venerdì 13 ottobre 2017

La scuola dei maghi - Trudi Canavan


Sonea ha finalmente accettato di entrare nella Corporazione dei Maghi, iniziando così il suo percorso di studi. Ma la strada davanti a lei è irta di pericoli, a cominciare dal fatto che numerosi Maghi disprezzano le sue umili origini e la giudicano indegna di quel privilegio. Il più spietato è Regin, un novizio che sembra avere come unico scopo quello d'istigare i compagni e gli insegnanti contro la ragazza, umiliandola ripetutamente e arrivando persino ad accusarla di essere una ladra. L'unica speranza per lei è rappresentata da Lord Dorrien, sensibile e intelligente figlio del potente Lord Rothen: il ragazzo, giunto alla scuola per far visita al padre, prende subito le parti di Sonea e si spinge addirittura a rivelarle alcuni segreti che la rendono più potente del perfido Regin. In tal modo, però, Sonea scopre pure che il Lord Supremo, Akkarin, fa uso della proibitissima Magia Nera, riuscendo a trarre forza da qualsiasi essere vivente, uomo o animale, e questo rischia di costarle la vita... 
 Sonea è nella corporazione, ora la corporazione ci è simpatica, ci sono maghi buoni e gentili e disponibili. Da lettori sappiamo che Sonea è un "super" e non vediamo l'ora che faccia il botto impressionando finamente tutti (e ci riesce in grande stile durante la sfida nell'Arena, che è il picco narrativo di questo secondo volume della trilogia).
Mentre siamo assetati di seguire quel che succede nella scuola, anche quando le cose vanno male, quando Regin è cattivo, quando il Sommo Lord la strappa alle sue abitudini a fatica conquistate gettandola di nuovo in pasto ai leoni dell'invidia degli altri novizi, la storia ci costringe anche a seguire Dannyl nel suo viaggio di indagine sul passato del Sommo Lord e su come sia finito in contatto con la magia nera.
La trama di Dannyl è un disastro. È un tentativo maldestro di scrivere una storia omoerotica inseriendola in maniera naturale per mostrare "quanto è tollerante il mio fantasy", ma in realtà ne escono un gran numero di scene lentissime che non arrivano mai al dunque (sì, le voci su Dannyl gay su cui torni ogni 20 righe sono vere, l'abbiamo capito!) e che provocano estremo imbarazzo per empatia in me-lettore, per l'ingenuità con cui sono progettate. Rendere tutti i maghi di Imardin intolleranti va bene, è una scelta, la società è di stampo abbastanza antico quindi è credibile. Però poi mostrami anche dei maghi intolleranti, non mostrarmi questo mondo SOLO dal punto di vista di maghi progressisti e tolleranti e aperti (o gay nascosti), altrimenti diventa una parodia fatta solo per infilarmi a forza in gola la tolleranza di te-autore che vuoi essere proprio proprio sicuro di non passare per omofobo. Ma se non sei omofobo sarai capace di metterci personaggi ugualmente gay e omofobi senza problemi, per rappresentare un universo credibile. Non solo confetti e arcobaleni, grazie.
Ho invece apprezzato moltissimo lo sviluppo del cattivo, il sommo lord Hakkarin, che in modo naturale e graduale diventa sempre più cupo, triste, depresso e si percepisce il suo trovarsi in un impasse da cui non riesce a uscire, si capisce che il suo usare la magia nera non è per forza qualcosa di cattivo come appariva all'inizio, ma ce dell'altro che non sappiamo e ci verrà svelato più avanti insieme alle ragioni per cui è segretamente buono e con buone intenzioni verso Sonea, pur non potendole mostrare. È il miglior personaggio della saga e non mi ha mai deluso fin'ora.

Nessun commento:

Posta un commento