giovedì 5 febbraio 2015

Perché odio i libri di Fabio Volo - Diego Rossi

Perché odio i libri di Fabio Volo, journal.

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Io non odio Fabio Volo, forse lo invidio un po' per la sua capacità di capire un pubblico così vasto di lettori. È facile capire un pubblico di nicchia, selezionato in funzione del proprio stile di scrittura, anziché fare il contrario ed adattare il proprio stile al pubblico più vasto possibile.

Perché odio i libri di Fabio Volo è un racconto che parla di un ragazzo diciassettenne a cui il nonno suggerisce, per conquistare una ragazza, di leggere un libro, un libro scelto da lui e non imposto. Una sorta di rito per trovare la sua individualità, perché il semplice atto di cercare e scegliere un libro fa meditare su se stessi, scoprire qualcosa di nuovo e ti rende una persona nuova e più interessante da osservare.

Mentre ho letto con piacere la storia "vera" nel racconto, ammetto di essermi un po' perso ad aver rimandato per settimane le ultime pagine, che si perdono un po' nei discorsi di Mr. Onion (alterego dell'autore?) che parla a ruota libera di Camilleri, di Neri e Pozza, di vari estratti di Birra e Cazzotti, tutte cose di cui magari leggerei con gioia in un altro contesto, ma che se vanno a bloccarmi una storia (semplice, lineare e piacevole) che stavo seguendo ad un ritmo abbastanza costante, mi bloccano la digestione letteraria e mi fanno stare un po' male! Già la scena di sogno era al limite del molesto.

Se questo racconto fosse esploso in un romanzo breve, spogliato degli intellettualismi e concentrato sulla crescita del protagonista, sul suo rapporto coi libri e come lo cambiano, sarei il primo lettore in coda. Ma forse un cambiamento tanto drastico Volizzerebbe lo stile finendo per tradire lo spirito dell'autore.

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