Al contrario dell'ultimo libro, tanto campeggio e poca sostanza, che spingeva il lettore ad andare avanti a spinte di forza di volontà ed affetto verso i personaggi, il quinto della serie recupera e si fa adorare.
Ayla e Giondalar sono tornati alla nona caverna degli Zelandoni e si devono unire al raduno d'estate.
Il format è sempre lo stesso, hanno tante novità, l'allevamento, le pietre da fuoco, il propulsore, tante cose imparate lungo la strada, e devono stupire tutti con queste novità, impressionandoli nel modo più opportuno per la storia. Stranamente non è fastidioso vedere questa struttura ripetersi più e più volte, forse grazie ad un attento lavoro di editing per rimuovere ogni situazione in cui sarebbe sembrato fastidioso.
Non ci sono personaggi negativi esagerati e sgradevoli, Zolena/Zelandonai che era stata suggerita come il grande antagonista, nei racconti sulla giovinezza di Giondalar, si rivela essere una buona persona, interessata ad Ayla e alla sua storia, mai in contrasto con lei.
La ricostruzione storica accurata e dettagliata inzia a traballare, ma è un pregio. Sono sicuro che la vita quotidiana degli umani di 25mila anni e le loro interazioni sociali descritte realisticamente fa non potessero essere così interessante da giustificare 600 pagine di storia.
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