L'apparenza è superficiale, forse addirittura stupida, magari con un tocco di critica a un sistema perverso e che "da stereotipo" è così slegato dalla realtà da diventare una parodia di se stesso.
In realtà è un grande romanzo che scava a fondo nella psicologia di un personaggio incredibile, quello di Miranda Priestley, passando 400 pagine a scolpirne un ritratto grandioso e complesso. Sono rari i personaggi femminili di potere creati con una personalità così profonda e complessa.
L'ambientazione nel mondo della moda è del tutto incidentale, naturale per l'autrice che ha vissuto quell'ambiente, ma non necessari. Sarebbe potuto essere qualsiasi altro ambiente elitario e isolato senza che le dinamiche sociali cambiassero.
La trama è piatta e spenta. La trama è irrilevante. L'ambiente vi risucchia nel romanzo e vi impedisce di uscirne finché non l'avete finito. I colori, la frenesia, il lusso.
Se potete scegliere, vi consiglierei di leggere prima il libro. Non perché sia migliore, ma per non partire con un'immagine già formata dei personaggi. Sono molto diversi, caratterizzati diversamente, quindi rischiano di crearsi delle crepe nella loro coerenza, mischiandoli.
La traduzione è pessima, piena di ingenuità, con un tentativo di adattamento di brand e marchi che fa rabbrividire e scelte terrificanti sui dialoghi. Spero prima o poi verrà ritradotto per amor d'arte.
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