecitorio.
Siamo nel 1926 quando viene stampato L'allevatore di dinosauri. C'è stata la marcia su Roma, Mussolini era Presidente del Consiglio con poteri dittatoriali da circa un anno.
Yambo di mostra un Mussolini ancora non compromesso da anni di storia e di interpretazioni storiche, strano, pericoloso, duro ma innocuo, quasi una parodia di se stesso, che non vive all'altezza del Mito di Mussolini che ha già creato e diffuso, dimenticandosi della mitologia al momento meno opportuno.
Sarà solo alla fine del 1926 che verranno promulgate le "Leggi Fascistissime" che tra le altre cose sopprimono tutti i giornali antifascisti sciolgono i partiti, creano il concetto di confino e fanno decadere tutti i parlamentari dell'opposizione.

lunedì 8 dicembre 2014

Troppo buoni con le donne - Raymond Queneau

Troppo buoni con le donne, journal.

Il libro è ambientato a Dublino, nel 1916, durante la Rivolta di Pasqua in cui gli indipendentisti occuparono punti chiave di Dublino dichiarando l'indipendenza dal Regno Unito.

Non conoscendo se non molto superficialmente la storia Irlandese, un piccolo ripasso su wikipedia mi ha aiutato a capire qualcosa di più del racconto, che altrimenti avrebbe avuto molto meno senso.

Troppo buoni con le donne segue il gruppo di indipendentisti che occupa l'ufficio postale centrale di Dublino, ma lo fa con il tono classico di Queneau. Un po' scanzonato, con caratterizzazioni molto forti, quasi parodie.

Seguiamo allo stesso tempo i ribelli, Gertie, una ragazza rimasta intrappolata in un bagno dell'ufficio postale e troppo spaventata per uscirne, dopo aver sentito uccidere i suoi colleghi, ed infine il fidanzato di Gertie, all'esterno dell'ufficio postale e con l'incarico di bombardarlo per riprendere controllo dell'insurrezione.

Gertie fraternizza col nemico. Parla con loro, confronta la sua posizione di agnostica militante con i protestanti che la considerano cattolica in quanto inglese. Forse la coerenza del personaggio-Gertie non è fenomenale, o forse di evolve troppo rapidamente nel corso del libro (miracoli di una situazione ad alto stress), lasciando il lettore un po' smarrito.

L'umorismo classico di Queneau viene mediato in maniera molto piacevole dai tre stili molto diversi tra loro, i base a chi viene seguito nel racconto. Questi cambiamenti di stile rendono più varia (e meno pesante) la lettura.

La traduzione è un po' dannosa, ma era inevitabile. Tanti neologismi e allusioni lessicali che spesso si perdono per quanto sono sottili o difficili da rendere. Si intuisce che dev'esserci di più, ma che i dialoghi in francese infarciti di anglicismi ed irlandesismi (?), usati liberamente da Queneau, solo conoscendo il francese si riuscirebbero davvero ad apprezzare.

Dio salvi il Re.

lunedì 1 dicembre 2014

Origine dell'ibrido - Robert J. Sawyer

Urania 1547, Giugno 2009

Mary Vaughan e Ponter Boddit, due scienziati che vogliono avere un figlio. C'è un ostacolo, però: lei appartiene alla specie Homo sapiens ed è nata nel nostro universo, lui è un Neanderthal evoluto e rappresenta la specie dominante di un mondo parallleo. La tecnologia per susperare il gap biologico esiste: è nelle mani di uno scienziato Neanderthal che vive nelle solitudini del suo mondo. Il problema, tuttavia, non è come raggiungerlo, ma come superare la violenza e il razzismo di una pianeta pieno d'odio. Il nostro.

 Terzo volume della trilogia The Neanderthal Parallax. Si legge perché il primo era stupendo e il secondo dignitoso, ma solo per quello.

La trama è debole, Mary va qua e là e continua ad interagire in maniera curiosa e stupita con il nuovo mondo Neanderthal, Porter lo stesso a ruoli invertiti.

Tanti spoiler da qui in avanti, anche se la trama è talmente debole da non aver bisogno di essere difesa.

Mary e Porter si amano tanto, in maniera esagerata e poco credibile, ed ovviamente tutto quel che conta è fare un figlio. Ma sono di due specie, con un numero di cromosomi diverso. Adottare? No! Mary è supercattolica e ci ha già tormentato con il suo divorzio così condannato dalla chiesa! L'unica soluzione ovviamente, è tecnologia genetica ancora non esistente per combinare il DNA di un sapiens con quello di un Neanderthal. Putacaso proprio pochi anni prima quella stessa apparecchiatura era stata prodotta e proibita nel mondo di Porter.

Da qui parte la più classica quest alla ricerca della scienziata che si è data alla macchia senza neppure il suo companion da polso a localizzarla.
In questo Sawyer ha commesso un grave errore di ambientazione. Il mondo dei Neanderthal è sicuro perché tutti hanno un companion che logga ogni loro azione e movimento nel mondo, impedendo che qualsiasi crimine possa passare impunito. Tutti sono al sicuro perché nessuno oserebbe sfidare il sistema.
Questo non si concilia con la possibilità di un singolo individuo di togliersi il companion chirurgicamente ed andare a vivere nei boschi, così, senza che si scateni una caccia all'uomo per reinquadrarlo. Perché chiunque non sia monitorato potrebbe commettere delitti e fare del male, e viceversa chiunque volesse davvero commettere un crimine, avrebbe sempre la scelta di rimuoversi il companion.

Sbuca anche una trama meno melensa. Il governo degli Stati Uniti, con la sua ben accertata classe, decide di sterminare tutti i Neanderthal, per avere a disposizione un intero pianeta di risorse non sfruttate.
Anche qui la trama non regge, non uccidi senza una ragione un'intera razza per il suo pianeta, se sono più avanzati tecnologicamente e si sono detti disposti a condividere tutte le loro scoperte scientifiche. Aspetti degli anni perché l'integrazione tecnologica e lo scambio di conoscenza sia completo.
Vuoi dei cattivi? Falli intelligenti.

venerdì 28 novembre 2014

Fuga dal pianeta degli umani - Robert J. Sawyer

Urania 1542, Gennaio 2009

La porta tra gli universi è stata chiusa e rischia di non riaprirsi più. Ponter Boddit, lo scienziato Neanderthal, è tornato nella propria dimensione lasciando un solo rimpianto nella nostra: la genetista Mary Vaughan. Per questo convince il consiglio a tentare un pericoloso esperimento: invitare Mary in visita ufficiale sulla Terra parallela in cui sono i Neanderthal, non l'Homo sapiens, la razza dominante. Mary accetta e si avventura fra le sorprese di un mondo capovolto, in cui tra uomini e donne non può esistere il minimo contatto. Ma è solo l'inizio dell'odissea in un altro spazio, un altro tempo.

Mary viene arruolata dal governo statunitense per prepararsi agli scambi coi Neanderthal, nell'altro universo Ponter spinge per riaprire il portale in maniera permanente per tornare in visita.

Fuga dal pianeta degli umani non ha il mordente di La genesi della specie, è una sorta di libro di transizione in cui le due specie ballano tra di loro, confrontando le rispettive tradizioni e facendo lunghi discorsi politici ed etici.

Si affronta il tema della religiosità negli umani, come possa essere un fenomeno naturale ed istintivo e come abbia influenzato lo sviluppo della nostra società, mostrando la cultura rigorosamente atea e razionalista dei neanderthal come il modello utopico che sarebbe nato dall'assenza di stimoli religiosi innati.
Le divagazioni di natura filosofica sono forse esagerate e un po' invadenti nella narrazione, ma non sono sgradevoli, nonostante il loro retrogusto marzulliano, in cui l'autore stesso pone le domande giuste a cui rispondere in maniera epica ed articolata.

Si approfondiscono le origini della scissione tra i due universi, una inversione magnetica che ha "attivato" e scelto la specie dominante, in maniera casuale, e si accenna ad un nuovo evento analogo dagli esiti imprevedibili, che in bene o in male concluderà la saga con i suoi effetti.

Nonostante il già ottimo lavoro di caratterizzazione della società aliena, Sawyer non si ferma ed espande il suo mondo alieno con tradizioni e costumi sempre più dettagliati e coerenti.

La genesi della specie - Robert J. Sawyer

Urania 1536, Luglio 2008

Premio Hugo per il miglior romanzo 2003

Chi è Ponter Boddit, e che cosa vuole nel nostro universo? Non è questione di razzismo - benché Ponter sia piuttosto brutto e abbia tutta l'aria di un parvenu - ma di elementare evoluzionismo: quell'essere è un Neanderthal! Ora, tutti sanno che i Neanderthal hanno perso, che al gioco delle specie più evolute hanno subìto cappotto, venendo soppiantati dall'Homo sapiens. Ma forse gli uomini di Neanderthal hanno fatto fortuna altrove, forse abitano un mondo diverso e tuttavia reale da cui, a volte, si può ritornare. Se è così, Ponter Boddit, coltissimo scienziato Neanderthal, ha fatto semplicemente naufragio nella nostra poco ospitale realtà...

Adoro i romanzi dei "what if", con piccoli cambiamenti che portano a cambiamenti nel mondo dalle implicazioni difficilmente immaginabili e strutturabili in una struttura complessa.

Questo è uno dei migliori "what if" che io abbia mai letto, cosa sarebbe successo se anziché i Sapiens fossero stati i Neanderthal a diventare la specie dominante sulla terra?
Cosa succederebbe se un universo Neanderthal e uno Sapiens entrassero in contatto, per caso, tramite un varco?

Questo è tutto il succo del romanzo, poi Sawyer fa un lavoro grandioso immaginando una cultura Neanderthal radicalmente diversa da quella umana, prendendo spunti e idee da varie teorie archeologiche e alcune volte semplicemente immaginando soluzioni plausibili ma incredibilmente aliene al nostro modo di vivere, come la struttura sociale in cui ognuno è in una relazione stabile con una persona del sesso opposto per ragioni riproduttive e con una del proprio sesso per la vita quotidiana.

Lo sdoppiamento del romanzo nelle due linee narrative "di qua del varco" permette di raccontare sia il senso di estraneità provato da Ponter Bobbit, scienziato neanderthal in visita contro la sua volontà sul nostro pianeta sfruttato, bruciato, sovrappopolato, con la convizione sempre più radicata di esservi bloccato per sempre, sia il senso di ordine e regolarità del pianeta alternativo in cui vive il compagno di Ponter, Adikor Huld, accusato della scomparsa/omicidio in una società orwelliana in cui il fatto stesso di non poter documentare un avvenimento viene considerato sospetto ed accusatorio.

In questo primo volume della trilogia Sawyer si concentra sul lato tecnologico e sociale, evitando ancora gli scontri filosofici e religiosi che affiorano naturalmente e (suppongo) esploderanno nei seguiti.
Questo rende un po' piatta e stereotipata la scienziata umana, Mary Vaughan, e il suo affezionarsi a Ponter. Serve per la trama, è chiaro, ma non è gustificato o ragionevole.

domenica 23 novembre 2014

Fondi di caffé - Mario Benedetti

Fondi di caffè, journal.

Mario Benedetti, uruguayano, ci guida un racconto alla volta attraverso la sua vita, dall'infanzia fino all'età adulta, mostrandoci gli alti e i bassi della vita a Montevideo.

I racconti si evolvono come si evolvono i ricordi. Passano dai toni fiabeschi e idilliaci dell'infanzia, ovattata da tutti i problemi e cosparsa da momenti eccitanti e segreti, fino alla prosa quasi angosciante che rispecchia la vita adulta e (troppo) piena di responsabilità.

Le scene ripercorrono i tormenti amorosi, artistici, politici, morali, a comporre una biografia a mosaico in cui nulla è superfluo.
Una autobiografia è intrinsecamente frammentaria come la memoria di chi la compone, e la precisa scelta di non colmare le lacune la rende simile ad un'immersione nei pensieri dell'autore, più che in una osservazione esterna.

Questo libro è quel che di più simile alla poesia abbia mai fatto presa su di me.

"Anche Dio è contento che pecchiamo, sempre che lo facciamo con allegria. Così può perdonarci allegramente."

mercoledì 19 novembre 2014

È nata una star? - Nick Horby

Cosa non si aspetta di scoprire, una madre?

Che il figlio (Mark) ha iniziato una carriera come attore di film porno. Per gentile rivelazione della vicina che le lascia un dvd nella buca delle lettere.

Questo racconto, scorrevole e dall'umorismo leggero, ci presenta le fasi dell'accettazione di questa carriera. Prima come estranea e pericolosa, poi come un elemento positivo nella vita del figlio, privo di doti particolari e mai brillante nelle sue attività.

Si scatena un piccolo conflitto tra il figlio generosamente dotato e il padre, e la conseguente un'indagine capire se questa dote provenisse invece dal nonno materno.

Un racconto forse troppo breve, con molti fili, situazioni e personaggi lasciati liberi e aperti che penso in molti avrebbero continuato a seguire con piacere, se raccontati con lo stile e il garbo di Hornby. Mi fa pensare ad un tentativo di romanzo abortito per mancanza d'ispirazione dell'autore e riciclato (pur con un risultato decente) in un racconto.

Vita di un falsario - Inoue Yasushi

Vita di un falsario, journal.

Un'altra raccolta di racconti di Inoue Yasushi. Il primo racconto, lungo, è quello che dà il titolo alla raccolta, e decisamente il più significativo.
Gli altri due riempiono pagine senza trasmettere molto ed hanno lunghe pagine che sembrano copiaincollate da un'enciclopedia delle leggende popolari giapponesi.

In Vita di un falsario, un letterato viene incaricato in maniera complessa di scrivere la biografia di un celebre pittore, dopo la sua morte, e nella ricerca di fonti e documenti sulla vita e sulle opere del maestro, si imbatte più volte nel lavoro e nelle tracce di Hara Hosen, un amico d'infanzia del pittore, prima diventato un abile falsario e mercante d'arte, poi un creatore di fuochi d'artificio.
Esplora poco alla volta la figura di Hara Hosen e di come la sua promettente carriera di pittore fosse stata azzoppata dal crescere all'ombra di un grande maestro, costringendolo ad una vita senza direzione.
Yasushi ci parla della delusione, della sconfitta dell'uomo. Partendo da un giudizio negativo e di accusa nei confronti del falsario, porta alla luce il lato più umano e fragile di Hara Hosen.

Amore - Inoue Yasushi

Amore, journal.

Amore è una raccolta di tre racconti legati dal tema comune, appunto, dell'amore. Nella società giapponese, dai rituali e tradizioni complesse, anche l'amore fatica ad esprimersi fuori dagli schemi accettati, e quando succede, nasce la storia.

Giardino di rocce
Una coppia di sposi visita Kyoto in viaggio di nozze; la visita ad un giardino di rocce risveglia nel marito i ricordi di un passato lontano e di un triangolo amoroso che ha segnato la sua vita.
Il suo ricordare, anche se mai esplicitato o raccontato alla moglie, finisce per influenzarla e farla a sua volta riflettere su di sé, cambiandola.

Anniversario di matrimonio
Un vedovo riflette sull'avarizia (parsimonia?) della moglie morta, e di come gli impedisca di trovare una nuova donna e risposarsi. Questa riflessione lo porta a ricordare il loro viaggio di nozze, naufragato un pezzo alla volta in una serie compulsiva di ripensamenti.

La morte, l'amore, le onde
L'unico racconto dei tre che non viva nel passato di un protagonista ma si svolge nel presente. Ci parla non dell'amore che sta finendo, dell'amore finito, ma dell'amore che riesce a nascere anche dal desiderio di morte - ben radicato - di due persone.
Questo è il più toccante dei tre racconti. Non solo per il suo essere positivo verso il futuro, anziché richiuso verso il passato, ma soprattutto per la delicatezza con cui si muovono i suoi personaggi, in questo limbo che è l'attesa del momento giusto in cui uccidersi.

sabato 15 novembre 2014

Le ultime lettere - Stieg Larsson

Le ultime lettere, journal.

Larsson è stato un caso editoriale vero, ancora di più per essere morto poco prima del grande successo della trilogia Millennium.

Questo librino raccoglie le ultime mail scambiate con il suo editore, il processo con cui hanno preso vita i suoi romanzi, i "patteggiamenti", le correzioni, considerazioni sui personaggi e sulla storia, la mediazione per produrre una biografia dell'autore fedele ma non troppo autoincensante, perché Larsson era comunque un personaggio pubblico ed impegnato in molte battaglie sociali.

Non è grande letteratura, ma è uno spaccato interessante sulla difficoltà del percorso editoriale, molto più ramificato e ben diverso dal "presento un manoscritto, puff, libro".

sabato 8 novembre 2014

La storia fantastica - William Goldman

Ripubblicato come La principessa sposa - William Goldman, da Marcos y Marcos.

Quel che mi ha stupito di questo romanzo è la incredibile e totale fedeltà del film omonimo. Deve essere uno dei pochi e rari casi in cui si eguagliano le due versioni.

Il narratore è il bambino che ascolta la storia, ormai adulto e scrittore di professione, che cerca per suo figlio il libro che lo faceva sognare da bambino.
Trovato il tomo, raro e semisconosciuto a gran parte dei librai, si scontra con la terribile realtà, che si trattava di un grosso tomo di storia Fiorinese e satira politica, da cui il padre estraeva sapientemente le poche parti avventurose ed entusiasmanti.

Così ci ri-racconta la storia, guidandoci con le sue note nel corso della riduzione, facendo meta-ironia sulle parti ironiche che non ci racconta e che fanno da simpatico siparietto per sdrammatizzare e spezzare la tensione nei momenti cruciali del'avventura.

Per chi ha amato La storia infinita, questo romanzo (pubblicato sei anni prima) è una lettura obbligata. Ci sono molti spunti e idee che Ende riprende e con cui gioca liberamente, restando in dei confini molto simili a quelli autoimposti da Goldman; quelli di una fiaba ricca di problemi reali che non sfociano mai in un fantasy esplicito.

sabato 1 novembre 2014

Decisamente morto - Charlaine Harris

Un libro faticoso da iniziare.
Eredità?
Cugina morta?
Convocazione dalla regina?
Avvocato Cataliades?

Presto arriva la consapevolezza di aver saltato un libro. Deve essere quello per forza, perché lo stile della Harris non è quello di iniziare ad azione iniziata, ed anche se fosse sta chiaramente dando per scontato che sappiamo di avvenimenti e personaggi mai visti prima.

Invece no, nessun libro saltato, solo un racconto, che "siccome siamo italiani e non ce ne accorgiamo" non è stato aggiunto per cortesia prima del romanzo, o anche in una raccolta di racconti, se proprio volevano farci faticare, si sarebbe sopportato.

Un bambino rapito viene recuperato grazie ai poteri telepatici di Sookie. Sookie frequenta Quinn la tigre mannara, sempre minacciosa e pronta a toglierla dai casini periodici. Lo svuotamento dell'appartamento della cugina vampiro (nonché amante della regina) si complica quando un mannaro vampirizzato si sveglia nello sgabuzzino della casa da liberare.

Finalmente scopriamo che Sookie ha sangue di fata, aprendo nuovi entusiasmanti orizzonti narrativi.

martedì 21 ottobre 2014

Animorphs #7, The stranger - K. A. Applegate

Animorphs #7, Lo Straniero

Altro libro, altro tentativo di sabotare le piscine dove gli Yeerk sguazzano nella loro ricarica periodica.

Una volta sotto terra, nel momento critico, il tempo si ferma e si manifesta una nuova entità, un nuovo player in città. Ellimist.

Ellimist è un alieno incorporeo, (circa) fuori dal tempo e quasi onnipotente, con un vincolo di non interferenza nelle faccende delle altre razze. Un antico di Stargate, pari pari, insomma, anche se Stargate è iniziato solo qualche mese dopo la pubblicazione di questo volume, eliminando ogni sospetto di plagio.

Ellimist propone di salvare gli Animorphs e le loro famiglie, portarle su un pianeta abitabile e lontano per salvare la razza umana, abbandonando il resto del pianeta al suo destino.

Questo porta ad un serio dibattito morale che ognuno degli Animorphs affronta in maniera diversa, finché non diventa chiaro che si trattava solo di un trucco per aggirare la regola di non interferenza e di dar loro (con la scusa di convincerli ad accettare la rilocazione) indizi che li aiutassero nella missione di distruggere il kandrona, il sole artificiale che tiene in vita gli Yeerk.

Torre di cristallo - Robert Silverberg

Urania Classici 205, Aprile 1994

Oggi si parla molto di clonazione, di riproduzione in vitro di un embrione umano perfetto. In questo immaginoso romanzo di Silverberg, uno dei suoi più belli in assoluto, la riproduzione dell'essere umano - o, per meglio dire, la sua "registrazione" - avviene seguendo un altro sistema. Che consiste nell'immagazzinare la memoria in appositi banchi, e quindi nel trapiantarli nel cervello di chi può permetterselo. In questa maniera i magnati del futuro potranno godere di una o più personalità multiple (o di riserva) destinate a convivere più o meno a lungo accanto a quella originale. Da questo spunto fantapsicologico prende il via una storia ricca di suspense ambientata in un mondo di crudeli giochi di potere e raffinate forme di tortura. Un mondo in cui nessuno può rinchiudersi in una torre d'avorio ma in cui, al massimo, si può lottare e tentare di vincere la partita da una ... torre di cristallo.

Torre di cristallo non ha vinto il premio Hugo, nel suo anno di pubblicazione. Doveva esserci davvero una concorrenza spietata.

Siamo in un futuro coerente e ben studiato, discreto e sottile nella sua struttura.
Krug è l'uomo più ricco ed influente sulla terra. Lui ha "inventato" gli androidi, umani artificiali nati dalla vasca, più forti e più intelligenti degli umani ed usati come schiavi più versatili dei robot.

L'ossessione di Krug sono dei messaggi extraterrestri, a cui vuole rispondere per saperne di più nel corso della sua vita, e l'unico modo per riuscirci è la Torre, un'opera monumentale in cui investe ogni sua energia e risorsa.

Non sa però che tra la numerosa popolazione di androidi sulla terra si è diffuso il culto di Krug, che lo venera (o meglio, venera la sua idea come creatore) come se fosse un Dio/profeta destinato un giorno a liberarli ed a concedere a tutti i nati dalla vasca gli stessi diritti dei nati dal ventre, gli umani.

Un grande romanzo, nonostante la risoluzione un po' deludente della linea narrativa riguardante la torre, su cui si crea troppa aspettativa. La descrizione della società androide e dei due approcci che segue nella sua lotta, politico e religioso, riprende molto fedelmente i movimenti per i diritti di neri negli Stati Uniti del secolo scorso, senza che questo parallelo faccia perdere di forza alla storia.

sabato 18 ottobre 2014

Il furto del grande dinosauro - David Forrest

Un libro che promette molto, dalle idee brillanti, ma che lascia insoddisfatti e un po' annoiati.

L'idea è ottima, si parte con una spia Inglese a New York, con delle informazioni sconvolgenti da recapitare in patria. Poco prima di morire riesce a nascondere i microfilm in un museo e a dare informazioni frammentarie su cosa fare alla sua tata incontrata per caso.
Questo mette in moto un agguerrito gruppo di tate che devono (come da titolo) rubare il grande dinosauro in cui è nascosto il microfilm, lottando contro la polizia americana e contro stuoli di spie da ogni angolo del mondo.

Purtroppo il libro è invecchiato male, la cortina di ferro non suscita più le stesse emozioni, il mondo non è più così diviso e i giochi di potere sono cambiati.

I personaggi comici delle spie cinesi indottrinate con i motti di Mao da applicare alla lettera ormai fanno solo tristezza, e gli stereotipi nazionali imbarazzano il lettore, più che divertirlo.

Grande idea, alcuni spunti davvero ilari, ma ha sofferto davvero troppo gli anni (e la traduzione pessima non l'ha aiutato).

domenica 12 ottobre 2014

Animorphs #6, The capture - K. A. Applegate

Animorphs #6, La Cattura

 Durante l'incursione nell'ospedale controllato dai Yeerk, Jake finisce con la testa a mollo in una pozza piena di lumache aliene. Non è una mossa saggia, viene posseduto da un Yeerk, che per caso si rivela essere proprio quello che controllava suo fratello (per confermare l'ipotesi del Mondo Piccolo Animorphs).

La cattura è un libro un po' diverso dal solito, meno azione e trasformazioni (scarafaggi e mosche, niente di particolarmente elaborato o divertente), e più psicologico.

Per la prima volta vediamo un'interazione Yeerk-ospite avvenire direttamente nella mente dell'ospite, abbiamo uno spaccato di come ragionano i Yeerk, di come assimilano ricordi e conoscenze dei vari ospiti e di come portano con loro queste conoscenze nei corpi successivi.

Per la prima volta si accenna a Crayak, nei ricordi alieni, che promette di essere il vero supercattivo della serie, più di Visser 3, anche se ancora non è ben delineato.

sabato 11 ottobre 2014

La terra delle caverne dipinte - Jean M. Auel

La terra delle caverne dipinte conclude una saga iniziata in maniera grandiosa ma andata a spiaggiarsi in maniera clamorosa.

La Auel ha poco rimasto da dire, poche invenzioni grandiose da attribuire alla sua Ayla, poche rivoluzioni da iniziare.

Una buona parte del libro è speleologia. Lunghe descrizioni di grotte e dipinti nelle grotte. Monotoni e poco entusiasmanti a voler essere generosi.

Altre persone che si stupiscono per gli animali, per il propulsore, per la pietra focaia, per i racconti, tutto come di norma. Per poterci riproporre queste situazioni già viste troppe volte tra gli Zelandoni, Ayla viene mandata in viaggio per visitare le grotte degli Zelandoni del Sud. Altre grotte.

C'è un abbozzo di conflitto e di trama verso la fine, quando Ayla e Giondalar litigano per l'ultima volta prima di decidere di diventare monogami in maniera esplicita, ma anche quello è solo l'eco dei conflitti già vissuti con Ranec.

mercoledì 8 ottobre 2014

Animorphs #5, The predator - K. A. Applegate

Animorphs #5, Il Predatore

Ax vuole tornare a casa, perché non si è ancora accorto di essere stato presentato come personaggio fisso della serie. Il suo brillante piano per farlo è di chiamare una nave nemica, rubarla e volare da solo per l'universo, senza provviste né pianificazione.

Ovviamente serve della tecnologia Yeerk per costruire il segnalatore, e va rubata dalla casa del vicepreside alieno.

Come? Trasformandosi in formiche, ovvio. Aspettare che la famiglia sia fuori casa non è un'opzione accettabile.

La descrizione della mente-alveare delle formiche è molto divertente ed inquietante. La perdita di individualità non è un tema che ho visto affrontare spesso in un libro per ragazzi.

Il colpo di scena (l'unica informazione rilevante per l'avanzamento globale della storia) è l'arrivo di Visser One, il primo dei Yeerk.
Visser One è stato tra i primi ad arrivare sulla terra.
Marco (il narratore) ha perso la madre da due anni.
Visser One ha un ospite umano.
Non hanno mai ritrovato il corpo della madre di Marco.
L'identità di Visser One sembra essere un cardine di questo racconto.

Il mondo piccolo degli Animorphs colpisce ancora, tutti devono essere collegati tra loro su scala locale, per dare importanza ai poteri dei ragazzi; l'improbabilità aumenta.

La trama fra le nubi - L. Ron Hubbard

Urania 105, 17 Novembre 1955

L. Ron Hubbard - di cui URANIA ha già pubblicato l'agghiacciante romanzo Le Quattro ore di Satana - è molto noto in America non solo come scrittore, ma anche come inventore di un metodo d'indagine psicologica a scopo terapeutico, detta Dianetica. Questo è un romanzo nel romanzo. Il protagonista è un amico dell'Autore, il quale si ispira alla sua figura romantica e anacronistica per il nostro tempo, per trarne un movimentato romanzo d'avventure piratesche ambientato nella Spagna del 1640, ai tempi in cui i pirati correvano i mari al servizio dell'Inghilterra, combattendo la potenza spagnola e strappandole fiorenti colonie. Ma succede uno strano fatto: Mike, l'amico dell'Autore, vive realmente le avventure che lo scrittore immagina, di mano in mano che vengono scritte, nei panni di un ammiraglio della Marina spagnola. S'innamora dell'eroina - sempre durante il vissuto - e diventa rivale di un coraggioso, feroce pirata inglese, innamorato anch'esso della ragazza. A questo punto Mike si ribella alla trama, che lo costringerebbe a morire per mano del pirata, e prende la mano all'Autore, il quale a un certo punto è costretto a rifare parecchi capitoli del racconto, mutando così l'esistenza fittizia dell'amico. Leggendo ci sentiamo nei panni del povero Mike, un uomo carico di ricordi del XX secolo, costretto a vivere nel 1640; un uomo innamorato di una coraggiosa lady inglese dell'epoca, il quale sa di dover presto o tardi abbandonare il proprio amore per tornare nel suo tempo. E divertenti situazioni create dalle sviste dello scrittore, che dimentica, per esempio, che nel 1640 non possono esistere fabbricati del tardo Settecento, o lampadine elettriche, o scritte U.S.A. su merci di vario genere!

Uno scrittore di romanzetti ha venduto ad un editore il suo prossimo romanzo, e da bravo creativo ha rimandato fino all'ultimo il lavoro.

Trovandosi a dover inventare una trama, cambiandola sul momento ed adattandola alle espressioni scettiche del suo editore, finisce per inserire come cattivo della situazione Mike un suo amico pianista presente nella stanza per caso.

Strane inspiegate circostanze catapultano Mike nel romanzo, assoggettato alla macchina da scrivere dell'amico e alle sventure che lo aspettano in quanto cattivo, e deve trovare un modo efficace per interagire con il mondo e con lo scrittore "tra le nuvole" per fargli capire il suo problema e per suggerirgli di non uccidere il cattivo come in tutti gli altri suoi romanzi.

L'idea è davvero bella e ben sviluppata, l'umorismo si spreca, tra clamorose incongruenze cronologiche, oggetti che compaiono quando lo scrittore decide che sono utili per la storia, clima costante e descrizioni approssimative dell'ambientazione che modellano il mondo in maniera letterale.

Lo svantaggio è che il romanzetto che viene meta-scritto, un Harmony ad ambientazione piratesca, dobbiamo leggerlo anche noi, troppo nel dettaglio!

lunedì 6 ottobre 2014

Angelo meccanico - Richard Paul Russo

Urania 1351, 20 Dicembre 1988
Urania 1611, Ottobre 2011

La San Francisco di Richard Paul Russo, a metà del XXI secolo, è popolata da angeli assassini, cyborg, e poliziotti dal karma molto negativo. Una città disperatamente romantica.
Ursula K. Le Guin
I cadaveri erano sprofondati sul fondo della Baia, a coppie, stretti in un abbraccio di morte, tatuati con ali d'angelo. Era per delitti come questi che Tanner aveva lasciato il corpo della polizia. Era per delitti come questi che aveva deciso di tornare. All'inferno.

Angelo meccanico è un giallo dalla struttura anomala.
L'assassino è irrilevante, solo un MacGuffin per far muovere i personaggi. Sappiamo com'è fatto, c'è chi conosce il suo nome e chi conosce il suo covo.

Tanner e Carlucci, i nostri detective, non sono a caccia dell'assassino, ma delle persone che sanno avere le informazioni necessarie a catturarlo. Una caccia all'informazione richiede molti più compromessi di una semplice caccia all'uomo.

L'ambientazione è il più classico dei futuri distopici. Il quartiere senza legge isolato dal mondo, in cui tutto può succede e tutto e legale se si hanno abbastanza soldi da pagare. In questo ambiente interagiscono tra loro estremismi di ogni genere, dai fanatici della razza ai drogati senza speranza ai (pochi) poliziotti in incognito.

In sospeso: la cantante lirica nel Centro, Russo l'ha dimenticata? Lancia un'esca, ci fa credere che sia importante e poi non torna mai più sull'argomento?
Sembrano esserci altri due romanzi che portano avanti la storia di Angelo meccanico, forse sarà rilevante in futuro, anche se in quel caso una trilogia dichiarata sarebbe stata più cortese verso il lettore.

venerdì 3 ottobre 2014

Luna Luna di miele - Fredric Brown

Urania 511, 6 Aprile 1969

C'è un racconto di due pagine che è forse il "pezzo" di fantascienza più famoso in Italia; è stato trasmesso più volte alla radio e letto alla TV da Giorgio Albertazzi; non c'è amico o "nemico" della FS che non lo ammiri e non lo citi come un classico: è "La sentinella", di Fredric Brown. Ma questo "classico" di due pagine non ha forse finito per fare, involontariamente, un torto ai non meno geniali, estrosi, brillanti "racconti lunghi" di Brown, che Urania comincia con questo numero a raccogliere in volume presentando: 1° la storia (esattamente ambientata nel 1972) di un amore lunare russo-americano; 2° la vita e le esilaranti avventure di un topo cosmonauta; 3° la completa riorganizzazione di tutto il firmamento in un particolare "ordine nuovo". 

Di Brown tutti hanno letto La Sentinella, ma anche i suoi racconti lunghi meritano di essere letti!

Luna luna di miele è la traduzione fedele del titolo originale Honeymoon in hell. Sigh.

Luna luna di miele (1950)

Il racconto risale a fine anni '40, prima della corsa all'eplorazione spaziale.
Stati Uniti e Russia sono in una situazione di stallo in cui costruiscono armi e fanno a gara nel costruire armi più potenti e razzi più efficaci per esplorare e controllare lo spazio. Questa situazione di stallo, la cosiddetta "pace fredda" viene intaccata da una improvvisa crisi internazionale, quando un presunto intervento alieno inizia a far nascere solo più femmine, minacciando la sopravvivenza della razza umana.
L'unico modo per confermare o smentire questa ipotesi dell'intervento alieno è mandare una coppia sulla luna per provare a concepire lì un maschio.
Dei tre è il racconto più profetico, anche se forse c'erano già tutti i semi politici per intuire come si sarebbe evoluta la politica internazionale nel dopoguerra.
L'idea è originale e sviluppata davvero bene, ed è sempre piacevole vedere i futuri ricostruiti da un punto di vista "preosservazione", in cui tutte le informazioni sullo spazio erano di tipo deduttivo e non dovute ad una esplorazione diretta.
(Io avrei aspettato 3 mesi a pubblicare questa raccolta, per uscire in contemporanea all'allunaggio dell'Apollo 11).

Che succede lassù (1944)
All'improvviso tutte le stelle fisse più brillanti iniziano a spostarsi, mandando nel panico gli astronomi di tutta la terra, che non trovano una spiegazione e non sanno in che modo potrà evolversi questo movimento.
Una riflessione sulla pervasività dei media (la radio, all'epoca) travestita da racconto comico di fantascienza.

Astrotopolino (1941)
Uno scienziato costruisce nel suo laboratorio piccoli razzi con cui tenta di mandare dei topolini sulla Luna, per provare la sua teoria per cui la Luna non sarebbe priva di atmosfera come sostengono le ipotesi più diffuse ma abitabile direttamente.
Non sospetta la presenzia di alieni più o meno amichevoli in orbita, che rapiranno il suo primo topolino rendendolo intelligente e deciso a cambiare il mondo per la sua razza.
Dei tre il racconto più sottotono e con temi meno avvincenti, in una traduzione davvero pesante da leggere, in gran parte per la scelta di rendere in maniera eccessiva il forte accento tedesco dello scienziato (e dei topi che imparano a parlare ascoltandolo).

mercoledì 1 ottobre 2014

Le cinque porte - Jack Rhys

 Urania 936, 23 Gennaio 1983

In un celebre romanzo di H. G. Wells tutto comincia con la caduta di un grande "cilindro extraterrestre" presso una fattoria del New Jersey. Qui la situazione iniziale è identica, con la sola differenza che la fattoria è inglese e che il misterioso oggetto non si sa se sia caduto dal cielo o come altro sia arrivato lì. Si tratta comunque di una differenza che non cambierà purtroppo la sorte dell'ispettore Williams, il coraggioso ufficiale di polizia che si avventura per primo all'interno del cilindro.

Un grosso cilindro di metallo compare misteriosamente in un prato nella campagna inglese. Nessuno si spiega come ci sia arrivato o perché.

Al di là della sua soglia i primi esploratori mandati in avanscoperta trovano un mondo alieno radioattivo ed un secondo cilindro.

Cinque porte per cinque mondi che propongono sfide sempre maggiori, tecniche, biologiche, scientifiche, persino di fede, in una sorta di test alla razza umana che deve mostrarsi degna di quel che si trova al di là dell'ultimo cilindro.

Al di là dell'ovvio riferimento al cilindro di Wells, la storia è molto diversa ed esplora non solo il lato tecnico dell'esplorazione dei mondi successivi, ma anche la dimensione sociologica degli scienziati che si insediano al di là della prima soglia, su Luna Nuova e la dimensione politica dei finanziamenti al progetto e della rilevanza di questo primo contatto alieno negli equilibri sulla terra.

È da buttare solo il tentativo di aggiungere a forza una storia romantica, che salta fuori qua e là in maniera distaccata da tutto il resto del libro.

domenica 28 settembre 2014

Morto stecchito - Charlaine Harris

Apprezzo sempre di più questa serie, man mano che diverge dalla serie TV ed acquista un suo spessore indipendente (che mancava nei primi romanzi, bisogna ammetterlo).

I personaggi diventano più complessi in maniera naturale, anche se in ogni singolo volume agiscono pochissimo o in maniera selettiva.

Qualcuno sta sparando ai mutaforma, ci sono due personaggi nuovi in circolazione, quindi uno dei due è il colpevole, poca suspance ma la trama regge bene fino alla fine. Forse sarebbe l'ora di cambiare il format "muoiono o sono cattivi il barista del Fangtasia e il cuoco di Merlotte", perché anche se sono personaggi simpatici e nuovi ogni volta, sono sicuro che ci sono altri modi per introdurre qualche nuovo attore in scena.

La selezione del nuovo capobranco dei mannari di Shreveport è la prima "grande scena" completamente nuova e di grande impatto.
La vita di Jason da pantera mannara invece è un po' sottotono e poco sfruttata, ed un peccato, essendo uno dei cambiamenti maggiori in un personaggio principale.

mercoledì 24 settembre 2014

Focolari di pietra - Jean M. Auel

Al contrario dell'ultimo libro, tanto campeggio e poca sostanza, che spingeva il lettore ad andare avanti a spinte di forza di volontà ed affetto verso i personaggi, il quinto della serie recupera e si fa adorare.

Ayla e Giondalar sono tornati alla nona caverna degli Zelandoni e si devono unire al raduno d'estate.

Il format è sempre lo stesso, hanno tante novità, l'allevamento, le pietre da fuoco, il propulsore, tante cose imparate lungo la strada, e devono stupire tutti con queste novità, impressionandoli nel modo più opportuno per la storia. Stranamente non è fastidioso vedere questa struttura ripetersi più e più volte, forse grazie ad un attento lavoro di editing per rimuovere ogni situazione in cui sarebbe sembrato fastidioso.

Non ci sono personaggi negativi esagerati e sgradevoli, Zolena/Zelandonai che era stata suggerita come il grande antagonista, nei racconti sulla giovinezza di Giondalar, si rivela essere una buona persona, interessata ad Ayla e alla sua storia, mai in contrasto con lei.

La ricostruzione storica accurata e dettagliata inzia a traballare, ma è un pregio. Sono sicuro che la vita quotidiana degli umani di 25mila anni e le loro interazioni sociali descritte realisticamente fa non potessero essere così interessante da giustificare 600 pagine di storia.

venerdì 19 settembre 2014

Le pianure del passaggio - Jean M. Auel

Ayla e Giondolar lasciano i Mamutoi, finalmente felici, e questo libro ci racconta il lungo estenuante viaggio attraverso tutta l'Europa per tornare alla nona caverna degli Zelandoni.

Si tratta sicuramente del più noioso della saga, gli avvenimenti sono più o meno ripetitivi, si reincontrano popolazioni già viste, grande sorpresa per cavalli e lupo, grandi innovazioni tecnologiche col propulsore, la pietra focaia, il tirafili, quant'altro. Tutti si scandalizzano più o meno appena scoprono che i Testapiatta sono umani. Ayla si affeziona alle persone del posto, Giondolar ha fretta e devono ripartire, strazio e saluti.
 Poi si ripete tutto da capo con la popolazione successiva.

Le scene di maggior interesse sono la lotta contro la società allo sbando di proto-amazzoni che tengono i loro uomini in un recinto, dove finalmente la minacciosità di Lupo si concretizza in maniera scenica per impressionare i primi veri cattivi (per scelta e non per cultura) della saga; l'incontro con l'uomo ferito del Clan (un Testapiatta) e il tentativo di mediazione culturale che ha grandi potenzialità per i volumi seguenti.

Le pianure del passaggio è da leggere con animo leggero e pronto a saltare le scene troppo ripetitive con descrizioni compulsivamente complete e accurate di flora, fauna, abitudini migratorie, geologia, quant'altro si possa inserire che sia stato studiato dell'epoca. Leggete alla leggera e se vi interessa esistono saggi con tutte queste informazioni presentate in maniera sistematica e più gradevole che non tentando di spacciarle per intrattenimento.

sabato 13 settembre 2014

Animorphs #4, The message - K. A. Applegate

Animorphs #4, Il Messaggio

Abbiamo un nuovo giocatore, su questa vicenda globale in cui tutto si combatte nel ristrettissimo territorio urbano di 5 ragazzini.

Ax, n altro sopravvissuto della nave Andalite, rimasto intrappolato su un pezzo della nave in fondo all'oceano e che è riuscito a contattare gli Animorphs sulla superficie, gli unici a poter ricevere i suoi messaggi mentali. Ovviamente, per non rendere troppo facile la vita ai nostri protagonisti non è uno dei guerrieri di bordo. È l'unico adolescente di età-Andalite paragonabile a loro, oltre che fratello del defunto Elfangor.

Ci sarà da creare nuovi legami e da gestire un alieno che può trasformarsi in umano (in un mix dei nostri 5 umani preferiti) solo per un paio d'ore alla volta.

Per una volta sono interessanti i capitoli obbligatori di adattamento alla mente di un nuovo animale, con i cetacei che permettono di giocare un po' sull'intelligenza superiore alla norma dell'animale in cui si trasformano.

La grande domanda di questo volume: perché gli Animorphs non assorbono il DNA di tutti gli animali con cui entrano in contatto, per avere una scelta più ampia? Sembra che vadano a cercare animali nuovi solo quando hanno bisogno di una abilità specifica. Se stai viaggiando sul dorso di una balena mi sembra davvero davvero stupido non approfittarne per acquisire quella trasformazione! Una balena po' essere incredibilmente utile se ricapitasse di dover viaggiare per mare, o combattere contro la pseudo-balena a propulsione di Visser Three!

martedì 9 settembre 2014

Morto per il mondo - Charlaine Harris

Bill è in Perù per il suo censimento dei vampiri.

Eric ha perso la memoria e va a vivere da Sookie.
Jason è sparito.
Una frazione di Bon Temps è abitata da pantere mannare incestuose.
Le prime fate si fanno vedere per il paese.

Shreveport è invaso da streghe mannare drogate di sangue di vampiro.
Bubba-Elvis vampiro torna in azione.

Una ricetta perfetta per il primo libro della saga davvero trash senza ritegno, che ha adottato lo spirito che abbiamo davvero amato in True Blood.

La storia è sempre divisa in due in maniera molto netta, la lotta contro le streghe mannare e il rapimento di Jason, e come nei libri precedenti le due storie sono completamente scorrelate tra loro in maniera del tutto casuale, creando l'effetto CSI in cui due casi contemporanei non interagiscono mai tra loro.

Molto apprezzabile l'amnesia di Eric che permette di sviluppare in maniera molto originale l'esplorazione del personaggio, mostrandoci come sia "ripulito" da mille anni di diffidenza verso gli umani e verso il mondo, nel suo stato originale ed ingenuo.

lunedì 1 settembre 2014

Il nostro caro Dexter - Jeff Lindsay

Il secondo volume della saga di Dexter.

Sto leggendo questa saga reduce -deluso- dalla fine della serie tv. Essendo una delle poche serie in cui mi sarebbe spiaciuto avere troppi spoiler, li evitavo con cura, anche se mi rendo conto di quanto siano divergenti le storie che raccontano e di quanto fosse inutile questa precauzione.

Morta La Guerta nel volume precedente, Dexter si trova pedinato da Doakes, che sospetta di lui e sente l'affinità "da psicopatici".

Mentre Doakes insegue Dexter, un altro killer sbuca dal passato di Doakes ed inizia a dare la caccia a tutta la loro compagnia militare coinvolta in operazioni di dubbia moralità in Centro America.

La linea della storia della caccia al cattivo è abbastanza lineare e non particolarmente eccitante.
È invece molto apprezzabile il lato più famigliare ed umano di Dexter, sviluppato in maniera molto delicata con la promessa di matrimonio accidentale e l'avvicinamento a Rita ed ai suoi figli. Sono curioso di leggere come Lindsay abbia sviluppato questo legame tra Dexter ed il figlio, in cui ha notato i primi sintomi del suo "passeggero oscuro" e che si ripromettere di guidare verso degli omicidi sicuri ed etici così come è stato guidato lui da giovane.

Capodanno in giallo - AAVV

Capodanno in giallo, journal.

Mi piacciono molto i racconti gialli, specialmente le raccolte a tema, quindi ero felice di questo tema festivo.

Purtroppo costringere gli autori della scuderia Sellerio a scrivere anziché raccogliere racconti già pronti, non si è rivelata una grande idea, con risultati meno che soddisfacenti.

Camilleri l'ho appena provato, le due pagine necessarie a ricordarmi perché l'avevo trovato intollerabile. Se mai lo tradurranno in italiano ci riproverò, per ora non mi vanno letture etniche in lingue diverse dall'italiano e dall'inglese.

Recami mi era nuovo come autore, ed è stata una delle due scoperte della raccolta. Non scrive propriamente un giallo, ma di una sfortunata serie di eventi che si incastrano in una complicata notte di festa nella Casa di Ringhiera che intuisco essere l'ambientazione usuale per le sue storie.

Manzini scrive l'unico vero giallo, in senso classico, di questa raccolta. Morto, testimoni, indagini, scoperte, piste false e piste reali con colpo di scena. Sarà anche incredibilmente tecnico e meno umano degli altri, ma scrive bene e appassiona.

Aykol. Non ho parole, non c'è mistero, non c'è storia. C'è un vagare confuso in un susseguirsi senza speranza di pagine riempite senza sapere dove andare a parare.

Costa è come Camilleri, ma scrive in italiano. Purtroppo scrive di temi e dinamiche che mi sono completamente ignote e che vengono date per scontate (la Sicilia andrà vissuta in prima persona, per capirla). Una volta superato l'impatto iniziale, la storia è divertente, i personaggi hanno un grande spessore e Costa riesce a creare molto rapidamente un passato a tutti gli attori coinvolti, per giustificarne le azioni in scena.

Malvaldi lo apprezzo sempre di più. Nonostante la storia di (simil)goliardia pisana, il racconto sul capodanno pisano è molto godibile e divertente. L'omicidio e la sua soluzione sono di un banale disarmante, quel banale che ti fa pensare "perché non si sono guardati attorno capendo subito chi era il copevole?", ma lo si perdona facilmente, a Malvaldi e alla Loggia del Cinghiale (di cui - non ne sono orgoglioso - avevo sentito parlare e ne avevo letto lo statuto online, diversi anni fa).
Il racconto di Malvaldi sta in fondo alla raccolta per lasciare un buon ricordo globale e lasciare l'impulso a leggere anche la prossima Pasqua in Giallo, o Compleanno in Giallo, quale che sia!

Per riassumere.
Malvaldi: sempre ottimo, anzi, nei racconti si esprime meglio che nei romanzi.
Recami: cercherò dei sui romanzi, ha vinto un nuovo lettore.
Costa e Manzini: medi, probabilmente erano inibiti dal dover scrivere a tema, ma se la sono cavata dignitosamente.
Aykol: anche no.
Camilleri: disapprovo la sua diffusione come scrittore.

sabato 30 agosto 2014

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve - Jonas Jonasson

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve è un libro molto particolare. Sono in realtà due storie scorrelate messe insieme senza una vera ragione.

Una linea del racconto di parla di Allan, centenario, in fuga dalla sua casa di riposo, inseguito dalla (umoristica) malavita svedese, che incontra personaggi improbabili e dai passati più svariati, che ruba, uccide, sfugge involontariamente alla polizia in una avventura rocambolesca.

L'altra linea di parla del passato di Allan, della sua giovinezza passata a far esplodere cose ed il suo viaggio per il mondo che lo porta più o meno casualmente ad incontrare tutti i principali leader mondiali del secolo, a lavorare per loro e ad essere coinvolto nelle più grandi scelte politiche internazionali dalla seconda guerra mondiale fino al Vietnam.
Allan è una sorta di Forrest Gump su scala internazionale e con una personalissima ed ingenua morale.

Questa seconda storia se vogliamo potrebbe essere una enorme caratterizzazione per Allan, ma si arriva alla fine in cerca di un chiaro elemento di giunzione, restando in sospeso in maniera amara.

Lo stile è fiabesco, mi ricorda molto gli autori sudamericani, con un tocco della logorrea ed attenzione al dettaglio che trovo regolarmente negli autori nordici. Proprio questo elemento può far abbandonare molto presto questo romanzo, che fatica a decollare. Superato questo scoglio, merita ogni minuto.

lunedì 18 agosto 2014

Hugo Awards 2014

Sono stati pubblicati ieri i vincitori dei Premi Hugo 2014.

Ignorando le categorie più oscure e tecniche, editor, *zine, film e analogi, restano da leggere:

BEST NOVEL
Ancillary Justice, by Ann Leckie (Orbit US / Orbit UK)

BEST NOVELLA
Equoid by Charles Stross (Tor.com, 09-2013)

BEST NOVELETTE
The Lady Astronaut of Mars by Mary Robinette Kowal (maryrobinettekowal.com /
Tor.com, 09-2013)

BEST SHORT STORY
The Water That Falls on You from Nowhere by John Chu (Tor.com, 02-2013)

BEST GRAPHIC STORY
Time by Randall Munroe (xkcd)

Animorphs #3, The encounter - K. A. Applegate

Animorphs #3, L'Incontro.

Continua l'invasione.
Navi giganti scendono nei pressi dei nostri Animorphs per succhiare acqua da un lago, per rifornire l'astronave madre. Siccome gli Yeerks sono di vedute ristrette, scelgono il lago vicino a tutti i problemi che hanno avuto fin'ora sulla Terra (500 milioni di Km^2).

Il punto di vista è quello di Tobias, intrappolato nel corpo di falco dal primo volume, per cui buona parte del racconto non d'azione ci racconta di come stia lentamente cedendo il controllo al falco, iniziando a cacciare, vedendo il mondo sempre meno da umano.

È ispirante, interessante, ma un po' ripetitivo alla lunga. Si capisce il dramma di essere intrappolati, ma anche il bambino meno smaliziato a quest'ora ha capito che stiamo solo aspettando l'occasione giusta per far guarire Tobias e farlo flirtare meglio con Rachel.

Dopo 3 libri ci viene spiegato perché la scomparsa di un adolescente è stata completamente ignorata dal mondo. Uno zio e una zia molto distanti tra loro si occupavano del povero Tobias, ed ognuno pensa che sia dall'altro e se ne frega del suo destino.
Che fortuna che a restare intrappolato nel morph sia stato proprio quello dei cinque protagonisti senza una famiglia presente ad agitare le acque!

Sarebbe anche l'ora di smettere coi piani suicidi, altrimenti come ci arrivano al cinquantesimo libro? Trasformarsi in pesce e farsi risucchiare da un'astronave gigantesca, nella speranza di distruggerla dall'interno non merita neppure di  essere chiamato "piano".

mercoledì 13 agosto 2014

Non buttiamoci giù - Nick Hornby

Non buttiamoci giù, journal.

Quattro persone molto diverse tra loro si trovano la notte di Capodanno sul tetto di un palazzo londinese con l'intenzione di suicidarsi.

Ognuno a la sua ragione, Martin è un giornalista televisivo coinvolto in uno scandalo che gli ha fatto perdere lavoro e famiglia, Maureen si occupa da anni di un figlio disabile, Jess è una adolescente con problemi da adolescente ed una famiglia stressata dalla perdita della sorella maggiore, JJ è un musicista americano emigrato seguendo il suo sogno, che ha perso nel giro di pochissimo la sua band e la sua ragazza.

È proprio questa varietà umana, di valori, di età, di background, che permette loro di confrontarsi e legarsi, vedendosi sempre più spesso e finendo per dipendere uno dall'altro e un po' guidati dal caso, riuscendo ad aiutarsi.

Lo stile di Nick Hornby mi piace moltissimo, ha un sarcasmo tagliente ed incisivo. La scelta di usare ciclicamente i personaggi per seguire la storia in maniera filtrata dalle personalità singole è vincente ed appassionante.
La traduzione è quanto di più orrido si possa immaginare. Lo slang giovanile di Jess è ridicolo. Il tentativo di far capire che Maureen non è colta la fa sembrare ritardata e si percepisce uno sforzo cosciente del traduttore per riuscire a sbagliare sistematicamente i tempi verbali, ma in maniera innaturale e non certo "da vero illetterato". JJ oscilla schizofrenicamente tra una prosa aulica nei momenti di riflessione ad un finto slang americano quando si comporta da americano. L'unico personaggio tradotto in maniera convincente è Martin, perché il linguaggio non è un elemento caratterizzante del suo personaggio.

Hornby è certamente un autore che vorrei esplorare, ma in originale, per precauzione!

EDIT:
Ho scoperto che c'è un film in uscita, basato su Non buttiamoci giù, e con un cast notevole. Lo aspetto al varco!

domenica 10 agosto 2014

L'immacolata concezione e altri racconti - Alfred Döblin

L'immacolata concezione e altri racconti, journal.

Non dico mai di no a dei racconti, ma Döblin mi ha lasciato con un senso di dubbio e vuoto.

I personaggi sono fantastici, il mito di Maria e dell'immacolata concezione reinterpretato, la vecchia in convento che aspetta la morte come se fosse un amante da tanto atteso, il profeta filosofo che si scopre essere un ubriacone come tanti altri, il ginecologo dominatore e spietato verso la sua segretaria ma allo stesso tempo così pronto a morire per non perderla.

Essendo incentrati sui personaggi, i racconti sono quasi senza ambientazione, non si riesce a collocarli temporalmente in maniera facile. Nell'Immacolata Concezione ci si accorge solo nelle ultime frasi che la storia non sia ad ambientazione moderna.
Grazie a questo effetto ricercato, hanno tutti resistito molto bene al secolo d'attesa.

Probabilmente non ho capito neppure una frazione di quel che c'era da interpretare e cogliere. Spesso l'eccesso di surrealismo, l'abuso di metafore ardite, la malinconia ironica che deborda da un paragrafo all'altro, mi rendevano davvero difficile andare oltre all'apparenza della storia.

I tedeschi hanno una lingua che sembra fatta apposta per essere sovrainterpretata.

Il magico regno di Landover - Terry Brooks

Penso che la saga più innovativa interessante ed appassionante di Terry Brooks non sia quella di Shannara (eredi, Jerle, prequel e sequel), né Verbo e Vuoto.
Penso che la saga più autentica sia quella di Landover, forse perché l'autore è davvero vicino al protagonista, è una parte di lui.

Un avvocato che compra un regno magico e si trova a gestirne i problemi. Di fedeltà, di stabilità, di rapporti tra gli abitanti di razze e costumi differentissimi tra loro.

Il magico regno di Landover affronta in maniera delicata ed intelligente quello che i romanzi fantasy non ci raccontano mai, tutti gli aspetti pratici e concreti della gestione politica nei regni fantasy, mostrandoci come davvero un sovrano sia più vincolato alla legge e alle tradizioni di ogni singolo suddito.

L'unica nota che avevo trovato sgradevole durante la prima lettura ed ho ritrovato altrettanto sgradevole ora, sono le motivazioni che spingono Ben Holiday, il neosovrano, a lasciare il nostro mondo per Landover. Il lutto per la moglie incinta morta in un incidente e la depressione conseguente. Tutto questo dolore ripetuto troppo ossessivamente per convincerci di quanto sia reale e che viene altrettanto rapidamente dimenticato quando arriva il momento di far maturare il personaggio. Troppo comodo.

sabato 9 agosto 2014

Animorphs #2, The visitor - K. A. Applegate

Animorphs #2, L'Ospite.

Siamo all'inizio della saga e c'è ancora spazio per tante scoperte nuove, nuove forme, nuove minacce.

Gli Yeerk non sono astuti, ed anche se pensano ci siano degli Andaliti in giro, non si sono ancora spostati in Cina. Hanno murato l'ingresso sotto la scuola e poco altro, come precauzione.

I nostri cinque (quattro e mezzo, togliendo Tobias bloccato in forma di falco) protagonisti seguono il loro vicepreside Controller per trovare un nuovo ingresso alla base sotterranea, e scoprono che si mette in contatto regolarmente con il capo degli Yeerk.

Notevoli le scene di trasformazione in toporagno ed in gatto, con il paragone diretto tra la psiche della preda e del predatore. Gli amanti dei gatti apprezzeranno sicuramente la descrizione di come - si suppone - un gatto veda il mondo, in funzione di movimenti, odori, se stesso.

Visser Three diventa sempre meno credibile e deciso come supercattivo, continua a farsi ingannare in maniera davvero ridicola, pur non volendo essere un intermezzo comico.

giovedì 7 agosto 2014

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte - Mark Haddon

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, journal.

La particolarita di Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte è il narratore, Christopher, un ragazzo autistico che vive con suo padre.

Trovo incredibilmente difficile leggere e restare concentrato sui flussi di coscienza, inizio a divagare e a non seguire più cosa sta effettivamente succedendo, ma in questo romanzo è invece molto facile.

Christopher ha un'attenzione al dettaglio che lo porta a distrarsi, notare piccoli particolari, divagare cercando pattern e risolvendo problemi. Le divagazioni del narratore stesso aiutano a seguirlo nella sua avventura.

Christopher inizia a scrivere il suo libro come diario di indagine, mentre cerca di scoprire usando il metodo scientifico tipico di Sherlock Holmes, chi abbia ucciso il cane della vicina di casa. Questa indagine è atipica, perché filtrata e spogliata da ogni aspetto emozionale. Spesso commenti o fatti molto significativi, sebbene presentati in maniera onesta, perdono ogni significato una volta "appiattiti" dal filtro emozionale di Christopher.

Questa difficoltà aggiuntiva, che permette di svelare solo molto lentamente la verità e le menzogne che vengono alla luce, rende il racconto davvero avvincente.

È più malinconico invece vedere dal lato opposto il padre di Christopher e la sua battaglia quotidiana per il benessere del figlio, la frustrazione e le difficoltà raramente ricompensate. Una vita fatta di sacrifici ed in cui anche un solo errore può compromettere in maniera grave un rapporto.

L'autore ha davvero fatto un grande lavoro immedesimandosi così a fondo nella mente di un ragazzo autistico, seguendone i guizzi e le deviazioni dalle normali aspettative. Mi spiace sia stato (troppo) criticato per gli excursus in campo matematico, che ho trovato leggeri e piacevoli, mai invadenti. La matematica è la passione del protagonista, era solo giusto che tornasse nei suoi pensieri e nel suo flusso di coscienza!