Un giovane robot dalle sembianze umane viene creato da uno scienziato con l’obiettivo di rendere felici gli uomini. Dovrà vivere tra loro, come un agente segreto, capire le loro motivazioni e intervenire per correggere i loro errori.
Ma non tutto va come dovrebbe, la complessità dei sentimenti umani lo porterà a vivere situazioni inattese.
Il «dolore» e la «dolcezza» del protagonista sono raccontate con semplicità e maestria dall’autore Sakumoto Yōsuke, da anni affetto da una forma di schizofrenia.
Questo romanzo è particolare. È fantascienza senza essere fantascienza.
Tezaki Rei è un robot, si comporta da robot, agisce da robot, analizza il mondo con occhi da robot. Si scarica, anziché stancarsi. Raccoglie dati sulle persone anziché conoscerle. Ha solo due direttive: non farsi scoprire e rendere felici le persone attorno a lui.
Qualcosa è strano nella sua narrazione asettica e distaccata del mondo scolastico in cui deve mimetizzarsi. Ci sono eventi inspiegabili, persone che provano a contattarlo. La sua missione diventa sempre più fumosa e confusa. Ben presto ci si accorge che Rei non è che un ragazzo malato e che il suo essere robot è una maschera assegnatagli da un medico, in un gigantesco gioco di "fake it till you make it" che non ha come obiettivo la carriera ma l'inserirsi in società.
Deve affrontare la realtà, inevitabilmente, ma l'autore si sposta su altri punti di vista, delle persone che gli stanno attorno. Della ragazza a cui ha confessato la verità riguardo all'essere un robot, a cui ha mostrato il suo cuore di metallo (e le sue cicatrici). Si sposta riguardo ai rapporti umani con il club di tennis da tavolo, quelli che per primi l'hanno accettato nella sua stranezza e che continuano a supportarlo quando smette di giocare da robot e si scopre essere un fallibile essere umano.
C'è moltissimo dell'autore in questo libro. Sotto strati di metafore e immagini e illusioni, si trova una riflessione sulla schizofrenia, sulle reazioni - positive o negative - della società messa di fronte alla schizofrenia e alla diversità di un adolescente.
Seguiamo Rei fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio. Non può essere robot e tagliare fuori il mondo. Non può essere umano perché è troppo vulnerabile. In una partita di tennis da tavolo finisce per giocare non contro il suo avversario, ma contro sé stesso, robot contro umano, per raggiungere un accordo e lasciare che i suoi due animi collaborino per dargli la vita migliore possibile.
Nessun commento:
Posta un commento