venerdì 24 marzo 2017

Sotto la casa - Josep M. Benet i Jornet


Un piccolo paese, la facciata di una casa, una donna scomparsa, due sconosciuti che s'incontrano. Forse non per caso. Uno dei due indaga, alla ricerca di risposte che lo aiutino a ritrovare la moglie o, almeno, a capirne l'anima, a partire dagli scarsi indizi che è riuscito a racimolare. Indaga pure l'altro, scrutando i gesti, scavando nelle parole, scomponendo i segnali che possano tradire le motivazioni dell'interlocutore. Entrambi dovranno rivedere le loro aspettative, in un continuo gioco di assestamenti di un dialogo serrato che li vede impegnati, come in un ring psichico, ad aspettare l'occasione per stringere alle corde l'avversario. Come finirà l'incontro? Chi è l'uomo che abita la casa e cosa cerca veramente l'ospite inatteso? Cosa c'è mai sotto la casa? 
Un dialogo, un lungo dialogo senza indicazioni sull'interpretazione, sulla scenografia, sui movimenti.
Forse è teatro, forse no. Fatico ad immaginarmi questo pezzo interpretato davvero, potrebbe essere orrendo o stupendo, nessuna via di mezzo.

Un uomo entra in una città, cerca una casa particolare, cerca la moglie scomparsa e forse morta. Lo sconosciuto con cui parla e si apre si rivela essere molto di più di un semplice curioso, sa molto e rivela il suo coinvolgimento poco alla volta in una spirale discendente in cui i rapporti di potere si spostano da uno all'altro più volte.

In qualche modo il testo sembra antico, ha la voce del piccolo paese isolato dove nulla cambia mai. Però c'è internet, questo elemento ancora così alieno anche al teatro moderno. Le dinamiche di internet, i social network, i rapporti online vengono usati in maniera libera dando a questo dialogo un'impronta particolarissima e - al contrario delle prime impressioni - estremamente moderna.

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