Visualizzazione post con etichetta sellerio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sellerio. Mostra tutti i post

lunedì 20 dicembre 2021

Natale a Thompson Hall - Anthony Trollope

 


Un racconto dell'equivoco molto lineare e semplice, perfetto come sottofondo per attaccare le vetrofanie sotto le feste ma poco più ormai.

Purtroppo è invecchiato male e ha un ritmo sbagliato e una storia troppo prevedibile per essere ancora leggibile come intrattenimento.

Signora inglese e marito che tornano in famiglia per Natale e devono conoscere il promesso sposo della sorella di lei per la prima volta. Si fermano in albergo, il marito è malato e la moglie vaga per l'albergo per trovare della senape da spalmargli sul collo (sì, senape), ma sbaglia camera e fa dei danni su uno sconosciuto.

Si sospetta l'equivoco alla terza pagina, diventa evidente a un terzo del racconto e poi è tutto un trascinarsi in un viaggio, con i tre personaggi che continuano a ritrovarsi e a non capire, che non arriva mai al dunque.

sabato 17 dicembre 2016

La lettrice scomparsa - Fabio Stassi

Sul catalogo Sellerio.

Ah, le premesse di questo romanzo sono fantastiche.
Come ripiego, Vince, letterato per vocazione, decide di aprire un piccolo studio di biblioterapia. Ascolta i problemi delle persone che hanno bisogno di supporto e aiuto e consiglia loro cosa leggere per superare questi problemi.
Il cuore del libro è la biblioterapia, ogni capitolo con una cliente particolare il cui problema viene analizzato e (forse) curato in maniera letteraria, è in sé una piccola gemma che meriterebbe di essere estrapolata e letta individualmente.

C'è anche il giallo, ovviamente, la lettrice scomparsa del titolo. La vicina di sotto di Vince non si trova e forse è morta. L'unica cosa che resta è una lista dei libri che aveva in prestito e che finisce in mano al nostro protagonista.
Il giallo è pieno di simbolismi e cultura, ma non si regge, purtroppo. La linea di indagine è incredibilmente labile e guidata da intuizioni, casualità e una certa dose di confusione romana. Chiarisco, è splendido da leggere, ma come un racconto surreale in cui scopriamo nuovi dettagli, il portiere e il suo coinvolgimento con la santeria, il passato della vicina scomparsa, ma sempre in maniera non logica, non rigorosa, non "da giallo".
Spesso gli eventi sembrano un contenitore per le riflessioni dell'autore. Le riflessioni guidano gli eventi e non il viceversa. È scorretto? Forse, ma è bello da leggere.

venerdì 1 aprile 2016

Un matrimonio d'amore - Dashiell Hammett

Un matrimonio d'amore è un racconto lungo che dovrebbe più lungo.
C'è un caso da risolvere per il detective Alec Rush, una donna da proteggere, due committenti che la vogliono morta, un killer che non ha intenzione di ucciderla.
Il realismo di Hammett c'è, maturo ed evidente. Chi lo conosce e apprezza sa esattamente cosa aspettarsi, gli lo disprezza... probabilmente non gli concede una seconda possibilità comunque.
I colpi di scena arrivano ad ogni pagina dispari e non c'è mai un punto morto, mai una pausa nella narrazione, il che è bene, se non fosse per il costante ingresso di nuovi personaggi, nuove informazioni. Troppe per questo formato. Voglio leggere un giallo, non dover prendere appunti per seguire completamente la trama.

Ho quasi la sensazione che non si tratti di un'opera compiuta, ma di uno scheletro da espandere in un romanzo in un secondo momento, ipotesi non del tutto implausibile vista la tendenza di Hammett ad abbandonare i suoi progetti.

mercoledì 4 marzo 2015

Il telefono senza fili - Marco Malvaldi

Finalmente ho letto l'ultima avventura del BarLume, dopo aver comprato il libro al Pisa Book Festival 2015 con la speranza di aggiungerla alla mia (miserella) collezione di libri autografati dall'autore, per rinunciare poche ore dopo, alla presentazione del libro, scontrandomi con un'Aula Fermi piena fino a rendere pericoloso entrare in un'atmosfera così priva di ossigeno.

Il telefono senza fili vuole essere un giallo classico, ma senza riuscirci completamente, la soluzione è macchinosa e troppo sporca di psicologia e tecnicismi per convincere davvero. Nessun vero assassino sceglierebbe un piano del genere, soprattutto non un assassino che da come viene presentato non è brillante e astuto.

La lettura è sempre piacevole, e sarei ben contento di comprare un libro di Malvaldi intitolato "400 pagine di Umarell al bar che si sfottono a vicenda e torturano il barrista", con un po' di vicenda umana e seguendo la vita di Massimo, magari seguendo la cronaca nera sui giornali ma senza veri delitti.

Magnifico il Giornalista del Tirreno, che avrà un significato solo per i lettori abituali del Tirreno, che ne possono apprezzare a pieno la seria e professionale (/ironia) attitudine. Proprio come nella vita reale sono i giornali che fanno abbastanza danni da creare le notizie.

lunedì 1 settembre 2014

Capodanno in giallo - AAVV

Capodanno in giallo, journal.

Mi piacciono molto i racconti gialli, specialmente le raccolte a tema, quindi ero felice di questo tema festivo.

Purtroppo costringere gli autori della scuderia Sellerio a scrivere anziché raccogliere racconti già pronti, non si è rivelata una grande idea, con risultati meno che soddisfacenti.

Camilleri l'ho appena provato, le due pagine necessarie a ricordarmi perché l'avevo trovato intollerabile. Se mai lo tradurranno in italiano ci riproverò, per ora non mi vanno letture etniche in lingue diverse dall'italiano e dall'inglese.

Recami mi era nuovo come autore, ed è stata una delle due scoperte della raccolta. Non scrive propriamente un giallo, ma di una sfortunata serie di eventi che si incastrano in una complicata notte di festa nella Casa di Ringhiera che intuisco essere l'ambientazione usuale per le sue storie.

Manzini scrive l'unico vero giallo, in senso classico, di questa raccolta. Morto, testimoni, indagini, scoperte, piste false e piste reali con colpo di scena. Sarà anche incredibilmente tecnico e meno umano degli altri, ma scrive bene e appassiona.

Aykol. Non ho parole, non c'è mistero, non c'è storia. C'è un vagare confuso in un susseguirsi senza speranza di pagine riempite senza sapere dove andare a parare.

Costa è come Camilleri, ma scrive in italiano. Purtroppo scrive di temi e dinamiche che mi sono completamente ignote e che vengono date per scontate (la Sicilia andrà vissuta in prima persona, per capirla). Una volta superato l'impatto iniziale, la storia è divertente, i personaggi hanno un grande spessore e Costa riesce a creare molto rapidamente un passato a tutti gli attori coinvolti, per giustificarne le azioni in scena.

Malvaldi lo apprezzo sempre di più. Nonostante la storia di (simil)goliardia pisana, il racconto sul capodanno pisano è molto godibile e divertente. L'omicidio e la sua soluzione sono di un banale disarmante, quel banale che ti fa pensare "perché non si sono guardati attorno capendo subito chi era il copevole?", ma lo si perdona facilmente, a Malvaldi e alla Loggia del Cinghiale (di cui - non ne sono orgoglioso - avevo sentito parlare e ne avevo letto lo statuto online, diversi anni fa).
Il racconto di Malvaldi sta in fondo alla raccolta per lasciare un buon ricordo globale e lasciare l'impulso a leggere anche la prossima Pasqua in Giallo, o Compleanno in Giallo, quale che sia!

Per riassumere.
Malvaldi: sempre ottimo, anzi, nei racconti si esprime meglio che nei romanzi.
Recami: cercherò dei sui romanzi, ha vinto un nuovo lettore.
Costa e Manzini: medi, probabilmente erano inibiti dal dover scrivere a tema, ma se la sono cavata dignitosamente.
Aykol: anche no.
Camilleri: disapprovo la sua diffusione come scrittore.

lunedì 9 giugno 2014

La carta più alta - Marco Malvaldi

Torniamo nel BarLume per il quarto caso del nostro barrista (sic) Massimo e dei suoi vecchini di fiducia.

Dopo un omicidio classico ed esplicito, un omicidio mascherato da incidente, un omicidio che proprio omicidio non era, dobbiamo iniziare a spulciare la nostra raccolta di Agatha Christie per controllare quali altre strutture abbia inventato. Ah, ecco! il Cold case! Il caso da lungo archiviato che per ragioni più o meno banali viene riaperto, e grazie ad una serie di coincidenze ed intuizioni viene completamente reinterpretato!

Ancora di più in questo quarto libro, la trama si sarebbe adattata meglio ad un racconto lungo. Il tipo di struttura l'avrei visto benissimo applicato ad un racconto dei Vedovi Neri di Asimov, con un ospite che racconta il suo caso e tutti i dettagli che conosce, una successiva analisi per esclusione fatta durante il pasto e quindi il fidato Henry che ha l'idea geniale ma meno intuitiva che spiega tutto razionalmente e può essere verificata da una singola informazione, ottenuta con una telefonata. La struttura è esattamente quella, ma raccontata con molte più energie sprecate, con forzature come l'incidente di Massimo che non ha alcun ruolo a parte metterlo con una scusa in ospedale per un paio di settimane sotto le cure - toh, che caso - del medico che poteva aiutarlo con una serie di informazioni essenziali (non si fa, non si fa!)

Almeno la qualità dei dialoghi dei vecchini pisani, che esistono solo per fare ambientazione locale ed ispirare simpatia ai lettori pisani, sono migliorate di qualità. Mi immagino Malvaldi appostato con dei baffi finti e degli occhiali scuri in un angolo della Tazza d'Oro, con un taccuino su cui annotare ogni commento salace urlato con la discrezione del posto.

mercoledì 28 maggio 2014

Il re dei giochi - Marco Malvaldi

Arrivati al terzo volume della serie del BarLume, Pineta inizia a diventare una sorta di Cabot Cove della Toscana, dove inizia ad essere pericoloso vivere per l'alto tasso di mortalità tipico dei gialli. Ovviamente tutti omicidi.

Penso che quel che fa sempre tornare ai libri di Malvaldi sia anche la brevità, ci sono dei tempi morti ma sono quasi sempre giustificati, o servono ad inquadrare delle situazioni utili (seppur in questo caso siano troppo rivelatori).
Delle storie semiavvincenti di lunghezza modesta, un paio d'ore di letture, è spesso esattamente quello di cui si ha bisogno per rilassarsi senza lasciare un senso di incompiutezza per aver dovuto interrompere una storia. Ti immergi, segui Massimo, Tiziana, i vecchini toscani nell'indagine, risolvi il caso autonomamente, perché come sempre il colpevole è l'unico personaggio che sembra essere messo nella storia senza uno scopo, più volte, insistentemente. A questo punto ci si sente intelligenti ed appagati.

Non ho amato molto la lunga parentesi politico-elettorale, troppo involuta ed irrilevante, con allusioni a fatti di cronaca reale che rendono Il re dei giochi già poco leggibile dopo pochi anni, figuriamoci fra qualche lustro...

Le parentesi con le spiegazioni di probabilità fanno un po' rabbrividire, ma quando mai abbiamo visto la matematica usata propriamente in narrativa?

giovedì 22 maggio 2014

Il gioco delle tre carte - Marco Malvaldi

Seconda possibilità per Malvaldi, e se l'è giocata meglio che con il racconto precedente nella serie del BarLume, La briscola in cinque.

La lettura scorre meglio, gli influssi di pisanità si sentono molto meno e soprattutto non sono fondamentali per la vena umoristica del libro ("ahah, che ridere, lo spirito toscano" funziona solo tra toscani, per tutti gli altri è una sofferenza).

Ho apprezzato molto che, al contrario del precedente, questo fosse un giallo onesto e ben congegnato. Gli indizi utili ci sono tutti, più o meno evidenti, e non ci viene tenuto nascosto nulla di utile per lo scioglimento del mistero.

Le spiegazioni tecniche forzate per farci capire il nodo della storia sembrano un po' forzate. Non c'era davvero un modo per evitare di spiegarci il funzionamento di un computer? Penso che i lettori siano divisi tra "chi già lo sa" e "chi non lo sa e sicuramente non lo impara da questo libro", quindi sarebbe stato più sano glissare.

Continuo a trovare poco utilizzati i vecchini al bar che identificano questa serie. Sono ancora poco utili ed appena utili come spalla comica, o per dare l'imbeccata involontaria che illumina il loro barista facendogli risolvere il mistero.

domenica 23 marzo 2014

La briscola in cinque - Marco Malvaldi

Non avevo mai letto nulla di Malvaldi, ho provato ad andare per ordine, ma forse non è stata una grande scelta.

Il racconto si legge bene, è piacevole, la storia è ben strutturata ed il giallo è onesto, non nasconde nulla al lettore.

Le pecche:

Il pisano. Sento già troppo pisano nel mondo, doverlo leggere anche nei libri mi disturba un po'. Non è al livello dell'illeggibile Camilleri col siciliano, ma è comunque stonato. Non amo troppo i gialli "ambientati" ad ogni costo, mi piacciono i puzzle astratti.

L'eccessiva semplicità della storia. C'è un unico indizio, una caratteristica fisica che viene notata in maniera rimarcata in due soli personaggi. Di una di queste due si sospetta per tutto il libro, dell'altra no. Chissà dove si va a parare per il colpo di scena.

I poliziotti goffi ed un po' ingenui che senza l'aiuto dell'astuto protagonista riescono solo a fare danni e sono più interessati a nascondere la loro incapacità che a risolvere un caso? Neanche nelle peggiori soap italiane.

Però darei un'altra chance a Malvaldi, sembra aver avuto un grande successo, e non me la sento di giudicarlo solo in base al romanzo d'esordio.
L'idea di usare i vecchini al bar per sviluppare delle storie da giallo classico, senza tecnologia, mi sembra molto astuta ed azzeccata, penso ci sia molto molto potenziale.