mercoledì 20 luglio 2016

1q84 - Haruki Murakami

1984, Tokyo. Aomame è bloccata in un taxi nel traffico. L'autista le suggerisce, come unica soluzione per non mancare all'appuntamento che l'aspetta, di uscire dalla tangenziale utilizzando una scala di emergenza, nascosta e poco frequentata. Ma, sibillino, aggiunge di fare attenzione: "Non si lasci ingannare dalle apparenze. La realtà è sempre una sola". Negli stessi giorni Tengo, un giovane aspirante scrittore dotato di buona tecnica ma povero d'ispirazione, riceve uno strano incarico: un editor senza scrupoli gli chiede di riscrivere il romanzo di un'enigmatica diciassettenne così da candidarlo a un premio letterario. Ma "La crisalide d'aria" è un romanzo fantastico tanto ricco di immaginazione quanto sottilmente inquietante: la descrizione della realtà parallela alla nostra e di piccole creature che si nascondono nel corpo umano come parassiti turbano profondamente Tengo. L'incontro con l'autrice non farà che aumentare la sua vertigine: chi è veramente Fukada Eriko? Intanto Aomame (che pure non è certo una ragazza qualsiasi: nella borsetta ha un affilatissimo rompighiaccio con cui deve uccidere un uomo) osserva perplessa il mondo che la circonda: sembra quello di sempre, eppure piccoli, sinistri particolari divergono da quello a cui era abituata. Finché un giorno non vede comparire in cielo una seconda luna e sospetta di essere l'unica persona in grado di attraversare la sottile barriera che divide il 1984 dal 1Q84. Ma capisce anche un'altra cosa: che quella barriera sta per infrangersi.
Quella di 1Q84 è una recensione difficile.

È il libro più Murakami che abbia letto, in ogni senso. Ci sono tutti i grandi temi, le sette oppressive, il mondo parallelo e misterioso, l'amore che spinge insieme due personaggi inizialmente lontani e uniti solo da un filo sottile, la musica che lega tutto.

Però è troppo Murakami, anche se non lo credevo possibile.

Vediamo scolpire nel giro di mille pagine dei personaggi di uno spessore incredibile, Aomame, Tengo, Ushikawa. Sappiamo tutto di loro, come una grande tavola piena di piatti da portata che vengono scoperti uno alla volta, molto lentamente. Però prima di poter mangiare, quando il nostro stomaco brontola furiosamente per l'attesa, Murakami tira via la tovaglia da sotto e rovescia tutto, lasciandoci a contemplare il cibo spiaccicato a terra e domandarci se il sapore fosse davvero buono e incredibile come immaginavamo.

Restano troppi interrogativi in sospeso che il lettore fedele non si merita. Di chi è figlio Tengo? Chi è l'amante della madre? Dov'è finita Fukaeri? Chi diamine sono i Little People, cosa vogliono, perché? Ognuno leggendo svilupperà la sue ossessioni che vorrà veder chiarite per essere deluso in maniera personale.

Murakami non ci spiega nulla. Nulla. Tutte le informazioni utili arrivano in un unico capitolo in cui il leader parla per venti pagine in un unico grosso infodump in cui spiega le meccaniche delle crisalidi d'aria e della setta. Quel capitolo è un modo per orinare copiosamente su tutti i fanatici dello "show, don't tell" per poi ridere sguaiatamente del loro sgomento.

Riassumento: adorerete i personaggi, le divagazioni, le atmosfere; soffrirete vedendoli danzare e avvicinarsi a più riprese. Ma non aspettatevi soddisfazione.

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