mercoledì 23 dicembre 2015

La porta di Tolomeo - Jonathan Stroud

Dopo un secondo volume della trilogia sottotono, temevo un finale ancora più terribile, invece Stroud si riprende con grande stile, cambiando le carte in tavola.
Nel primo volume empatizziamo con Nathaniel, giovane mago idealista, meno con Bartimeus, demone dalla lunga storia e un po' saccente.
Nel secondo volume Nathaniel è diventato freddo e policitizzato, entra i gioco Kitty, della resistenza, ma è priva di spessore e manipolata in maniera ridicola.
In questo terzo volume Nathaniel ritrova il se stesso giovane con cui riusciamo ad entrare in sintonia, Kitty ha una sua indipendenza e agisce in maniera non frustrante, Bartimeus è intrappolato sulla terra da troppo tempo, è debole e fragile, non più potente e irraggiungibile. Una terna che fa da fondamenta a questa storia notevole.

Contemporaneamente alla Londra moderna, scopriamo di più sul mitico Tolomeo a cui Bartimeus accenna sempre, come fosse un mago progressista e contrario alla schiavitù dei demoni. La sua storia ci viene raccontata contemporaneamente ad un avvicinarsi analogo alle sue idee da parte di Kitty, che studia clandestinamente le tecniche di evocazione.

La storia principale forse è un po' affrettata, l'immunità alla magia tra i comuni che è stata introdotta da pochissimo sembra aver preso piede molto più rapidamente di quanto preannunciato, forse andava seminata meglio prima di trasformarla in una rivolta vera e propria.
Di questa debolezza approfitta il solito mago ribelle che agisce nell'ombra per ribaltare il governo, che provano ad evocare dei demoni all'interno dei loro corpi, seguendo il modello di Honorius all'interno delle ossa di Gladstone. Ovviamente fanno casino e tutto gli sfugge di mano, e tocca al nostro trio riunito (Nathaniel e Bartimeus letteralmente, nello stesso corpo) sconfiggerli e riportare l'ordine usando il bastone di Gladstone.

Il finale è molto toccante, me lo aspettavo per via del parallelismo con la storia di Tolomeo, ma è raro che un autore riesca a distaccarsi tanto dai suoi personaggi da riuscire davvero a farli agire in modo epico e nobile, quando necessario.

Una degna conclusione alla trilogia di Bartimeus, decisamente una lettura consigliata.

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