lunedì 23 febbraio 2015

Il clandestino dell'astronave - Lester del Ray

Urania 2, 20 Ottobre 1952

Si torna ancora su Marte! Ecco una buona notizia per gli aficionados del rosso pianeta e dei romanzi che ne trattano! Ma nel Clandestino dell'Astronave i cultori di Urania affrontano per la prima volta il problema degli abitanti di Marte. Esistono veramente creature intelligenti e incivilite sul pianeta agonizzante? Un gelido vento ne spazza le distese desertiche, facendo rabbrividire i licheni e la misera vegetazione che stenta sul terreno sabbioso; l'aria è troppo sottile per qualunque vita animale, e quando un gruppo di audaci pionieri vi si avventura, un sepolcrale silenzio li accoglie e li terrorizza. Pare che la natura, violata in uno dei suoi misteri, voglia inesorabilmente vendicarsi; poi, nell'allucinante scenario di un mondo sconosciuto, giù giù nei suoi recessi più profondi, il tormentoso interrogativo trova risposta. Vibrante d'incontenibile energia un giovane eroe lunare, già figlio della terra, si inserisce nella trama del racconto e vive la sua più strabiliante avventura. Su tutto, Marte giganteggia: il pianeta sembra deserto agli astronauti che riescono a giungervi. Sembra... ma il pianeta è veramente misterioso, e non delude chi voglia esplorarlo... 

Un romanzo traballante, ma con il gusto della fantascienza vintage, con piloti di astronave che si fanno lanciare una sigaretta durante l'atterraggio per calmare i nervi, lastre di metallo saldate alle pareti del razzo per riparare le falle e rotte tracciate a mano con riga e compasso.

L'intento di fondo (confermato leggendo qua e là altre recensioni) è quello di incentivare i giovani lettori a dedicarsi all'elettronica, per diventare bravi come il giovane Chuck ed essere selezionati per il primo viaggio spaziale dalla base sulla Luna fino a Marte.

Chuck ovviamente compie 18 anni proprio il giorno del lancio, che viene anticipato escludentolo. Per fortuna tutto il resto dell'equipaggio è felice ed entusiasta di far salire a bordo da clandestino un così bravo giuovine. Da qui "il clandestino dell'astronave" del titolo, che a parte l'essere accattivamente è assolutamente irrilevante per la trama.

Quel che succede su Marte è assolutamente sconsolante. Il razzo è rotto, tutto è rotto, tutto va riparato in fretta e dei marziani che non si vedono mai li sabotano. Poi di colpo diventano amici e si offrono di diventare schiavi a tempo pieno. Fine.

Non si approfondisce la civiltà dei marziani, perché sia decaduta, qualcosa in più dei loro costumi. Paradossalmente sappiamo più delle piante con tre sessi che vivono in superficie e compongono i canali di quanto ci venga rivelato del grande nemico/alleato del romanzo.

Salvo il romanzo d'esordio di Del Ray solo per l'approccio ingenuo e spensierato alla fantascienza che oggi è impossibile trovare, con tutti questi dati e scienza reali che impediscono di immaginare un Marte a misura di romanzo, anziché realistico.

Nota: sulla Luna parlano esperanto. Per quanto mi piaccia l'esperanto, la trovo una speculazione molto più fantascientifica del viaggio verso Marte!

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