Il pianeta madre degli Altri, i misteriosi alien infiltrati nel Sistema solare, si annida a sei anni e mezzo di viaggio dalla Terra, ed è lì che arriva la prima spedizione mandata a investigare. Sopravvissuti a un incidente spettacolare, gli esploratori scoprono che forse è possibile un'intesa fra le due razze, ma quando l'astronave torna sul nostro pianeta, gli umori dell'umanità sono cambiati. Una flotta è già pronta a portare la guerra contro gli Altri, un conflitto che avrà conseguenze disastrose...
Un titolo più appropriato sarebbe "Disturbati ninfomani nello Spazio".
Mi immagino il processo creativo. Dopo aver visto il Tila Tequila Show, Haldeman deve aver pensato "ehi, sarebbe divertente se mettessimo in una nave per diversi anni, due alieni, una ninfomane con due mariti e due coppie con problemi per vedere in quanti modi riusciamo a farli accoppiare! Ci scrivero' un libro e lo spaccero' per capolavoro".
Poi ha aggiunto dettagli come una trama che non si regge neppure casualmente in piedi. Alieni da lontano che creano una razza artificiale per controllare gli umani nel loro sviluppo, ed al momento opportuno distruggerli. Perche'?
Marziani che succhiano energia gratis da una dimensione parallela, ma non sanno come (suona familiare?).
Militari con passati tragici, militari con passati oscuri, civili con traumi infantili, messi in questa scatola nello spazio per contattare gli alieni cattivi e spiegare che siamo innocui. Chiunque li abbia scelti per la missione non ha neppure letto il loro dossier. Ma in fondo e' solo "una missione costata piu' della seconda guerra mondiale", a che pro affidarla a dei soggetti selezionati?
Il libro si concentra pero' sulle prodezze sessuali dei protagonisti, gli scambi, le tentazioni, i pensieri. Tutto fatto in maniera un po' rozza, volgare e troppo esplicita per la fantascienza pulita a cui siamo abituati.
Dopo tre quarti di romanzo passati senza eventi rilevanti nello spazio, tutta la trama si concentra in pochi capitoli in cui finalmente succedono delle cose, se ne spiegano delle altre, e sembra che l'autore voglia ad ogni costo chiudere il romanzo, avendo esaurito le combinazioni umano-marziano-altro da far accoppiare.
Sarebbe stato un ottimo soggetto, con la giusta quantita' di contenuti per un racconto, se si fosse limitato alle prime 10 e alle ultime 30 pagine.
Non si giustificano le 2 ore passate a leggere, perche' non posso fare a meno di confrontare Oltre le Stelle con I Robot dell'Alba in cui Asimov si focalizza sui costumi sessuali di una colonia, analizzandoli e studiandoli nei dettagli, senza mai scendere nel morboso e nel disturbante (come Haldeman invece fa con gioia), ma soprattutto inquadrandoli all'interno di una vera storia!
Dovrebbe essere il capitolo conclusivo della saga di Dula di Marte, ma se ci tenete ad averne un buon ricordo od una buona opinione, fingete che non esista.
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