martedì 18 marzo 2014

Nocturnes - Kazuo Ishiguro

Nocturnes, journal.

Non avevo mai letto nulla di Ishiguro, nonostante ne avessi sentito parlare più volte positivamente.
Mi aspettavo uno stile giapponese, frasi brevi ed incisive, personaggi che vivono rapidamente e che non devono giustificare se stessi. Ho trovato uno stile britannico che mi ha comunque soddisfatto.

Nocturnes è una raccolta di racconti, legati dal tema della musica, ma per come li ho percepiti sono più parte di una macrostoria, una analisi dell'autore. Presi singolarmente sono amari e tristi, restano incompiuti, le storie sono tronche e non soddisfano chi legge. Presi nel complesso hanno la struttura di una sinfonia (allegro, lento, minuetto, rapido, e poi ritorno al tema iniziale - letteralmente), con il grande tema della musica che domina, e tante piccole variazioni, la fama, il vendere la propria arte, la maturazione musicale che si intrecciano a piazze italiane, alberghi, ristoranti.
I personaggi tornano in diverse incarnazioni, a volte cambiando nome, a volte esplicitamente, come la moglie di Tony Gardner in luna di miele prima di essere lasciata per necessità di carriera, nel primo racconto, che ritroviamo poi in convalescenza da un intervento di chirurgia plastica per prepararsi al marito successivo.

Il racconto più toccante è quello finale, Cellists, l'incontro tra un giovane talento del violoncello, che si fa addestrare da una "virtuosa" del violoncello, che ha smesso prima ancora di imparare a suonare, per non contaminare il suo talento, preferendo non portarlo neppure alla luce per paura che maestri al di sotto delle sue abilità potessero rovinarlo.
L'ho trovato di una delicatezza e sensibilità incredibile, con uno sviluppo implicito dei personaggi, complessi, che non avrei quasi creduto possibile. Con una malinconia e dei rimpianti che vengono a galla a più riprese, senza mai essere visibili direttamente.

Gli altri racconti in sé sono tecnici, un po' scialbi, appena accettabili ed alcuni divertenti, se non si ha una grande sensibilità musicale, se non si vive jazz che costringe a sentirsi coinvolti. I drammi da musicista, drammi creativi, drammi economici, drammi sociali, difficilmente toccano il lettore.
I racconti in sequenza sono grandiosi e potenti.

Penso di aver capito per la prima volta la lezione di prima media sull'importanza del Macrotesto. Il macrotesto è quel che Kazuo Ishiguro fa in Nocturnes, quello che farà pensare a tanti "Era noioso, non succedeva nulla. Ma mi è piaciuto, anche se non so perché". Il perché è la sinfonia creata dal macrotesto.

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