sabato 5 aprile 2014

Il canto di Acchiappacoda - Tad Williams

In Il canto di Acchiappacoda, l'ambientazione è un mondo in cui ogni specie animale ha intelligenza umana, una sua mitologia, credenze, tradizioni, ed ogni specie si considera quella dominante sul pianeta.

Il racconto è narrato dal punto di vista dei gatti. La mitologia felina viene presentata in maniera molto dettagliata, tramite storie, raduni e canti, a partire dalla creazione dei primi gatti, la "madre di tutti" Meerclar, i suoi figli Harar Occhio-d'oro e Fela Danza-in-Cielo, ed i figli di questi ultimi, i tre Primi Nati, le cui vicende plasmano la razza felina, le sue usanze e le sue superstizioni.
Con la mitologia - Tolkien insegna - viene un dizionario dedicato, poche parole di lingua comune tra gli animali che vengono liberamente usate e combinate tra loro in maniera molto suggestiva, per quanto semplicistica e senza struttura.

La storia è un classico racconto fantasy di viaggio. Misteriose creature rapiscono gatti dalla colonia di Acchiappacoda, spingendolo a partire alla ricerca della sua (quasi) compagna scomparsa. Durante il viaggio si uniscono a lui altri viaggiatori con diverse missioni più o meno collegate, conosce la Corte e si unisce ad una missione alla ricerca dei misteriosi rapitori, di cui vediamo nel corso del viaggio diversi scorci sempre più spaventosi.

Acchiappacoda è un tipico "prescelto", sottovalutato da chi lo conosce, con poteri da sviluppare, che ha bisogno di conoscere persone e stabilire legami che lo spingano a sbloccare questi poteri per andare oltre se stesso.

Il cattivo, con mio grande disappunto, perché credo nella separazione della mitologia dalle storie "in corso", si rivela essere Mangiacuore stesso, il secondo dei Primi Nati corrotto dagli anni, rifugiatosi sotto terra a produrre una genia di gatti sempre più deformi e corrotti dall'oscurità e dalla malvagita primordiale.

Da principio era un po' disturbante il taglio maschilista della storia, le fele, le gatte, erano descritte come superficiali ed un po' superflue alla società. Tutti i personaggi femminili sono vacui e poco più che detestabili. Disturba perché è raro vedere un taglio così nettamente negativo espresso in maniera esplicita. Tad Williams si salva in corner presentando nella seconda parte della storia Ombra-di-tetto, un personaggio femminile dominante, anche se per via di traumi di vario genere, che compensa ampiamente tutti i dubbi precedenti.

Il canto di Acchiappacoda si legge davvero bene, e merita il suo posto nel piccolo scaffale dei classici Fantasy.

Non farei leggere questo libro ad un bambino, sebbene il tema e l'ambientazione in generale suggeriscano che sia quello il target. I lunghi capitoli sotto alla collina, con stenti e fame, buio e claustrofobia, lavori forzati e dolore, sono davvero da incubo. Mi è capitato davvero di rado leggere descrizioni di scene di sofferenza così immersive e complete.

Aspetto il film!

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