venerdì 9 dicembre 2016

Morbose fantasie - Jun'ichiro Tanizaki

L'eccentrico Sonomura spia una notte la misteriosa Eiko, femme fatale che soddisfa le proprie fantasie sessuali uccidendo gli uomini e fotografandone i volti senza vita. Da questa «visione» si dipana un magistrale racconto di suspence, che se da un lato dichiara i propri debiti nei confronti di un maestro del genere come Poe, dall'altro ci conduce nelle atmosfere e nelle tematiche che hanno reso celebre l'arte narrativa di Tanizaki: la minuziosa indagine psicologica degli impulsi erotici e la totale sottomissione dell'uomo all'irresistibilità del fascino femminile. In questo caso Sonomura, spinto dalla propria pulsione masochistica, deciderà di abbandonarsi completamente al fascino perverso di Eiko, fino al punto di desiderare di farsi uccidere da lei. Ma prima dell'inatteso finale il raffinato gioco di specchi attuato da Tanizaki riserverà ancora molte sorprese' 
Morbose Fantasie è un racconto alla Edgar Allan Poe, c'è un omicidio, c'è moltissima tensione, c'è un lavoro accuratissimo sui personaggi.
Un amico con problemi di stabilità mentale chiede al protagonista di accompagnarlo in una missione: un omicidio sta per avvenire e ha un biglietto in codice che rivela dove, vuole assistere all'evento perché si tratta di un'occasione rara. Riescono a trovare la casa a cui punta il messaggio e osservano una donna bellissima uccidere il suo amante e scioglierlo in una vasca di acido.
L'amico si infatua della donna, una moderna medusa che incanta e pietrifica gli uomini, la rintraccia e inizia a frequentarla assumento il ruolo (e i rischi) della precedente vittima, finendo per diventarne completamente schiavo, pronto a vivere e morire per lei senza alcuna paura o esitazione.

Si tratta di un racconto giovanile di Tanizaki, è imperfetto a volte, ma riesce comunque a trascinare con sé in una spirale di fantasie (morbose? no, secondo me) appena accennate e avvolte ordinatamente in uno strato di cultura e formalismo tipicamente giapponesi. La cura del dettaglio, lo studio di costumi, pettinature, usi tradizionali, è ancor più esasperato che nello stile giapponese "medio", c'è uno studio incredibile e ammirabile dietro a ogni frase e particolare della scena.

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