sabato 18 aprile 2015

Supertoys che durano tutta l’estate (A.I. Intelligenza Artificiale) - Brian W. Aldiss



Urania 1415, 3 Giugno 2001
Urania 1615, Febbraio 2015

David ha dodici anni, pesa trenta chili, è alto un metro e mezzo. E comincia a farsi domande importanti: per chi lavora suo padre? A cosa servono i suoi giocattoli? E, soprattutto, cosa vogliono fare di lui? “Urania” ripresenta il racconto che è servito da spunto per l’ambizioso progetto cinematografico di Stanley Kubrick realizzato da Steven Spielberg nel 2001: A.I. Intelligenza artificiale, titolo con il quale era uscita anche la precedente edizione del presente volume (n..1415). Insieme a Supertoys Last All Summer Long vengono tradotti i due episodi che Brian W. Aldiss ha voluto apporvi come seguito e che, insieme ad altri sedici racconti, formano un vero e proprio romanzo sull’intelligenza nel futuro, ovvero la sorte di un mondo.

Forse l'idea di usare la notorietà del film, A.I. Intelligenza Artificiale, per vendere la raccolta la prima volta, è stata una gran mossa. Sono spesso dell'idea che i libri vincano sul proprio adattamento cinematografico, ma questa raccolta di racconti fa eccezione.
I primi tre racconti hanno per protagonista il piccolo robot del film, e sono vagamente loegati tra loro da questo personaggio e dal tema comune della macchina che prende coscienza di sé e del suo ruolo.
Il resto sono racconti molto disparati, quasi tutti confusi e senza un senso apparente, molti veramente difficili anche solo da finire senza mettere via il libro.

Aldiss sembra avere una vera ossessione per il miglioramento dell'uomo, a cosa tende evolutivamente, come può migliorare se stesso e la società, e ci propone molti scenari in bilico tra l'utopico e il distopico. Purtroppo quelli riusciti meglio sono quelli appena abbozzati, in cui è il lettore a riempire tutti gli spazi bianchi, ma anche in questi racconti la mancanza di una storia o peggio, di personaggi direttamente, li rende meno godibili di quanto sarebbe possibile.

Molto interessante è l'introduzione, in cui Aldiss parla della sua lunga interazione con Stanley Kubrick, interessato a sviluppare quello che sarebbe poi diventato A.I., di come abbia rimandato e aspettato per anni alla riceca di una buona idea di partenza per usare David e il suo Orsetto, morendo prima di riuscirci e lasciando tutto in eredità a Spielberg e alla sua macchina perfettamente oliata che non ha dovuto limare ogni dettaglio per iniziare a girare.

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