domenica 20 novembre 2016

Blackgate - Michael Tangherlini

Miles Ferguson non è un essere umano. E' una Pelliccia, un animale il cui corpo e la cui mente sono stati modificati dalle potenze celesti per dare ai Figli d'Adamo la possibilità di ripensare al modo in cui si sono da sempre relazionati gli uni con gli altri. Ciò nonostante, deve pur guadagnarsi da vivere, e, per uno come lui, dopo una Guerra Mondiale i lavori onesti possibili sono pochi. La sua scelta cade su quello di investigatore privato: un lavoro onesto ma duro, con più frustrazioni che soddisfazioni.
Dopo un periodo di magra, finalmente qualcuno bussa alla porta del suo ufficio. Un nuovo caso si affaccia, una nuova possibilità che si rivelerà ben più bizzarra, inquietante e complicata di quanto non si aspetti.
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L'ambientazione è fantastica. Una storia alternativa in cui degli esseri che si proclamano Arcangeli sono scesi sulla terra e hanno dato coscienza a un gran numero di animali di ogni specie. Ovviamente il razzismo colpisce anche loro, che diventano la nuova casta bassa della società, chiusi in ghetti, usati in ogni modo possibile, anche come soldati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Se vogliamo trovare un significato o un messaggio profondo, non serve cercare lontano. Muovendoci in maniera verticale in questa strana società società, tra bianchi, neri e pellicce, è facile trovare la critica in chiave hard boiled alla società classista americana.

Il protagonista è un cane di quelli risvegliati dagli arcangeli che, reduce di guerra, lavora come detective e si trova invischiato in un caso di omicidio. L'omicidio di un nero, che in quanto a importanza sociale sta appena sopra a quello delle pellicce.

Le atmosfere da noir sono ottime, ci sono locali fumosi, cantanti seducenti, poliziotti vecchio stile e ricchi corrotti. Tutto incredibilmente armonioso, come stile e come sensazioni.

Ammetto di aver rischiato l'abbandono di questo romanzo almeno un paio di volte, la prima perché gli stacchi nella metanarrativa di quel che legge il protagonista spezzano molto, soprattutto quando inseriti dove c'è già poca tensione; la seconda quando mi sono reso conto che i draghi - citati di sfuggita come "armi" usate dai nazisti - avrebbero avuto un ruolo e una mitologia ben sviluppate, ma sono stati introdotti così tardi e in maniera così fumosa da rischiare di far crollare il puzzle del caso da risolvere.

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