venerdì 25 dicembre 2015

La pelle dell'orso - Francis Moore

Ci sono dei libri che promettono tanta bruttezza, tanto orrore, che non ci si può rifiutare di leggerli, se non altro per capire quale perverso mercato editoriale abbia permesso di stampare la serie "I gialli dello schedario F.B.I." per oltre 200 uscite.

La pelle dell'orso è un capolavoro dell'orrore. Scene e dialoghi lunghissimi senza uno scopo, con personaggi introdotti apposta per allungare il brodo nei capitoli scarni. Personaggi con tentativi di caratterizzazione basata su una catchphrase ricorrente. Un protagonista che arrossisce per un totale di 24 volte nel giro di 120 pagine. Personaggi che si muovono in branco, tutta una famiglia estesa che ogni manciata di pagine entra, una persona alla volta, in una stanza, in modo che tutti possano dire la propria opinione sugli ultimi avvenimenti. Ordinatamente.


Passando alla trama... Mulligan Junior è stato minacciato di morte, è il figlio di Mulligan Senior (sì, Senior è il suo nome di battesimo), magnate degli insaccati. L'FBI lo vuole proteggere e gli manda un singolo agente che si finge il suo segretario. Ma il "biondino" viene sedotto dalla moglie del fratello giudice di Junior, dalla sorella minore, dalla matrigna. Tutte le donne di casa lo vogliono e se lo contendono in maniera peccaminosamente ridicola. Per fortuna basterà uscire per locali ad ubriacarsi e giocare d'azzardo per un paio di sere, per trovare il bandolo della matassa.

La pelle dell'orso è un libro per pompare l'autostima nelle proprie capacità di scrittura.

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