Sono secoli che gli uomini vivono nello spazio senza tornare sulla Terra. In seguito a una devastante guerra atomica i sopravvissuti si sono imbarcati su tre navi spaziali e i loro discendenti sono ancora chiusi lì dentro. Tuttavia pare giunto il momento di andare in ricognizione. A essere spediti sulla Terra per capire se sia di nuovo vivibile sono in cento: ragazzi considerati delinquenti dal regime poliziesco che vige sotto la guida del Cancelliere. Alle prese con una natura magnifica e selvaggia e tormentati dai segreti che si annidano nel loro passato, i 100 sulla Terra devono lottare per sopravvivere. Non sono eroi, ma potrebbero essere l'unica speranza rimasta al genere umano.
Volevo leggere The 100 prima di vedere la serie tv, che mi ispirava molta fiducia.
Alla fine del primo volume della saga, ho deciso di abbandonarla senza rimpianti e senza paura di perdermi grandi sfumature e dettagli iniziando da un adattamento.
L'idea di fondo è bella: terra radioattiva, gli umani vanno a vivere in orbita per aspettare che si riprenda e si crea una società distopica. Mandano un centinaio di giovani criminali a terra per controllare che sia tornata abitabile, ognuno con la sua storia più o meno drammatica, più o meno intrecciata alle sorti delle navi e del mondo.
Purtroppo, complice anche una formattazione pessima dell'ebook che non separa presente e flashback, creando fastidiose ambiguità e rendendo molto poco scorrevole la lettura, i personaggi sono tanti e decisamente troppo piatti per una narrazione corale di questo genere. Ci si affeziona a poche delle storie, quelle più imprevedibili, mentre altre sono così lineari e scontate da diventare quasi un peso da tollerare per arrivare a qualcosa di nuovo.
Essendo così concentrata sui flashback, lo sviluppo della società sul pianeta procede estremamente a rilento, dopo averci promesso che la storia si sarebbe concentrata su quegli eventi, e in più si concentra più che sul lato pratico della sopravvivenza, sul lato emotivo, sulle relazioni, su problemi adolescenziali che vengono innaturalmente glorificati a discapito di problemi più concreti. Mancano cibo, medicine e ripari? Scriviamo dieci pagine sul primo bacio nel bosco, perché quello sì che è un problema vero.
Non credo neppure di essere il target sbagliato di questo romanzo, perché leggo con piacere romanzi YA. Ma un romanzo YA non deve essere irrealistico e focalizzato solo su problemi adolescenziali. Mi aspetto invece che li integri nella storia in maniera naturale, senza soffocarla né sminuirla.
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