Una raccolta di racconti legati dalle ambientazioni pisane della defunta Felici Editore.
E ora mi è chiaro perché sia defunta.
Non avevo grandi aspettative per questa raccolta, mi è capitata un po' per caso fra le mani, ma mai esempio migliore dell'utilità di un editor ha visto la stampa.
Punteggiatura usata in maniera casuale, spaziata prima, dopo, prima e dopo.
Dialoghi maltrattati, aperti e chiusi in maniera caotica.
Ortografia e accenti? Non ne parliamo.
Coerenza delle storie? I personaggi che cambiano nome a metà racconto non devono stupirvi.
Trame? Si va avanti nella lettura nella mezza convinzione che potrebbe trattarsi di parodie, tranne in poche eccezioni, chiaramente finite nel volume per caso.
Se era questa l'etica della casa editrice, non mi stupisce affatto che non abbia creato un seguito, anche se aveva la possibilità di radicarsi sul territorio grazie alle pubblicazioni a tema locale. Sembra che non ci sia stata alcuna selezione sui racconti e che nessuno si sia preso neanche il fastidio di rileggerli. Copiaincolla in un unico file e direttamente in stampa.
Che imbarazzo.
Spero che la Istos Edizioni, che ha acquisito il catalogo della Felici, ne sia consapevole e abbia preso le distanze.
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