Animorphs #19, La Partenza
Una ventata d'aria fresca nella serie. Sarà l'influsso di un nuovo ghostwriter ad aver risollevato lo stile?
Un atto di ribellione all'interno degli Animorphs mette in moto questo breve arco narrativo. Cassie non vuole più uccidere, era da inizio serie che rimuginava sui problemi etici del trasformarsi e combattere, e il tema era già venuto a galla prepotentemente durante la lotta sotto forma di formica.
Lasciato il gruppo promette di non usare più il suo potere, e ovviamente tutto degenera molto rapidamente quando incontra Afran, uno Yeerk in difficoltà, attaccato da un orso, e durante il salvataggio è costretta a rivelare per la prima volta che il gruppo di ribelli sulla Terra non è un gruppo di Andaliti ma di ragazzi umani. Pur di far breccia nell'animo Yeerk, decide di farsi possedere, condividendo ogni suo ricordo, per mostrare le sue buone intenzioni e come non desideri davvero uccidere e scontrarsi. Durante questo scambio abbiamo anche un primo spaccato su come gli Yeerk vivono nel loro stadio primordiale di "lumache", senza luce, colori e gioia.
Cassie accetta di sacrificare i suoi colori lasciandosi intrappolare in un morph, in cambio della libertà dell'ospite umano di Afran. Ne esce grazie a un (ingegnoso e credibile) tecnicismo del processo di morphing.
La Partenza è una storia molto anomala, riflessiva, senza combattimenti, inseguimenti e i problemi affrontati solitamente, ma per la prima volta i cattivi vengono mostrati in una scala di grigi, con una loro moralità individuale e in cui semplicemente sono i più spietati a fare carriera e decidere le azioni dell'intera razza.
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