lunedì 23 maggio 2016

La caduta - Guillermo del Toro, Chuck Hogan

Urania Horror 4, Dicembre 2013
Dopo il ritrovamento dei cadaveri infettati da un misterioso virus letale, a New York regna il caos: le persone spariscono, i negozi vengono saccheggiati e l'esodo di massa dalla città sembra inarrestabile, mentre il sottosuolo brulica di creature assetate di sangue. E' scoppiata la guerra tra vampiri del vecchio e del nuovo mondo per il controllo totale degli esseri umani, che risultano ancora più deboli e vulnerabili. Abraham Setrakian, l'anziano professore sopravvissuto allo scontro con il capo dei vampiri, continua a guidare il piccolo gruppo di resistenza composto dagli scienziati Ephraim Goodweather e Nora Martinez, oltre al disinfestatore Vasiliy Fet. Ma potrebbe essere troppo tardi...
Secondo episodio della trilogia "Nocturna" dopo La progenie, La caduta è un thriller avvincente e cinematografico, ricco di azione e suspense, che conferma le notevoli doti dei suoi autori.
Un classico "secondo libro di una trilogia" in cui qualcosa (poco) va bene ai protagonisti e i piani dei cattivi vengono alla luce poco alla volta, creando la vera crisi, ancora più crisi della prima crisi, passando dal microscopico dell'epidemia a New York a una vera pandemia.
La caduta è un romanzo di raccordo, non vivrebbe bene autonomamente, anche se introduce alcune nuove linee narrative, non si sofferma abbastanza sui personaggi principali da permettere di seguirne agevolemente le motivazioni.

Arrivano dei personaggi nuovi che purtroppo sono stati grandiosi nella serie tv e per contrasto sono sottotono e un po' sciapi. L'angelo d'argento, luchador messicano zoppo e star di innumerevoli film in cui lotta contro i vampiri. Il personaggio trash perfetto da inserire in una storia di vampiri seria, non come spalla comica ma come vero combattente, sembra così vuoto e privo di speranze da avere un effetto deprimente su chi gli sta attorno.

Confermo la mia opinione sullo stile di del Toro e Hogan congiunti: troppo dettaglio, troppo rimuginare, troppa descrittività involuta che mentre in piccole dosi potrebbe aiutare l'ambientazione, quando invece l'ambientazione c'è già ben solidificata nella mente del lettore, lo fa solo irritare.
Le scene di inseguimento e combattimento stancano.

Setrakian, il vecchio ebreo del banco dei pegni, si conferma il più grande cacciatore di vampiri della letteratura recente. Van Helsing è un dilettante privo spessore e di spina dorsale al confronto.

Ora posso ri-leggere alla luce dei primi due volumi il terzo libro della trilogia che avevo letto (per caso) in maniera indipendente. Penso sia un esperimento interessante, valutare due volte lo stesso romanzo singolarmente o inserito in un arco narrativo più grande, che non avrei fatto volontariamente.

Nessun commento:

Posta un commento