I viaggi hanno sempre formato la gioventù e tanto più la formano nel 2051, quando le ragazze vengono educate sessualmente mediante escursioni temporali di quindici giorni nella mente e nel corpo di donne vissute in secoli precedenti. Con la stessa tecnica i giovani vengono istruiti anche in altre materie, mentre gli adulti approfittano di analoghe escursioni a scopo principalmente di relax. Ma a nessuno viene in mente che la faccenda può avere anche un lato molto pericoloso, finchè una giovane studentessa di sesso, Angie Patterson...Intanto, la trama è clickbait, puro clickbait e niente di più.
Che tristezza dover mentire così quando si lavora su un libro che prende un'idea bellissima in sé e la sviluppa in maniera naturale e ingegnosa, riducendolo a una macchietta comico/erotica che in realtà è solo una breve scena del primo capitolo, usato come tutorial per spiegarci l'ambientazione.
Siamo in un futuro non troppo lontano, 2051 e dintorni appunto, in cui si viaggia nel tempo, abitualmente, ma non nel modo consueto a cui si pensa, inserendosi fisicamente nel passato: si viaggia nel tempo inserendosi nei corpi di altre persone del passato e vivendo da spettatori la loro vita. Il mondo si è plasmato attorno a questa tecnologia, permettendo di studiare il passato vivendolo un pezzo alla volta, tutti - in qualsiasi ambito - beneficiano degli insegnamenti dei grandi del passato vivendo stralci delle loro vite.
Per caso viene alla luce un effetto collaterale di questa tecnologia, mai notato in precedenza: assistendo alla morte di un ospite da spettatore, la sua vita si prolunga artificialmente. Indagando su questo effetto si scopre che innumerevoli vite di grandi personaggi del passato sono state prolungate artificialmente, più e più volte, da viaggiatori provenienti dal futuro. In alcune circostanze ci sono stati addirittura degli scambi tra ospite e visitatore.
Parte un'indagine trasversale con politici e ricercatori che cercando di superare le barriere legali da una parte ed etiche dall'altra della ricerca.
Lo sviluppo del romanzo è ottimo, perché esplora man mano quello che il lettore stesso si sta domandando e proponendo come soluzione. Tutte le vite possono essere prolungate? Anche le persone comuni sono state tenute in vita artificialmente? Avanti così a catena, con gli interrogativi che ci si pone in maniera naturale che vengono analizzati e sezionati.
Il grande colpo di scena finale è un po' telefonato, il passato del senatore è troppo sospetto per non capire subito che viene dal passato, vista la sua ritrosia a viaggiare nel tempo, e la sua lunga "malattia" dopo l'ultimo viaggio. La sua vera identità è deludente, ma è la chiave di volta per la soluzione della grande crisi futura da cui i viaggiatori temporali vogliono salvare il mondo, quindi lo si perdona per l'anonimità.
Riassumendo: vergogna Urania per aver banalizzato e ridicolizzato un gran bel romanzo presentandolo come se fosse uno Sci-fi Harmony per maniaci.
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