martedì 2 giugno 2015

Il gusto del cloro - Bastien Vivès

Leggere questo fumetto è come tenere il fiato, buttarsi in piscina e fare una vasca senza mai riemergere per respirare. Viene voglia di nuotare più in fretta possibile, perché ci si sente soffocare e si sta male, ma si deve mantenere un ritmo più lento e regolare per non bruciare tutto l'ossigeno e rischiare di fermarsi prima.

I colori, i ritmi, gli spazi di Il gusto del cloro sono semplicemente perfetti.
Il protagonista, in piscina come terapia di riabilitazione, scopre l'acqua ed i movimento associati all'acqua, grazie ad un incontro fortuito. Noi seguiamo questo avvicinamento con scene che alternano in maniera naturale visioni dall'esterno e dall'interno. Soffitti fissati in maniera meccanica e distaccata durante le vasche a dorso, i più disparati personaggi da bordo vasca che continuano con la loro vita.

Ci sono pochissimi dialoghi, proprio come in piscina. Le tavole riescono in un modo che mi è oscuro a trasmettere il suono ovattato delle voci a pelo d'acqua, lo sciabordio delle piccole onde che colpiscono i bordi della piscina, i tuffi sordi e lontani che si sentono quando si è immersi.

Questo fumetto è un'esperienza difficile da raccontare, ma che merita ogni attenzione e vanto ricevuti negli anni.

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