venerdì 24 marzo 2017

Il cadavere rapito - Marcel Jouhandeau

Padre Divernesse è alto, magro, erudito, sprezzante. Quando non studia chiuso nella sua stanza coi libri lavora nell'orto. Le persone lo temono, temono la sua diversità, ne hanno paura.
Padre Divernesse non può tollerare la perpetua che trova nella sua canonica, è ottusa, lo disturba con questioni materiali e banali. Inventa un voto di silenzio per tenerla lontana, la porta all'esasperazione per convincerla ad andarsene. La sostituisce una fantastica Angèle, uno spirito affine a quello di padre Divernesse. Diventano complici, in una relazione intellettuale ma ambigua agli occhi del popolo.
Questa ambiguità continua fino a sfiorare l'eresia, ma padre Divernesse muore prima di superare la soglia da cui non sarebbe potuto tornare. Suo è il cadavere del titolo, portato in processione quasi fosse già santo dal popolo che prima lo odiava. La morte può trasformare odio e sospetto in adorazione.

Questo racconto forse non è un vero racconto, è uno studio di personaggio. Studia l'anima di padre Divernesse, lo scolpisce un lineamento alla volta fino a far prendere vita a un personaggio estremamente complesso, sia individualmente che nel suo rapportarsi agli altri. Un piccolo gioiello.

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