martedì 29 dicembre 2015

Il ballo - Irene Nemirovsky

Il mondo dice che si tratta del "racconto perfetto", e forse il mondo non ha torto.
Si legge tutto d'un fiato, saltando tra i punti di vista di madre e figlia, i due mondi contrapposti della tarda ascesa e della lotta contro un declino prossimo e del desiderio di lanciarsi nel mondo, senza ostacoli.

La società parigina che "Il ballo" ci presenta è involuta e persa in se stessa. Non c'è onesta, non c'è schiettezza, e Antoinette, la figlia, soffre per questa imposizione. Vive da arricchita ma, paradossalmente, le ristrettezze imposte dalla ricchezza la fanno soffrire più della precedente povertà.

Il suo gesto di ribellione verso la madre, gettare nel fiume gli inviti al ballo che sta organizzando, ci fa soffrire con lei in attesa di una grande catastrofe e con la madre mentre la seguiamo precipitare nel suo personale inferno.

Non conoscevo questa autrice e mi stupisco che - almeno questo suo racconto - non sia tra le letture classiche da propinare nelle scuole. C'è ribellione giovanile, differenze generazionali E buona letteratura. Lo stimolo perfetto.

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