Dopo il primo volume "Brud cattivo, vattene Ayla".
Dopo il secondo volume "Chi accidenti è questo Giondalar?"
Arriva "Ranec muori e lasciali in pace".
Abbiamo appena il tempo di affezionarci al nostro Giondalar nel suo ruolo di guida nel mondo degli umani per Ayla, quando la solita incomprensione di culture si mette nel mezzo costringendoci ad un lunghissimo inverno di incomprensione e mancanza di comunicazione.
Ayla viene adottata da una tribù di Mamutoi, cacciatori di mammut, ed inizia il suo addestramento spirituale, alla ricerca del terreno comune tra le mitologie del Clan e degli Altri. Tra gli altri si promette a Ranec, lo scultore del gruppo, e si allontana suo malgrado da Giondalar, che invece vorrebbe ripartire e pensa che Ayla non desideri continuare con lui il viaggio verso occidente.
L'incomprensione su cui si regge la trama, trascinata fino alla fine del romanzo è esasperante, ci sarebbero mille modi di farla risolvere in maniera delicata e piacevole per il lettore, anziché trascinarla per le lunghe costringendo i lettori ad odiare attivamente il povero Ranec.
Internet per qualche ragione a me ignota, ha apprezzato molto il personaggio di Ranec, più che Giondalar troppo perfetto. In realtà credo sia un effetto collaterale del "trascinamento lamentoso" dell'equivoco, che ci viene sempre mostrato dal lato di Giondalar in pena e sofferente. Il lettore dopo le prime dieci volte inizia a trovarlo scocciante (soprattutto considerato che non fa nulla per modificare lo status quo) e a mal sopportarlo. Ranec d'altro canto è più bidimensionale, fedeltà assoluta, dedizione perfetta, grande pazienza. Non tenta di imporsi, si rende appena conto del suo ruolo di cattivo disturbatore. È ingenuo ed indegno dell'attenzione che riceve.
La scena degna di nota del libro è l'attacco di Piccolo al raduno d'estate. Valeva la pena di allevare un cucciolo di leone solo per per preparare una scena così esaltante e ricca di implicazioni sociali.
La fissazione descrittiva della Auel si concentra molto sulle convenzioni sociali, il prezzo della sposa come misura della desiderabilità sociale, la struttura di gruppi, famiglie, parentele, in una dinamica matriarcale molto interessante e poco convenzionale secondo gli standard moderni.
Ovviamente non si tratta di una ricostruzione storicamente accurata, ma è comunque affascinante esplorare le implicazioni di questa ricostruzione fantapreistorica.
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