David Starr è il Lone Ranger di Asimov. Poliedrico, imbattibile in ogni campo. Scienziato di alto livello riconosciuto dall'Accademia delle Scienze, esperto nel combattimento, nella sopravvivenza spaziale, nella guida di qualsiasi cosa possa muoversi, fantastico nella manipolazione sociale e nel creare rapporti di fiducia in posizioni chiave attorno a lui. In più, giovanissimo, che non guasta a renderlo ancora meno credibile, visto che con le abilità che presenta ci si aspetta almeno un veterano temprato dall'esperienza.
Visto il protagonista, grandioso a suo modo, la trama è banalotta, quasi un pretesto per presentare David Starr senza troppa fatica e senza doverne confondere i tratti con delle azioni troppo complesse. Da Marte arriva del cibo avvelenato, David va su Marte, David incontra per caso proprio delle persone coinvolte con l'avvelenamento del cibo, che provano ad ucciderlo regolarmente, ma grazie alla sua provvidenziale alleanza con il farmboy marziano Bigman prima e con una razza di marziani superavanzati fatti di energia dopo, ne esce vittorioso.
Luky Starr, il vagabondo dello spazio, sembra essere un libro molto più commerciale degli standard (già bassi) di Asimov, si sente benissimo che è stato pensato come una sceneggiatura e non come un romanzo, perché manca di una pronfondità che la riscrittura non è riuscita a dargli.
Non disturba invece la mancanza di realismo di cui Asimov si preoccupa nell'introduzione. Essendo datato precede le prime vere osservazioni dirette di Marte, quindi la struttura delle colonie marziane si basa su alcune assunzioni dell'epoca poi dimostratesi false: acqua ghiacciata ai poli, presenza di vita batterica locale. Tutto perdonabilissimo.
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