lunedì 10 marzo 2014

Mutazione - Robert Silverberg

Mutazione mi ha davvero sorpreso. Conoscevo Robert Silverberg solo per qualche suo lavoro minore e non ho mai letto quelli che vengono considerati i suoi romanzi migliori e più maturi. Non mi aspettavo una grande lettura, solo un po' di intrattenimento, e sono felice di aver scoperto una piccola perla della fantascienza.

La storia è semplice, quasi classica.
Gundersen è l'ex amministratore di una colonia terrestre, che torna a visitare il "suo" mondo dopo un decennio dalla decolonizzazione, nella classica fase di transizione in cui si restituiscono i pianeti alle razze locali fin'ora sfruttate.

Il mondo di Belzagor sta violentemente tornando alla naturalità, e le due razze "dotate di anima" che lo popolano hanno ripreso i loro cicli di vita naturali. I Nildor sono la razza erbivora - simili ad elefanti cornuti - che abita la fascia tropicale, i Sulidor umanoidi carnivori di grandi dimensioni.

Gundersen cerca un modo per espiare le sue colpe di colonizzatore, che continuano a tormentarlo, lo fa immergendosi nella cultura Nildor, abbracciandone la religione, accettando che la tecnologia non sia l'unica via di progresso per una civiltà.

Il romanzo è un lungo pellegrinaggio durante il quale Gundersen affronta il suo passato e si purifica, fino a sottoporsi al rito della rinascita, in cui finalmente capisce e si unisce al mondo spirituale del pianeta.
Contrapposto a questo pellegrinaggio, c'è il viaggio dei turisti con cui Gundersen è arrivato sul pianeta, il cui percorso incrocia più volte, sentendosi ogni volta più distaccato e disgustato.

Il grande mistero che vorrebbe guidare la storia non è un grande mistero. Entro le prime due pagine, indizi sparsi fanno subito ripensare a "Neanche gli Dei", rivelandoci la spiegazione. Per fortuna si tratta solo di un MacGuffin, per parlarci con una insolita sensibilità della comunicazione tra colonizzatori e colonizzati, in particolare riguardo al rispetto religioso.

Le atmosfere sono quelle della fantascienza classica, rovine decadenti, donne bellissime in giardini perfetti ed isolati, umani deformi per la loro rinascita impura, umani ascesi, creature aliene in panorami davvero estranei all'immaginario che possiamo produrre usando riferimenti terrestri. L'intero pianeta costruito da Silverberg è intriso alternativamente ed ossessivamente di bellezza incredibile o incredibili orrori, spesso entrambi contemporaneamente.

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