lunedì 12 gennaio 2015

Gorilla Sapiens - L. Sprague de Camp, P. Schuyler Miller

Urania 13, 10 Aprile 1953
Urania Classici 23, Febbraio 1979

Il senso di disagio, di vaga inquietudine e di irritazione che quasi tutti abbiamo provato osservando le scimmie nelle gabbie degli zoo, specialmente quelle che "somigliano" di più all'uomo: gorilla, scimpanzè, babbuini, orangutan, ha forse ispirato questo fantastico, impressionante, ironico romanzo di L. Sprague de Camp e P. Schuyler Miller. Gli autori immaginano che un gruppo di una ventina di uomini e di donne si risveglino - dopo una specie di letargo provocato dall'esplosione di un gas - dopo un milione di anni. Naturalmente il mondo è completamente cambiato e l'homo sapiens è scomparso dalla Terra, esclusi i personaggi del romanzo. Le scimmie si sono evolute, specialmente i gorilla, e noi assistiamo alla nuova civiltà delle scimmie, succeduta sulla Terra a quella dell'uomo. Gorilla scienziati, gorilla padri di famiglia, gorilla guerrieri, gorilla uomini di governo, vivono, ragionano e soffrono in questo romanzo, come noi ora facciamo, ma forse - e questa è la parte più divertente del libro - con più saggezza e con più amore del prossimo di quanto li uomini non usino ancora. 

Ah, la fantascienza d'epoca. O colpisce al cuore della sensibilità moderna, oppure fallisce in maniera misera e clamorosa.

Gorilla Sapiens fallisce nel modo più spettacolare mai visto. Fallisce come personaggi, come tempi, come idee, come credibilità.

Un pulmino più o meno composto da scienziati, di discipline miste e variegate, cade in un crepaccio a causa di un terremoto. A bordo si rompe un contenitore pieno di gas-letargico che manda tutti in letargo per un milione di anni.

Un milione di anni dopo tutti si svegliano appena indolenziti e coi capelli lunghi ed escono ad esplorare un modo evolutosi in maniera fantasiosa.

Gli umani sono spariti e tutti gli animali sono diventati più grandi ed intelligenti.
Per due terzi del libro il nostro gruppetto cammina a caso incontrando criceti giganti, lepri giganti, castori giganti, topi giganti, ogni volta stupendosi e disquisendo di classificazione ed evoluzione.

In contemporanea, anche dopo aver ricostruito cosa è successo e resisi conto di essere gli ultimi rimasti della specie umana, provano a ricostruire all'interno di un gruppo di una trentina di persone, la parodia di una struttura civile. Un poliziotto/sistema giudiziario, un presidente eletto, un legislatore, senza che neppure li sfiori la possibilità che non si possano più applicare la strutture sociali, se scalate verso il basso da milioni a decine di persone.

Le donne in questa società esistono come personaggi astratti e collettivi. Gli uomini cacciano. Le donne si lamentano che camminare coi tacchi nel bosco è faticoso. Gli uomini pescano. Le donne si truccano usando la polvere. Gli uomini marciano. Le donne si provano gli abiti recuperati dal pulmino e ridono. L'unica donna attiva è una coguar aggressiva la cui funzione è virilizzare uno dei protagonisti in un momento depresso.

Spoiler massicci:
Dopo il vagare casuale e lentissimo, nell'ultimo quarto di libro, vengono catturati da dei gorilla intelligenti, messi in uno zoo, imparano la lingua e comunicano, si scambiano informazioni, si scatena una guerra mondiale ed inizia uno scontro diretto con i babbuini che hanno attraversato l'atlantico, creano una cavalleria di cinghiali, si alleano coi castori, vincono la guerra, si sposano tutti, vissero felici e contenti.

Il tutto affrontato in maniera incredibilmente superficiale e poco coerente, supponendo popolazioni risibili per rendere le battaglie abbastanza locali e descrivibili e semplificando la tattiche militari in maniera infantile.

Il primo approccio e descrizione della civiltà dei gorilla mi ha ricordato vagamente il lavoro fatto da Robert J. Sawyer nella trilogia dei Neanderthal (La genesi delle specie, Fuga dal pianeta degli umani, L'origine dell'ibrido), con la differenza di essere più superficiale e senza andare a scavare abbastanza a fondo nelle differenze che si possono essere create "civilizzando" ed estremizzando usi e costumi di altri primati. L'idea di avere tutte le principali specie di primati sulla terra evoluti ed intelligenti aveva grandissime potenzialità.

Tanti temi accennati in Gorilla Sapiens li troviamo sviluppati in romanzi di altri autori. Anche se è un libro davvero terribile, deve aver ispirato molti scrittori, dando idee e facendoli pensare "io potrei scrivere di meglio, altro che questa boiata!".

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