Il dottor Watanabe ospita uno strano viaggiatore, Sigerson, un esploratore norvegese con modi da londinese e dagli strani interessi.
Sherlock Holmes c'è tutto, anche se in una versione strana di se stesso. Risolvere casi in una cultura aliena come quella giapponese - peggio, la cultura giapponese dell'epoca Meiji - lo mette alla prova, lo costringe a capire usanze diverse e (a volte) illogiche.
Gli enigmi con cui ha a che fare sono molto più semplici di quelli classici a cui Sherlock Holmes ci ha abituati, spesso il lettore scopre con gioia la soluzione ancor prima che i nodi vengano sciolti completamente, grazie alla prospettiva giapponese del narratore, il dottor Watanabe.
Lo stile di Dale Furutani c'è tutto. L'ho apprezzato più in questa raccolta di racconti che nei romanzi, perché gli hanno permesso di saltare liberamente dagli ambienti europei a quelli giapponesi, dai bassifondi alle botteghe alle case nobiliari, senza mai doversi fermare.
Una parola di lode va spesa per la traduzione, meravigliosa, opera degli "allievi della scuola di Specializzazione in traduzione editoriale Tuttoeuropa, Torino", coordinati da Paola Mazzarelli.
Cosa conservare a cosa tradurre della terminologia giapponese non era facile, e il risultato è eccellente, non fa mai sentire spaesati ma non si perde una virgola dell'atmosfera.
Per la prima volta poi, una partita a go viene descritta con un lessico appropriato e senza gaffe nel parlare di pietre, di handicap, di gradi.
Nessun commento:
Posta un commento