Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve è un libro molto particolare. Sono in realtà due storie scorrelate messe insieme senza una vera ragione.
Una linea del racconto di parla di Allan, centenario, in fuga dalla sua casa di riposo, inseguito dalla (umoristica) malavita svedese, che incontra personaggi improbabili e dai passati più svariati, che ruba, uccide, sfugge involontariamente alla polizia in una avventura rocambolesca.
L'altra linea di parla del passato di Allan, della sua giovinezza passata a far esplodere cose ed il suo viaggio per il mondo che lo porta più o meno casualmente ad incontrare tutti i principali leader mondiali del secolo, a lavorare per loro e ad essere coinvolto nelle più grandi scelte politiche internazionali dalla seconda guerra mondiale fino al Vietnam.
Allan è una sorta di Forrest Gump su scala internazionale e con una personalissima ed ingenua morale.
Questa seconda storia se vogliamo potrebbe essere una enorme caratterizzazione per Allan, ma si arriva alla fine in cerca di un chiaro elemento di giunzione, restando in sospeso in maniera amara.
Lo stile è fiabesco, mi ricorda molto gli autori sudamericani, con un tocco della logorrea ed attenzione al dettaglio che trovo regolarmente negli autori nordici. Proprio questo elemento può far abbandonare molto presto questo romanzo, che fatica a decollare. Superato questo scoglio, merita ogni minuto.
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